Il manzo all’olio è un piatto di antichissima tradizione del territorio bresciano che – passatemi il termine – oserei definire fenomenale. L’ho assaggiato durante la mia permanenza a Brescia per lavoro, e l’ho provato in due diversi ristoranti. Da entrambi mi sono fatto dare la ricetta, ma non c’erano sostanziali differenze. Entrambi i ristoratori, però,
Ho preparato delle mezze penne con i broccoli romani del mio orto, che però ha piantato mio marito. I broccoli romani erano bellissimi e sanissimi, senza porcherie per farlo crescere, ultranaturali altro che bio. Che soddisfazione! I broccoli romani hanno un sapore delicato e sono un ottimo abbinamento con il salmone affumicato norvegese o il
I coricheddos sono dei tipici dolci sardi a forma di cuore, ripieni di mandorle, miele, sapa, buccia d’arancia e profumati alla vaniglia o zafferano (in sardo: taffaranu, tanfaranu, zaffaranu). Ne esistono anche alla crema, sempre con mandorle, zafferano e vaniglia. Originari di Nuoro e provincia, tradizionalmente si servono durante matrimoni, battesimi e cresime. I coricheddos
Questa zuppa è il classico confort food, come direbbero gli inglesi. Una di quelle zuppe che ti prepari e gusti in assoluta solitudine o da presentare agli amici (anche per stupirli un po’) in una fredda sera invernale al posto della classica spaghettata. A mio avviso è una zuppa eccezionale! Per la preparazione ho utilizzato
E’ tanto tempo che non passo delle ricette, ma appena sono venuta a conoscenza di questa e l’ho provata, non ho potuto non metterla a disposizione di tutti. E’ fantastica e le noccioline vengono pralinate in maniera perfetta!
La ricetta l’ho ereditata da mia zia Tony, che ne era orgogliosa ed effettivamente è molto buona. E’ però difficile stabilire per quante persone è la quantità ottenuta.
Ottima torta rustica sarda, vegetariana e anche disintossicante grazie alla presenza del tarassaco (in sardo: tzikoria, pissalettu o graminzone) e del carciofo (in sardo: cartzofa o carciofa). Il tarassaco, conosciuto in italiano anche col nome di dente di leone o piscialetto, e il carciofo, sono noti dall’antichità come disintossicanti del fegato e recentemente utilizzati per
Li ho assaggiati proprio ieri sera preparati dalla ragazza cingalese che fa da badante all’anziana signora che abita sul mio stesso pianerottolo. Pare siano un piatto, o – meglio – uno street-food molto apprezzato in India dove però lo si frigge in un olio che non ho ben capito di che tipo sia. Fritti nell’olio
Pilichittos o pilighittos sono dei dolcetti di mandorle aromatizzati al liquore: sambuca, anisetta, mirto, pompìa, villacidro, acqua di fiori d’arancio o acquavite sarda (abbardente o filuferru). I pilichittos si preparano in tutta la Sardegna, ma come sempre variano i nomi: sos gueffos, is gueffus, guelfus, pirichittus. Pilichittos deriva dal sassarese che significa piccolino, perché il
I Minni di Virgini (seni di vergini), detti anche paste delle Vergini, sono un particolare dolce della tradizione siciliana ormai quasi in disuso ed originario di Sambuca di Sicilia, comune della provincia di Agrigento. La forma di questi dolci mi ha dato l’ispirazione per preparare dei dolcetti di pasta di mandorle aromatizzati con i profumati
Preparato come antipasto tiepido per il cenone di fine anno. Anziché utilizzare la pasta sfoglia già pronta, ho voluto preparare una pasta per avvolgere il ripieno sulla base di una ricetta che mi ha suggerito la mia amica Enrica. E’ una ricetta molto pratica, perché gli strudel si possono preparare con largo anticipo e poi riscaldare
Ricetta tratta dal volume Spezie de I grandi libri degli ingredienti del Corriere della sera, con una significativa e importantissima variazione: ridurre il cucchiaio di chiodi di garofano in polvere a un cucchiaino, pena il ritrovarsi la lingua anestetizzata al primo assaggio! Quanto ai colori per vivacizzare la glassa io ho utilizzato quello che avevo in
E’ la rielaborazione sperimentale delle tradizionali sfinci il cui nome deriva dal latino spongia cioè spugna. Sono, infatti, frittelle morbide, gustose ed asimmetriche, che in bocca hanno la consistenza di vere e proprie spugne. La rielaborazione è consistita nell’inserire nell’impasto abbondante Parmigiano grattugiato e poi nel farcire le singole frittelle con un quadratino di cioccolato fondente
Il termine tempura si fa risalire tradizionalmente al XVI secolo, con i primi contatti tra i giapponesi ed i marinai portoghesi e/o i missionari cristiani. Il termine deriva dal latino quattuor tempora che coincidevano con l’inizio di ogni stagione ed erano periodi in cui i cristiani d’allora osservavano un periodo in genere di tre giorni
Piatto saporito, ma non disdicevole per la presenza delle pere selvatiche o di pianta inselvatichita. L’ho assaggiato anni fa in un agriturismo, ad Orgosolo.
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