Secondo di carne ideato dallo chef Salvo Macauda e servito sempre durante la manifestazione “Insoliti abbinamenti”. C’era anche un secondo a base di uva, melograno e baccalà (preparato da Peppuccio Lucifora), ma come sapete non amo il baccalà e quindi non l’ho neppure assaggiato. Quelle che trascrivo sono le dosi per 6 persone.
Ho assaggiato questo straordinario timballo di tagliolini a casa di amici qualche mese fa. Mi sono fatto dare la ricetta e l’ho realizzata proprio ieri che avevo a cena degli amici. Dai loro positivi commenti e dal fatto che non è avanzato, deduco che sia piaciuto molto. Le dosi che indico sono per 8 persone.
Questa ricetta del Camerun è di Delphine e appartiene alla sua famiglia da generazioni. La particolarità di questa ricetta è che può essere declinata con carne di manzo stufata o pesce bianco e sodo.
Pare che Camillo Benso, Conte di Cavour, oltre ad essere un grande statista fosse anche un grand viveur a cui piaceva indulgere ai piaceri della tavola. Anzi, si narra che egli utilizzasse la buona cucina anche come mezzo di diplomazia, sicchè nella cucina piemontese si trovano parecchi piatti associati al suo nome. Questo ragù è
Piatto assaggiato qualche settimana fa durante una pausa pranzo in una trattoria a me vicina. Ormai mi conoscono e non mi fanno più neanche chiedere la ricetta. L’ho rifatto a casa con un buon successo apportando due piccole varianti ad uso e consumo dei figli.
Guardavo svogliatamente il banco dei formaggi cercando qualcosa di diverso, di nuovo. Mi si avvicina Daniele, il salumiere, che con il suo sorriso sempre gentile e aperto mi chiede: Posso farle provare qualcosa di speciale che raramente si trova in giro?. Certo rispondo di che si tratta? Del Pannerone, un formaggio speciale, che viene dalla
Scenografiche lo sono di sicuro, perché colorate e quindi molto allegre. Certo più un piatto estivo, che da gustare in gennaio: mi riprometto infatti di riprovarle a tempo debito magari in versione fredda.
Ieri sera sono tornato dallo studio che erano le 10:00 passate, affamato come non mai, frigo quasi vuoto e famiglia che aveva già cenato. Guardando la TV mi sono fatto un risotto allo zafferano con quello che avevo e, giusto per sperimentare, ci ho messo su una julienne di scorza d’arancia leggermente tostata e delle scagliette
Non chiedetemi perchè questo piatto si chiami così. La traduzione letterale dal dialetto sta per ravioli rotti, forse ad indicare che non c’è l’involucro di pasta, ma solo il ripieno. E’ un piatto della tradizione povera, di cui si sarebbe persa memoria se non fosse stato tenuto in vita solo dalle suore del Monastero Benedettino che
Ricetta che preparava il mitico Nenè ai tempi dell’università. Ne avevo quasi del tutto perso memoria. Ora che è saltata fuori dai miei appunti di cucina, mi sono affrettato a prepararla con i primi carciofi disponibili sul mercato. Trascrivo le dosi per 6 persone.
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