Ricetta di Orsagiuliva.L’abbinamento zucca/amaretti non l’ho certo inventato io: basta assaggiare i meravigliosi tortelloni emiliani con zucca per rendersene conto…e probabilmente null’altro di questa ricetta; niente s’inventa in cucina, motivo per il quale se involontariamente ed innocentemente ho scopiazzato qualcuno con questa ricetta, voglia il signor qualcuno accettare le mie più sentite e golose scuse….;O)
Tanti nostri fratelli e conterranei “nordici”sono convinti che la polenta sia una loro esclusiva alimentare, niente di più errato,la polenta la si è sempre mangiata in tutte le regioni Italiane dal mare alla montagna,magari cambia il “companatico” o la consistenza o il modo di proporla, ma resta sempre una vivanda universale
e questa ricetta, penso comune a tante regioni italiane ,in Sardegna è sentita come indigena,ora è diventata “da zattera”ma quando eravamo tutti un po’ più poveri,nel periodo invernale, nei menù della festa dava il cambio alla pasta.
Ottimo piatto sia caldo che tiepido,si presta come pietanza ma anche come antipasto,un mio amico cuoco, si era attrezzato di un cilindro di acciaio inox,tanto per capirci come due scatole di pelati da 800 g. senza fondo sovrapposti .Quando il polpo era cotto lo tagliava a pezzi ancora caldo versava i pezzi conditi nel cilindro,inseriva
Prelibato contorno di stagione, che prevede l’uso delle sole cappelle dei porcini,i gambi comunque non vanno gettati , ma affettati finemente, saltati in padella con olio e aglio e prezzemolo, vengono buoni per un risotto o uno spezzatino, o anche per una frittata.
Questa ricetta di coniglio che stà tra la cacciatora e il salmì,era il piatto forte della nonna di Luigi,un amico,come mè con più di tre “anta” sul groppone,e che viaggia sereno versoi quattro,che me l’ha fatta conoscere, la ricetta non la nonna. Da servire ben caldo con polenta o riso in bianco o spätzli o
Questo piatto ,perlomeno dalle mie parti (native) è estinto,ricordo di averlo visto preparare per l’ultima volta da mia nonna Mimmia ,ch’è scomparsa nel 49 del secolo scorso,e non l’ho più visto fare d’allora,forse esiste ancora qualche anziano che lo prepara,essendo un piatto sano e digeribile, ma visto ch’é un pasto contadino,sarà senza ombra di dubbio,
Questa saporita ricetta campagnola prevede l’uso dei peperoni. Non tutti li gradiscono, in peperonata o stufati, per la loro laboriosa digeribilità: tuttavia, passandoli alla fiamma o scottandoli un attimo in acqua bollente e privandoli della pelle, risultano certamente più leggeri.
Il fastidio maggiore,per una casalinga comune è, prima, l’uccisione dell’anguilla, secondo la sua pulizia dal limo scivoloso che la ricopre, io ho scoperto un sistema non cruento ,ma molto efficace, come arrivo a casa caccio il pacchetto delle anguille e lo lascio per almeno due ore in congelatore. Il freddo oltre che uccidere il serpe,solidifica
Questa pietanza resta particolarmente delicata se si usano coratelle di capretto o agnello,ma in mancanza di questi anche il vitello e il manzo vanno bene.
Quando ero bambino, ogni economia domestica, che disponeva dello spazio,( poteva essere anche un sotto scala per il ricovero della notte, di giorno gli animali stavano in strada)aveva il suo pollaio,Ricordo che mia madre, riservava due pollastri,che nutriva con cure particolari, per la festa della Madonna della Neve,patrona del paese,festività che ricorre il 5 agosto
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