ricette di Carnevale

10 italianissime ricette di Carnevale

Adriana Angelieri

La storia del Carnevale la conosciamo tutti, ce la raccontavano alle scuole elementari prima dell’attesissima festa di Carnevale che dava da lavorare a mamme e nonne, impegnate nella loro personale versione delle chiacchiere.

La parola Carnevale – lo ribadiamo per chi quel giorno, a scuola, era intento a pensare alla maschera dell’uomo ragno o di cappuccetto rosso – deriva dal latino carnem levare, eliminare la carne. Anticamente, infatti, l’ultimo giorno di carnevale si teneva un gran banchetto, in cui ci si dava alla pazza gioia prima dei sacrifici culinari della quaresima.

Sarà per questo che in questo periodo viene preparata una miriade di dolci fritti, primi leggeri come macigni e tante altre ricette di Carnevale grasse e irresistibili che in questo periodo dell’anno abbiamo il diritto di concederci (sì, è lo stesso alibi che usiamo durante le feste natalizie per legittimare i nostri eccessi. Ma poco importa, perché da febbraio in poi il panico per la prova costume inibisce la fame…).

Dunque, ecco le 10 proposte che abbiamo tirato fuori dal cilindro de Il Giornale del Cibo

I grandi classici del Carnevale

Se non si mangiano le chiacchiere non è Carnevale. Ma qualcuno potrebbe obiettare che non è carnevale se non si mangiano le frappe, o i cenci, le cioffe, o le sfrappole. Sì, perché ogni regione d’Italia ha le sue varianti e le chiama in modo diverso, ma poi in fondo, si sa, sono tutte chiacchiere

sfrappole

Altra dolce frittura diffusa in tutta Italia sono le castagnole, palline fritte e cosparse di zucchero a velo che possiamo trovare in due varianti: una discreta, senza ripieno, l’altra sfacciatamente farcita con crema pasticcera o panna.

ricetta-castagnole-morbide

E per continuare sulla scia dei grandi classici, come non parlare del sanguinaccio, la crema al cioccolato con cui si accompagnano le chiacchiere, originariamente aromatizzata con il sangue di maiale? Nonostante la crema sia oggi preparata senza questo accorgimento che le conferiva un retrogusto acidulo (la vendita del sangue di maiale al pubblico non è più permessa), la ricetta, infatti, mantiene ancora il suo vecchio nome, testimonianza di una caratteristica tradizione culinaria.

sanguinaccio

Fritture di Sardegna, Basilicata e Veneto

Saltando da una regione all’altra del nostro Paese cambiano le ricette, ma resta una costante: la frittura. Si frigge in Veneto, dove si preparano le frittelle con l’uvetta, anche dette fritole veneziane, ma si frigge anche in Basilicata, dove a sfidare il fegato sono le buonissime canestrelle di Carnevale bagnate con il miele e cosparse di codine di topo colorate.  Si frigge anche in Sardegna, dove per l’appunto i tipici dolci carnevaleschi si chiamano Fatti Fritti, soffici ciambelloni ricoperti di zucchero.

frittelle-con-uvetta

I piatti di nicchia

C’è poi una sfilza di ricette di Carnevale disseminate per la penisola e le isole che potreste non conoscere. Sono le tradizioni peculiari di regioni e città del nostro stivale, piatti raramente esportati e non sempre conosciuti in tutta la nazione. Ve ne presentiamo 4 che hanno stuzzicato in modo particolare la nostra curiosità.

Partendo da Bologna, dove si preparano le Alchermes di Carnevale, ravioli dolci che vengono preparati in questo periodo dell’anno, e arrivando in Sicilia, a Modica, dove abbiamo scovato delle corposissime lasagne di carnevale imbottite con carne d’ogni sorta.

lasagne di carnevale

Scorrendo di nuovo verso nord la cartina geografica ci siamo fermati a Napoli, che non contenta del suo ipercalorico sanguinaccio onora il Carnevale con il suo migliaccio con la semola, di cui esiste una versione dolce e una salata.

migliaccio napoletano con la semola

Infine, salpiamo a Firenze, dove troviamo la schiacciata alla fiorentina, che al contrario di quanto potreste pensare non ha nulla a che vedere con la focaccia: si tratta piuttosto di un dolce, così chiamato perché non deve superare lo spessore di 3 cm.

schiacciata alla fiorentina

La benedizione dello chef

Dopo avere attraversato l’Italia alla scoperta di fritture e zuccheri del nostro Bel Paese, potevamo lasciarvi in preda all’olio bollente, senza prima darvi la benedizione di tre amanti dei fornelli? Certo che no, ed è per questo che il nostro tour culinario si chiude con tre grandi classici, suggeriti da tre chef CIR food: il migliaccio di Carnevale di Angelo Madonna, le bugie di Antonio Savastano e i taralli di Carnevale di Lidia Vergura.

Sfiniti da questa impegnativa carrellata di fritture (è il caso di dirlo: le ricette di carnevale non scherzano!) vi chiediamo: quali altre ipecaloriche squisitezze vorreste aggiungere a questa lista?

 

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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