Storie e ricette di 10 dolci USA per una colazione o una merenda a “stelle e strisce”

Mara D'Angeli
3 minuti

     

    Sarà per la curiosità verso ciò che è diverso dalle nostre tradizioni, per il desiderio di sperimentare i cibi che, sin da bambini, abbiamo visto in serie tv e cartoni animati, o per la voglia di “premiarsi”, ogni tanto, con qualcosa di golosissimo. Sta di fatto che il cibo made in USA esercita spesso un fascino particolare su di noi e questo vale sia per le preparazioni salate che dolci. E siccome di dessert “a stelle e strisce” ce ne sono davvero tanti, oggi abbiamo pensato di proporvi alcune ricette di dolci americani ideali per una colazione o una merenda un po’ diverse dal solito, da sperimentare a casa insieme alla famiglia, andando anche a scoprire la loro storia e alcune curiosità

    Dolci americani: origini e ricette per una colazione o una merenda internazionali

    Che in America non ci vadano leggeri col cibo, lo sappiamo. E anche sulla colazione non scherzano perché la prendono molto sul serio: oltreoceano è un pasto abbondante e variegato, dalle porzioni enormi, con sciroppi su qualunque cosa, e burro e zucchero come se piovesse… Ecco, se state cercando dei dolci “leggeri” e salutari, siete nel posto sbagliato: ma ogni tanto – e con moderazione – è giusto concedersi uno strappo alla regola, gustandosi del comfort food. Non solo per colazione, si intende, ma anche come spuntino di metà pomeriggio o come dessert di fine pasto da servire ai propri ospiti. Perché allora non provare dei cioccolatosissimi cookies, una meravigliosa fetta di apple pie o dei soffici brownies? La bella notizia e che, oltre che buoni, questi dolci sono anche facili da preparare e ideali per una bella ricarica di buonumore. Scopriamo allora 10 ricette e qualche curiosità sulla loro nascita. Del tipo, sapevate che i cookies sono nati per caso? O che Biancaneve preparava l’apple pie? Be’, per queste e altre curiosità, continuate a leggere. Pronti, pancake, via!

    Pancakes, le frittelle che hanno conquistato l’America

    Se diciamo “pancakes”, a tutti probabilmente vengono in mente le immagini dei film americani, dove si vede la classica famigliola felice che, la mattina, si riunisce attorno al tavolo per fare colazione con una torre di queste specie di frittelle ricoperte di sciroppo d’acero. Anche se non si tratta di una preparazione inventata proprio in territorio americano (pare che sia originaria della Grecia, come vi abbiamo parlato nell’articolo sulla storia dei pancakes), è però lì che la ricetta si evolve e si differenzia dalle varianti europee, grazie all’aggiunta di un ingrediente: il baking powder, ossia il lievito chimico inventato alla fine del XIX secolo. Così, da quel momento, i pancakes conquistano le case e le tavole calde, diventando una ricetta statunitense a tutti gli effetti. Simili alle crêpes, si tratta in realtà di sofficissime frittelle, spesse circa 3-5 mm e, secondo la tradizione americana, entrambi i lati devono presentarsi di un omogeneo color bruno, senza però bruciare la pastella. La parte divertente di questa ricetta è che è molto versatile e può essere realizzata in mille modi: se la classica è con sciroppo d’acero o con una cascata di frutti di bosco freschi, ne esistono infinite versioni, che prevedono la frutta nell’impasto, oppure ricoperti di cioccolato o, addirittura, salati. La preparazione della pastella resta la stessa, ma ci si può sbizzarrire con il condimento! 

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    Ricetta dei pancakes

    Perfetti la domenica mattina, o per un goloso brunch, i pancakes sono una preparazione veloce e semplice per coccolarsi con dolcezza.

    Ingredienti

    • 200 g di farina
    • 2 cucchiaini di lievito in polvere
    • 1/2 cucchiaino di sale
    • 1 cucchiaino di zucchero
    • 2 uova
    • 250 ml di latte
    • 1 cucchiaio di olio di girasole
    • 3 cucchiai di olio di semi vari per friggere
    • 3-4 cucchiai di sciroppo d’acero (oppure miele d’acacia tiepido)
    • 3 cucchiai di mirtilli

    Procedimento

    1. Per prima cosa, in una terrina unite la farina, il lievito, il sale e lo zucchero
    2. Dividete i tuorli dagli albumi, e montate questi ultimi a neve fermissima. In una ciotola, con una frusta a mano sbattete leggermente i tuorli, il latte e l’olio.
    3. Aggiungete i liquidi ai solidi: girate con la frusta a mano per pochi secondi. Incorporate con delicatezza anche gli albumi con una spatola, facendo movimenti lenti dal basso verso l’alto per non smontarli. Il risultato sarà una pastella morbida e fluida, ma non eccessivamente liquida.
    4. Ungete con un filo d’olio di semi una padella antiaderente e scaldatela a fuoco medio. A questo punto, inizia la magia: versate circa 3 cucchiai di pastella per ciascun pancake nella padella, facendo attenzione a distribuire per formare un dischetto di 10 cm di diametro.
    5. Ora inizia la cottura: aspettate finché sulla superficie non inizieranno a comparire delle bollicine e i bordi risulteranno asciutti. Quindi, capovolgete la frittella e togliete dal fuoco solo quando entrambi i lati risulteranno ben dorati e il pancake sarà lievitato, arrivando a circa 1 cm di spessore. Ripetete i passaggi fino a quando tutta la pastella non sia esaurita. Servite con sciroppo d’acero e con i mirtilli.

    Cupcakes, per colazioni e merende festose

    Per una gustosa merenda o una festa per bambini, cosa c’è di meglio di simpatici e coloratissimi cupcakes? Partiamo subito da una premessa: anche se apparentemente simili, muffin e cupcakes non sono la stessa cosa. I muffin nascono in Inghilterra, mentre i cupcake sono originari degli Stati Uniti e si chiamano così proprio perché in origine venivano cotti in piccole tazze. La loro superficie piatta si presta per essere guarnita in tanti modi, ad esempio con glassa, panna montata e altre decorazioni, ed è proprio questa una delle peculiarità di questi dolcetti. Qualcosa sulla loro storia? Il primo riferimento alla cottura in tazza risale a una ricetta del libro di Amelia Simmons American Cookery, del 1796, mentre il termine “cupcake” è stato documentato per la prima volta nel 1828. 

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    Ricetta dei cupcake

    Noi non riusciamo a resistere alla tentazione di provarli, anche perché la ricetta è davvero molto facile, per cui non vediamo l’ora di condividerla con voi. Pronti a mettere le mani in pasta? 

    Ingredienti per 12 cupcake

    Per l’impasto

    • 2 uova grandi
    • 110 g di zucchero di canna
    • 110 g di burro ammorbidito
    • 110 g di farina autolievitante
    • mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia

    Per la crema di burro

    • 300 g di zucchero a velo
    • 150 g di burro ammorbidito
    • 3 cucchiai di latte
    • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
    • pasta colorante alimentare (se lo si desidera)

    Procedimento

    1. Per prima cosa, montate il burro con lo zucchero. Quando avrete ottenuto un composto dalla consistenza soffice aggiungete le uova e mescolate. 
    2. Unite al composto la farina autolievitante, il mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia e mescolate ancora. 
    3. Quando il tutto si sarà amalgamato bene, potete versare l’impasto all’interno dei pirottini di carta riempiendoli per circa metà. Portate il forno alla temperatura di 180°C e infornate, facendo cuocere per circa 15 minuti. Una volta cotti, i cupcake andranno lasciati raffreddare completamente prima di essere decorati. 
    4. Preparate ora la crema di burro. Usando le fruste elettriche montate il burro per ammorbidirlo, dopodiché versate lo zucchero a velo e un cucchiaino di estratto alla vaniglia. Sbattete il tutto con le fruste elettriche per amalgamare bene, aggiungendo anche il latte. Se volete vivacizzare la crema con del colore, basterà aggiungere del colorante alimentare.
    5. Come ultimo step, dovrete solo inserire la crema in una sac à poche e decorare, una volta raffreddati, tutti i cupcake!

    I cookies: i biscotti nati per caso

    Se parliamo di biscotti, invece, i più famosi e copiati al mondo sono senz’altro loro, i cookies! Queste bontà rotonde, leggermente schiacciate, rappresentano la quintessenza della pasticceria americana, e come moltissime ricette la sua invenzione fu totalmente casuale. Siamo negli anni ‘30, in Massachusetts, dove Mrs Ruth Wakefield era solita preparare dei biscotti al burro da servire ai clienti del suo lodge tra Boston e New Bedford, il Toll House Inn. Ma durante la preparazione, ci fu un imprevisto: la Wakefield si accorse che mancava un ingrediente fondamentale, il Baker’s chocolate, ossia un tipo di cioccolato amaro ed estremamente scioglievole. Cosa fare? Decise di sostituirlo con dei pezzi di cioccolato derivati da una barretta semidolce firmata Nestlé, e qui accadde la magia… quando Wakefield estrasse i biscotti dal forno, si accorse che i pezzetti di cioccolato non si erano sciolti, e il tutto aveva preso una consistenza solida e croccante. 

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    La ricetta fece il giro degli States e Wakefield diventò famosissima, al punto che lo stesso Andrew Nestlé, assistendo a un incremento vertiginoso delle vendite della sua baretta Nestlé Semi-Sweet Chocolate Bar, decise di recarsi al Toll House Inn a conoscere Ruth, e i due stipularono un vero e proprio contratto. L’azienda dolciaria, nel 1939, lanciò sul mercato un nuovo prodotto, le “chips”, ossia le gocce di cioccolato già pronte all’uso, e Wakefield ottenne una fornitura di cioccolato a vita e l’autorizzazione a stampare la sua ricetta sul retro delle confezione di chocolate chips, con il nome The Famous Toll House Cookie. Da allora i cookies hanno fatto il giro del mondo, sbarcando anche in Europa, e vengono preparati in diverse varianti: senza burro o con la farina integrale, con diverse tipologie di cioccolato, al pistacchio, con le arachidi o le noci, o addirittura con gli M&M’s.

    Ricetta degli originali “Chocolate Chip Cookies”

    La ricetta è quella originale di Ruth Wakefield, ovviamente convertendo attentamente le dosi da “cup” a grammi. Gustateli insieme a un bel caffellatte, oppure a un succo fresco e vedrete che esplosione di sapore!  

    Ingredienti per circa 60 biscotti

    • 225 g di burro
    • 165 g di brown sugar (zucchero di canna scuro)
    • 160 g di zucchero semolato
    • 300 g di farina
    • 2 uova grandi
    • 1 cucchiaino di sale da tavola (circa 7 g)
    • 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio (circa 5 g)
    • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia (o una bustina di zucchero vanigliato)
    • 100 g di nocciole tritate finemente (facoltative)
    • 320 g di gocce di cioccolato fondente

    Procedimento

    1. Mescolate la farina, il bicarbonato e il sale e lasciate da parte.
    2. Nel mentre, prendete una spatola e lavorate il burro ben morbido, a temperatura ambiente, con le due tipologie di zucchero: amalgamate e poi, una per volta, aggiungete le uova.
    3. Unite il mix di farina, bicarbonato e sale al composto, quindi aggiungete le gocce di cioccolato, la vaniglia e, se volete, le nocciole.
    4. Aiutandovi con due cucchiaini, create delle piccole palle di impasto e sistematele su una teglia ricoperta di carta da forno. Attenzione a distanziarle tra loro: durante la cottura in forno, tenderanno ad “allargarsi” e, se messe troppo vicine, il rischio è di farle attaccare.
    5. Lasciate riposare in frigorifero per circa un’ora e poi procedete con la cottura in forno precedentemente riscaldato a 180° per circa 10/12 minuti. La fase del riposo in frigo non è fondamentale: si può anche saltare, a quel punto bisognerà procedere subito ad accendere il forno, in modo che sia caldo al termine della preparazione.  
    6. Sfornate, lasciate raffreddare prima di gustarli, in modo che si “rapprendano” leggermente, oppure conservateli in una scatola ben chiusa.

    I brownies… e cioccolato sia!

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    Un godurioso viaggio nel cioccolato, attraverso un tortino dal sapore intenso e la consistenza che si scioglie in bocca. Stiamo parlando dei brownies, un altro dolce tipico statunitense che i chocolate lovers non possono non conoscere e non aver mai assaggiato! Quanto alle origini, questi quadrotti morbidi e golosi, dal cuore umido e soffice e la superficie croccante, sarebbero nati a Chicago a fine Ottocento, per la precisione al Palmer House Hotel, su richiesta di Bertha Palmer, filantropa e donna particolarmente influente all’epoca (l’hotel era un regalo di nozze del marito Potter Palmer). La donna avrebbe richiesto alla cucina del Palmer House di realizzare un dolce che fosse facile da confezionare e trasportare per le donne che avevano partecipato alla Chicago World’s Columbian Exposition del 1893, evento che fu molto importante a livello sociale e culturale. Sarebbero nati così i brownies, anche se allora non si chiamavano in questo modo, acquisendo il nome solo successivamente. Il Palmer House Hotel propone ancora oggi quella che sarebbe la ricetta originale ideata oltre un secolo fa. Se però non avete modo di volare a Chicago per gustarla, che ne dite di provare una delle nostre ricette di brownies, dalla versione alle mandorle a quella al caffè?

    I donuts, le ciambelle simbolo degli States

    E se vi dicessimo che i donuts (o doughnuts), le celeberrime “ciambelle di Homer” ricoperte di glassa, hanno origine olandese? Ebbene sì: questa golosa preparazione, ormai diffusa in tanti Paesi dell’Occidente, discenderebbe infatti dalle olykoecks, delle frittelle di forma rotonda che i coloni olandesi avrebbero portato negli Stati Uniti. Queste ultime, però, non presentavano la classica forma ad anello che siamo abituati a vedere nelle ciambelle americane. A tal proposito, esistono diverse storie riguardo alla presenza del buco, gran parte legate a Hanson Gregory, capitano navale del New England nell’Ottocento. La leggenda narra che la madre fosse solita preparare questi dolci per lui e per l’equipaggio e che un giorno, per avere le mani libere, il capitano abbia infilato il donut che stava mangiando su un’impugnatura del timone, creando così il famoso buco. Secondo un’altra versione, invece, tutto sarebbe nato dall’esigenza di far sì che le ciambelline si cuocessero meglio e più in fretta. Comunque siano andate le cose, a noi questo parlar di ciambelle ha messo una gran fame: se anche voi sentite un certo languorino, perché non date un’occhiata alle nostre ricette per preparare i donuts?

    Apple pie, da Nonna Papera a Biancaneve

    A proposito di modi di dire sul cibo, in America esiste l’espressione “as american as an apple pie” per indicare proprio qualcosa di tipicamente americano. L’apple pie, ossia la torta di mele, è diventata, con gli anni, un vero e proprio simbolo degli States, protagonista dei pranzi in famiglia e delle festività, accompagnata con il gelato alla vaniglia: il legame con il Paese è talmente forte che viene infatti comunemente chiamata “american pie” a sottolinearne proprio l’appartenenza. Eppure, la ricetta non è di origine americana: pare che sia stata “inventata” in Inghilterra, intorno al 1390, quando si trova una ricetta contenuta in un ricettario del cuoco di corte del Re d’Inghilterra Riccardo II. L’idea nasce da una sorta di pasticcio di carne, poi sostituito con un contenuto di mele non perfette nell’aspetto per conservarle, dato che non esistevano i frigoriferi. 

    La ricetta viene esportata dai primi pellegrini nel Nuovo Mondo – a Jamestown, nel New England – nel XVII secolo e qui si evolve e diffonde, ottenendo fama e fortuna. Sembra, infatti, che durante la Guerra Civile americana, entrambi gli schieramenti, dell’Unione e dei Confederati, fossero intenti a sfornare torte di mele nelle retrovie. Nel 1902, il New York Times definisce l’apple pie il “il sinonimo americano di prosperità” e, durante la Seconda Guerra Mondiale gli americani partivano in battaglia combattendo “for mom and apple pie”. Ma la celebrità arriva con Walt Disney: ebbene sì, nei suoi fumetti il personaggio di Nonna Papera è spesso disegnata intenta a preparare l’apple pie, che poi faceva raffreddare sul davanzale della finestra e che, puntualmente, qualcun altro finiva per mangiare di nascosto.

    Ma non è finita qui: si vede che Walt Disney era goloso di torta di mele, perché questo dolce ritorna in molti cartoni Disney che hanno fatto la storia, in primis in Biancaneve e i sette nani del 1937. Nel film, troviamo la dolce protagonista preparare l’apple pie aiutata dai suoi amici uccellini, quando poi viene interrotta dalla strega cattiva, che le propone una succosa e rossissima mela (avvelenata)… e il resto, come si dice, è storia.

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    Ricetta dell’apple (american) pie

    Da Biancaneve e Nonna Papera alle vostre tavole, direttamente! Questa è una ricetta che richiede un po’ più di tempo, ma ne varrà senz’altro la pena. Sottofondo musicale consigliato durante la preparazione? Ovviamente, American Pie, la canzone di Don McLean riportata al successo nel 2000 da nientepopodimeno che… Madonna!

    Ingredienti per 6 persone

    Per l’impasto:

    • 300 g di farina
    • 50 g di zucchero
    • 150 g di burro non di frigorifero
    • q.b. di  d’acqua
    • q.b. di sale

    Per il ripieno:

    • 800 g di mele Grannie Smith
    • 120 g di zucchero di canna
    • succo di mezzo limone (+ q.b. di scorza)
    • 1 cucchiaino di maizena
    • q.b. di cannella
    • q.b. di polvere di chiodi di garofano
    • q.b. di polvere di noce moscata
    • 20 g di burro
    • 1 uovo
    • q.b. di zucchero per la decorazione

    Procedimento

    1. Il primo passo è la preparazione dell’impasto per la base e per la copertura della torta. In una ciotola, mettete insieme la farina, lo zucchero, un pizzico di sale e il burro a fiocchetti: impastate fino a ottenere un composto granuloso. 
    2. Riempite circa mezzo bicchiere d’acqua fredda e, lentamente, versatela sull’impasto: lavoratelo fino a formare una palla. Ricopritela con la pellicola e lasciatela riposare in frigo per circa 30 minuti.
    3. Nel frattempo, passate a occuparvi del ripieno: lavate le mele, sbucciate e tagliatele a fettine molto sottili. Mettetele in una ciotola e irroratele, mano a mano, col succo di limone, per evitare che diventino scure. 
    4. Aggiungete la scorza grattugiata di limone, la cannella, la polvere di garofano, la noce moscata e la maizena, quindi mescolate bene così che le mele prendano tutti gli aromi.
    5. Trascorsa la mezz’ora, estraete dal frigo il panetto e dividetelo in due parti, perché l’idea è quella di creare la base della torta più grande rispetto alla “chisura” superiore della torta. Aiutandovi con il mattarello, stendete la pasta formando due dischi: riponete il più grande su una tortiera di circa 24 cm di diametro, precedentemente imburrata e infarinata. Un accorgimento: fate in modo che il disco di pasta vada oltre il bordo della tortiera di qualche centimetro (non dev’essere esattamente a filo), perché servirà poi per chiudere il dolce.
    6. Con una forchetta, bucherellate la base dell’apple pie, poi versateci sopra il ripieno di mele, ricoprendo tutta la superficie, creando una sorta di “cupola”. In pratica, lasciate i bordi più vuoti e compattate con le mani le mele verso l’alto, quasi a fare un castello di sabbia!
    7. A questo punto, prendete l’altro disco di pasta e chiudete la torta: attenzione a non romperlo e a fare in modo che sia steso bene su tutta la superficie. 
    8. Con i ritagli di impasto avanzati, create una sorta di cordoncino, che vi servirà a coprire il bordo esterno della torta, a scopo decorativo. Sempre con una forchetta, schiacciate delicatamente il bordo e fate attaccare bene il cordoncino allo strato superiore della torta, in modo che non si stacchi durante la cottura. 
    9. Con un coltello, praticate dei tagli sulla cupola: questo accorgimento serve per far uscire il vapore dall’interno della torta. La particolarità è che ci si può sbizzarrire con la fantasia e formare vari disegni (ce ne sono di tutti i tipi!). Concludete spennellando la superficie dell’apple pie con l’uovo che avrete precedentemente sbattuto in un ciotolino e cospargete di zucchero di canna. 
    10. Mettete in forno preriscaldato a 180° per 40 minuti, facendo attenzione che non si bruci troppo sulla superficie. Trascorso questo tempo, la vostra apple pie sarà pronta. In America, la servono fredda, ma noi la consigliamo tiepida! 

    Pecan Pie, la torta del Ringraziamento

    Scommettiamo che l’avete sentita nominare meno spesso rispetto agli altri dolci visti finora, ma la Pecan pie è un altro grande classico americano. Un dolce gustoso, il cui ingrediente principale sono appunto le noci Pecan – una tipologia di noci coltivata soprattutto negli Stati Uniti, in Brasile, in Australia, in Israele e in piccola parte anche in Italia – tipiche specialmente della cucina del sud degli Stati Uniti. Preparazione immancabile sulle tavole durante festività come il Ringraziamento o il Natale, ma anche come dessert e spuntino goloso in altri momenti dell’anno, si pensa sia stata inventata da cuochi francesi giunti a New Orleans dopo aver scoperto queste noci dai nativi americani, anche se le ipotesi sulle origini sono controverse. In ogni caso, la ricetta è comparsa per la prima volta verso la fine dell’Ottocento e si dice che la sua popolarità sia legata anche a un’azienda produttrice di sciroppo di mais (un ingrediente della torta) che, intorno agli anni Trenta, ebbe l’idea di stamparne la ricetta sulle bottiglie del prodotto. 

    Ricetta della Pecan Pie

    Che ne dite di stupire i vostri ospiti con un dolce diverso dal solito e che forse non hanno mai avuto modo di assaggiare? Be’, allora non vi resta che cimentarvi con la preparazione di una Pecan pie, senza dimenticare il tocco finale: un po’ di panna montata o una pallina di gelato da aggiungere alla fetta sono l’accompagnamento perfetto per questo dolce ricco di sapore.

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    Ingredienti per circa 10 persone

    Per la base della torta:

    • 110 g di burro
    • 160 g di farina
    • 50 g di acqua molto fredda
    • 2 cucchiai di zucchero
    • q.b. di sale

    Per il ripieno:

    • 60 g di burro fuso
    • 3 uova intere
    • 80 g di zucchero di canna scuro
    • 250 g di sciroppo d’acero
    • q.b. di cannella
    • q.b. di sale

    Per la superficie della torta:

    • circa 60 g di gherigli di noci Pecan

    Procedimento

    1. Partite dalla base della torta: versate in una ciotola il burro freddo, la farina, il sale e lo zucchero e impastate il tutto con le mani, fino a raggiungere una consistenza simile alla sabbia. A questo punto aggiungete l’acqua che, ricordiamo, deve essere molto fredda, e continuate a impastare fino a ottenere un composto compatto. Avvolgetelo nella pellicola trasparente e mettetelo in frigo per circa mezzora/un’ora
    2. Ora occupatevi del ripieno: unite in una ciotola le uova intere, lo zucchero, il burro fuso, lo sciroppo d’acero, un po’ di sale e di cannella e mescolate con una frusta a mano (questa ricetta non lo prevede, ma ci sono anche versioni in cui nel ripieno vengono inserite le noci Pecan tritate). Il risultato sarà una farcitura abbastanza liquida. 
    3. Trascorso il tempo necessario, prendete dal frigo l’impasto e cominciate a stenderlo su un piano di lavoro infarinato utilizzando un matterello. 
    4. Imburrate i bordi di una tortiera di circa 24 cm di diametro e posizionate sulla base della carta da forno, dopodiché foderatela con la pasta che avete appena steso. Bucate la base con i rebbi della forchetta e cercate di tenere il bordo della torta non troppo basso per non far uscire il ripieno. Se riuscite, potete anche lasciare uscire circa 2 cm di pasta dal bordo della tortiera e poi modellarla con le dita per creare un motivo di forma ondulata. 
    5. Versate il ripieno all’interno della torta e decorate la superficie con i gherigli di noci Pecan fino a coprirla completamente. 
    6. Cuocete la torta in forno a 175°/180°C per circa 30-35 minuti.
    7. Ricordate che il dolce va servito freddo, per cui assicuratevi che si sia raffreddato per bene prima di tagliarlo e servirlo ai vostri ospiti!

    Cheesecake: dall’Antica Grecia all’America

    Per ritrovare le origini della cheescake, invece, non dobbiamo volare in America ma… verso l’Antica Grecia! Sembra infatti che la prima torta a base di formaggio venisse già servita agli atleti proprio durante i Giochi Olimpici. In che modo poi questo dolce si sia diffuso dall’antichità al mondo moderno non è ben chiaro, ad ogni modo oggi la cheesecake è diffusa in tanti Paesi e ne esistono numerose varianti. Ma tornando agli Stati Uniti, la versione “moderna” di questo dolce deve i natali a James L. Kraft, produttore lattiero-caseario statunitense che, nel 1872, voleva cercare di  riprodurre un famoso formaggio francese, il Neufchatel. L’esperimento non riesce ma gli permette di realizzare la crema al formaggio, componente base della cheesecake che conosciamo. Per questo motivo la torta viene comunemente collegata al mondo anglosassone. Che ne dite di provare la ricetta della cheesecake newyorkese e alcune varianti di questa torta al formaggio?

    Marshmallow: dall’Antico Egitto con furore

    Cosa vi viene in mente quando parliamo di marshmallow? Forse Snoopy mentre arrostisce questi dolcetti intorno al fuoco, l’omino di marshmallow di Ghostbusters oppure una calza della Befana stracolma di golosità, tra cui questi irresistibili cilindretti zuccherosi! A qualsiasi cosa vi facciano pensare, si tratta di un altro dolcetto iconico statunitense ma che, anche in questo caso, avrebbe radici ben diverse. Sì perché i marshmallow, udite, udite, avrebbero origine addirittura nell’antico Egitto. Non è dato sapere che aspetto avessero al tempo dei faraoni, naturalmente, ma anche gli Egizi realizzavano una preparazione simile utilizzando l’altea, o Althea Officinalis, pianta appartenente alla famiglia delle Malvaceae con proprietà terapeutiche, mescolandola con noci e miele. I dolci cubotti che conosciamo oggi, però, hanno avuto origine in Francia nell’Ottocento e venivano realizzati sempre a partire dalla linfa di questa pianta attraverso una procedura artigianale. Successivamente, la sostituzione dell’altea con la gelatina e l’industrializzazione del processo produttivo hanno portato a una maggiore diffusione dei marshmallow. In particolare, a metà del Novecento, fu Alex Doumak negli Stati Uniti a standardizzare e velocizzare il metodo produttivo facendo diventare questi dolci estremamente popolari negli States.

    Ricetta dei marshmallow

    Avete mai provato a preparare dei soffici marshmallow con le vostre mani? Se la risposta è no, ecco per voi una ricetta per una versione homemade di questi dolcetti, magari da usare come simpatico regalo da donare ai più piccoli o agli amici. 

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    Ingredienti per circa 40 marshmallow 

    • 200 g di acqua;
    • 80 g di albume (per orientarvi, considerate che in genere servono tre uova medie per ottenere 100 g di albume);
    • 18 g di colla di pesce;
    • 360 g di zucchero;
    • 1 bustina di vanillina;
    • circa mezzo limone;
    • 100 g di zucchero a velo;
    • 100 g di fecola.

    Procedimento

    1. Riempite una ciotola con dell’acqua fredda e mettete in ammollo la colla di pesce per circa dieci minuti, in modo che si ammorbidisca.
    2. Nel frattempo, versate lo zucchero e l’acqua in un pentolino e fate cuocere fino a raggiungere la temperatura di 115-116°C (per misurarla vi servirà un termometro da cucina). 
    3. Mentre la miscela di acqua e zucchero sono sul fuoco, potete montare gli albumi usando delle fruste elettriche o una planetaria. 
    4. Non appena gli albumi saranno montati e lo sciroppo avrà raggiunto la giusta temperatura, versate quest’ultimo sugli albumi, continuando intanto a far girare le fruste. 
    5. Sciogliete la gelatina ammorbidita nel succo di limone caldo, quindi versate la colla di pesce e mezza bustina di vanillina nel composto di albumi continuando a montare per altri dieci minuti circa. Per ottenere dei marshmallow perfetti il tutto dovrà essere montato con cura. 
    6. Versate il composto in una teglia o terrina rettangolare, foderata con carta da forno, e stendetelo aiutandovi con una spatola per livellarlo.
    7. Lasciate riposare il composto a temperatura ambiente alcune ore senza coprirlo. Nel frattempo, in una ciotola, mescolate lo zucchero a velo, la fecola e la vanillina rimasta e tenete parte, perché vi servirà tra poco.
    8. Trascorso il tempo necessario, quando il composto si sarà raffreddato è il momento di sformarlo. Cospargete la superficie con il mix di zucchero a velo, fecola e vanillina, quindi togliete il preparato dalla teglia, sollevandolo insieme alla carta da forno, e capovolgetelo su un altro pezzo di carta da forno posto su un piano di lavoro. Con delicatezza, quindi, togliete la carta da forno che ne copre la superficie e spolverate nuovamente. 
    9. Ora non vi resta che tagliare il composto in strisce di spessore di circa 2 o 3 cm, tenendo conto che ogni striscia andrà a sua volta tagliata per creare dei cubetti
    10. Questi ultimi andranno cosparsi con il composto di zucchero, fecola e vanillina, e poi messi in un setaccio per togliere l’eccesso di polveri: i vostri marshmallow sono pronti! 

    Banana Split, un tuffo in America e… negli anni Ottanta!

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    Un dessert scenografico, divertente e semplicissimo da prerarare? Ecco a voi la banana split! Un dolce golosissimo, che non solo ci fa pensare all’America, il Paese di origine, ma ci fa compiere anche un viaggio indietro nel tempo, precisamente negli anni ‘80 e ‘90, quando era particolarmente in voga nelle nostre gelaterie. Come per molte preparazioni, anche in questo caso esistono più versioni circa le sue origini, anche se quella più accreditata attribuisce l’invenzione a David Evans Strickler, studente della Pennsylvania, che agli inizi del Novecento lavorava nel bar di famiglia: sarebbe stato lui, un giorno, a sperimentare questo particolare abbinamento prendendo spunto da un dolce simile che aveva visto mentre era in vacanza. Tuttavia, anche altre città rivendicano la paternità di questo dolce tanto appariscente quanto semplice da realizzare. Il bello della banana split, infatti, è che per realizzarla non serve essere necessariamente degli “chef” e basta avere a portata di mano alcuni ingredienti essenziali. Per prima cosa bisogna tagliare la banana per la lunghezza, ricavando due parti (da qui deriva il termine “split” che significa “diviso”). In mezzo, non dovrete fare altro che inserire tre palline di gelato (solitamente alla vaniglia, alla fragola e al cioccolato) e poi aggiungere (eh sì, non è finita qui) della panna montata, della salsa di cioccolato, della frutta (in genere ciliegie candite) e della granella di nocciole. E il bello di questo dolce è che può essere personalizzato come si desidera, giocando con i colori, i sapori e le decorazioni. L’importante, per un risultato ottimale, è scegliere banane non troppo mature. 

    Speriamo che queste ricette vi abbiamo fatto viaggiare con la mente (e con il palato), portando un po’ di States sulle vostre tavole! E voi avete mai provato a cucinare uno dei dolci che vi abbiamo proposto?


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    Nata a Rimini, ha trascorso gli anni universitari a Urbino dove, tra una lezione e l’altra, si è innamorata della mitica crescia: ora, quando le chiedono cosa preferisca tra crescia e piadina… be’, non sa proprio decidere! Da qualche anno vive a Riccione, vicino a Rimini, e lavora come web writer e revisore di contenuti. Il suo piatto preferito è la pasta asciutta, in tutte le forme e le salse, perché un buon piatto di pasta… ti cambia la giornata. In cucina per lei non può mancare una bella porzione di verdura di stagione, condita con olio d’oliva.

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