di Silvia Salomoni.Tipico in tavola è una nuovissima rivista trimestrale che ha attirato la nostra attenzione e che ci fa piacere presentarvi perchè nasce con l’intento di divulgare la tipicità e la qualità dei prodotti italiani, proprio come il Giornale del Cibo. Un centinaio di pagine ben documentate e illustrate che faranno ogni tre mesi
di Martino Ragusa.Per fare il culatello di Zibello si sacrifica un’intera coscia di maiale dalla quale si ricaverebbe il prosciutto per utilizzare solo la natica, che diventerà culatello. Qualcosa di simile si fa anche in Molise, ma con una logica che parte da presupposti opposti. La coscia viene sempre sfasciata (con minori rimpianti perché non
di Martino Ragusa. Claudio Destefanis è un benemerito allevatore di bovini, suini e ovini. La benemerenza se la guadagna grazie alla sua attenzione per le razze autoctone che contribuisce a mantenere pure, vive e attive. Insomma non si lascia tentare dalle razze straniere e internazionali che producono molta più carne o latte a danno della
di Martino Ragusa. Claudio Destefanis è un benemerito allevatore di bovini, suini e ovini. La benemerenza se la guadagna grazie alla sua attenzione per le razze autoctone che contribuisce a mantenere pure, vive e attive. Insomma non si lascia tentare dalle razze straniere e internazionali che producono molta più carne o latte a danno della
di Francesco. Vorrei segnalare una chicca che ho scoperto qualche giorno fa, la Mortadella di Prato, un antico salume toscano purtroppo oggi prodotto solo da un salumificio e da qualche artigiano, ma molto in uso fino agli anni ’50 del ‘900. Come la Mortadella classica anche questa è un salume cotto, e fatto prevalentemente dagli
di Alexander Màscàl.Nelle terre piemontesi, uno degli ingredienti della cucina tipica è l’utilizzo del vino locale, come in questa località del Roero dove si producono il Favorita, l’Arneis, il Roero, senza però tralasciare gli altri vini, e naturalmente il tartufo bianco d’Alba…Siamo sul confine tra Langa e Roero, sulla strada che da Alba conduce a
Questo piatto, tipicamente invernale, è diffuso un po’ in tutta la Toscana settentrionale e prende vari nomi a seconda del luogo dove lo si trova, questo succede perchè ogni paese rivendica la paternità del piatto, che è solo figlio della povertà e di quel che si trovava durante l’inverno, così se nella Garfagnana lo si
di Martino Ragusa.Nel bel negozietto di Francesca Solinas trovate la salsiccia di Oliena, fra le più rinomate dell’isola, a grana grossa (è tagliata a punta di coltello) e venduta sia fresca che appassita da consumare come salume. Poi l’ottimo prosciutto del salumificio artigianale Puddu, la mustela, un insaccato magrissimo di maiale e il tipico guanciale
di Martino Ragusa. Le porchette che si vedono ad Ariccia, sembrano elementi scenografici per un film ambientato nell’Antica Roma, e in realtà i romani erano grandi mangiatori di una porchetta pressoché uguale a quella che mangiamo oggi, pare che Nerone ne fosse ghiottissimo. Gli ingredienti sono sempre quelli: un maialino di sessanta/settanta chili, sale, pepe,
di Martino Ragusa.Rigatoni cacio e pepe, spaghetti alla carbonara, coratella, trippa e puntarelle. Forse in nessun’altra parte d’Italia la ristorazione ha mantenuto l’impronta casalinga e gioviale come nelle cittadine dei Castelli Romani.Ad Ariccia e Frascati sopravvivono ancora le fraschette, osterie dove per pochi euro si mangia bene e alla buona, senza nulla concedere ai comandamenti gastronomici
Questo piatto della civiltà contadina, è ancora abbastanza gettonato, nei Grotti Ticinesi.Prima di andare avanti devo spiegare, per chi non vive o conosce a fondo l’arco alpino, cosa sono I Grotti (o Crotti in Valtellina). Erano delle dispense ricavate nelle grotte naturali dove si verifica il fenomeno, delle rocce che respirano, mi spiego dalle cavità
Le taccole di pisello ( pisello mangiatutto) non sono più di stagione quindi non è facile trovarle fresche,ma si possono sostituire molto bene con , le taccole di fagiolo ,le piattone,e specialmente quelle gialle che io preferisco,sono l’ideale,provatele come contorno e vi leccherete le dita. Come salumeria per questi piatti, si prestano bene i”fondi”opportunamente mondati,
Non si tratta di un vero e proprio ristorante, ma di un punto di ristoro abbastanza anomalo che però può accontentare una clientela piuttosto svariata. Appena entrati ci si trova di fronte al banco del bar, ma adiacente si trova una piccola saletta con alcuni tavoli ed un bancone da salumeria. E’ possibile degustare tutti
di Martino Ragusa. “È il classico ciauscolo marchigiano, però fatto con la mia mano”. Giuseppe Dell’Orso, detto “Peppe Cotto” compone sculture di lardo e improvvisa rime baciate. Per intenderci è un altro macellaio-artista come Dario Cecchini, il toscano che taglia bistecche declamando Dante divenuto ormai una star televisiva. Ho isolato questo verso, tra i numerosi
di Alex Castelli. Martino e tutti noi della Redazione del Giornale del Cibo vi raccomandiamo di usare in cucina sempre verdure e prodotti di stagione, che oltre a fare bene a noi che li mangiamo fanno bene all’ambiente. Sono più buoni e nutrienti e costano meno non solo in termini di prezzo al mercato, ma
Le osterie della Bassa Valle D’Aosta, offrono in qualsiasi momento della giornata un pasto simile alla “merenda sinoire” piemontese. “Sinoire” vuol dire “senza ora”, perché le merende non sono legate alle ore canoniche dei pasti principali anche se ci assomigliano per l’abbondanza delle portate, mentre non hanno nulla a che vedere con l’idea di spuntino
di Martino Ragusa. Fra le varie testimonianze che attribuiscono alla Valchiavenna la maternità della bresaola ci sarebbe anche l’etimologia del suo nome che deriverebbe dall’italiano arcaico “brasa”, cioè “brace”, in dialetto “brisa”. In realtà, le bresaole un tempo venivano asciugate al caldo delle braci e quella chiavennasca non solo è l’unica a essere ancora affumicata,
Ricetta base II taglio di carne adatto Naturalmente parliamo di carne bovina. Il taglio migliore è la lombata disossata (o controfiletto), seguita dalla costata che viene cotta con tutto l’osso. Lombata e costata sono lo stesso muscolo, il lunghissimo del dorso, che cambia nome passando dalla zona lombare a quella dorsale. La sua idoneità al
Attorno a Martina si estende un’altra isola botanica con flora transadriatica, cioè con piante tipiche dell’altra sponda dell’Adriatico rimaste intrappolate in questa zona della Puglia dopo la glaciazione che ha dato origine allo stretto di Otranto. Tra queste c’è il Fragno (Quercus troiana), una quercia diffusa nei Balcani che differisce dalle nostrane per le sue
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