di Rosita. Fin dal medioevo, nel territorio ora conosciuto come Oltrepò Pavese, per la cena dell’antivigilia di Natale si usava preparare un pasto “di magro” ma molto abbondante, composto di sette portate, anche per affrontare il digiuno del giorno seguente. Inoltre i contadini, che avevano ogni giorno problemi di sopravvivenza, sfruttavano l’evento per rimpinzarsi.
Molti mammiferi carnivori, come il cane, non vedono “a colori” ma soltanto “in bianco e nero” per il semplice motivo che la carne viva, di cui si cibano, ha un solo colore, il rosso, detto proprio per questo “rosso vivo”. Tuttavia essi compensano questa mancanza con una maggiore acuità visiva, che permette loro di cogliere
di Silvia Salomoni. Lo Zabajon è un ottimo dolce della tradizione veneziana, dessert ideale per chiudere in bellezza il pranzo del 25 Aprile, festa di San Marco oltre che anniversario della liberazione italiana. Chiamato anche zabaglione è una crema densa e spumosa, ottenuta facendo cuocere a bagnomaria tuorlo d’uovo freschissimo, frullato a lungo con zucchero
di Silvia Salomoni. O è Natale tutto l’anno, o non è Natale mai… Questo noto buon proposito trova assai di rado concreta applicazione nel nostro “essere più buoni” ogni giorno dell’anno, ma certamente vale per il Pandolce genovese! Il Pandolce, infatti, è il tipico dolce natalizio di Genova, tradizionalmente propiziatorio di salute, fortuna e soldi
di Karlito. Il piccolo birrificio Barley, nato poco più di un anno fa a pochi chilometri da Cagliari, può vantare già una certa notorietà e alcune birre di assoluto interesse, tra le quali spicca questa Tocca di bo’. E’ una rossa molto aromatica, dal sapore rotondo, e con un retrogusto pieno, di frutta e aromi
di Gianluigi Storto. Gli esperti di tè sanno che i raccolti delle foglie vengono distinti in vari tipi. C’è il “due foglie e gemma”, il “tre foglie e gemma” e così via. Maggiore è la presenza di germogli, di gemme, ovvero di foglioline che stanno per aprirsi, ancora avvolte in una particolare lanugine argentea, migliore
Com’è noto i piatti e le ricette più diffuse hanno la particolarità di avere moltissime varianti, specialmente quando si tratta di piatti e prodotti tipici nazionali, le varianti diventano tante quante sono le zone in cui essi sono consumati. La Sangria, tipica bevanda spagnola dal colore rossastro, che prende il suo nome dalla parola “sangre”
di Martino Ragusa. L’olio extra vergine d’oliva della DOP “Terre del Chianti Classico” è un olio dal carattere deciso – in Toscana non poteva essere diversamente – e adattissimo a una cucina di carni e ortaggi. Ho anche avuto la fortuna di trovare un giovanissimo olivicoltore della specie degli “entusiasti”, un’evenienza che mi riempie sempre
A Malnisio, presso la Locanda Borghese, dopo svariati lustri passati a Venezia, troviamo la cucina di mamma Teresa, cucina, tutta curiosamente, casalinga, quasi quella della nonna, la cucina degli anni cinquanta, quando la televisione entrava in punta di piedi nelle nostre case, il microonde lo si vedeva nei film americani, i surgelati un sogno e
Cibi preparati Prodotto Durata conservazione Preparazione Decongelazione Ragù di carne Fino a tre mesi Non cuocere completamente Direttamente sul fuoco o a bagnomaria Salsa di pomodoro Fino a tre mesi Cuocere completamente Direttamente sul fuoco o a bagnomaria Brodo di carne Fino a tre mesi Meglio se ristretto Direttamente sul fuoco Minestrone di verdura Fino
di Gianluigi Storto. 3° appuntamento con l’approfondimento di Gianluigi Storto, chimico ed esperto di tè, nonché autore del libro “Il tè, verità e bugie, pregi e difetti” (Avverbi editore, Roma 2006). Questa volta Gianluigi ci spiega che cosa c’è in una tazza di tè… La caffeina La caffeina è un alcaloide naturale scoperto nel 1819
Un dolce che mia figlia e le sue amiche richiedono spesso… Lasciando distesa la pasta invece di arrotolarla, si può usare anche come base per una normale torta di frutta.
Eccomi a salutare con voi la prima di ricorrenza del nostro Giornale del cibo: i primi sei mesi di vita. Nessuna celebrazione, per carità, prendo solo un piccolo spazio due grandi ‘grazie’ di cuore. Il primo va a voi lettori che avete mostrato di gradire questo portale che evidentemente ha saputo trovare una sua collocazione
di Vostromo. E’ una mia passione, né dolce, né secco, se c’è da festeggiare si può bere anche la mattina. E’ prodotto dall’uva omonima, forse arrivata per la prima volta in Sardegna direttamente nel porto di Bosa, capoluogo della Planargia. Qui il clima è caratteristico: siamo in collina ma vicinissimi al mare, la regione è
di Alex Castelli. I pistacchi sono i frutti – “drupe” in gergo botanico – di un piccolo albero originario del Medio Oriente molto diffuso in tutta l’area Mediterranea, il Pistacia Vera, alto al massimo sei metri. Ha tronco nodoso e contorto di colore grigio con foglie verde scuro caduche, composte da 3 o 5 foglioline
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