Ristorante, pizzeria, enoteca situato nella piazza principale del paese. Grande e spazioso, dispone anche di una bella veranda in legno circondata di fiori, bellissima soprattutto di sera. Le pareti interne sono rivestite di scaffali in legno che ospitano bottiglie di vino coricate. Ottimi i piatti di pesce, superba la torta di pere servita calda con
Un piatto della tradizione valdostana a base di manzo cotta nel vino con aromi. Un piatto perfetto per il clima invernale da bere con un buon vino rosso corposo.
di Vostromo. Il Gioddu o Joddu è chiamato anche miggioraddu, mezzoraddu, miciuratu o latte ischidu (latte acido). E’ l’unica varietà di latte fermentato originaria del nostro paese. In Sardegna viene tradizionalmente preparato dai pastori con latte di pecora o capra, ha una consistenza superiore a quella dello yogurt vaccino e risulta più cremoso. Il colore
di Orsagiuliva. Ecco un’altra squisitezza valdostana, questo vino passito prodotto nelle colline di Chambave e nelle famose zone di Chatillons e St.Vincent vi incanterà per l’aroma (di moscato) intenso ed il colore ambrato, che ricorda il fieno ormai secco profumato dal sole, e le foglie nei caldi colori autunnali. Va servito sui 12-13 gradi e
Nell’agriturismo, in provincia di Foggia, di Carmine Fiore a Rignano Garganico mangerete bene e godrete della compagnia di un verace uomo del sud, sanguigno, generoso e piacevolmente guitto, con uno humour di livelli professionali. Carmine ha 54 anni e 14 figli, ma quelli li aveva già quando di anni ne aveva solo 43, nel frattempo
di Lucio Braglia. – Che invenzione gli spaghetti! Solo in Italia poteva nascere una pasta così…- Certo, peccato che ad inventarli siano stati in realtà i cinesi.- Ma che dici! Spaghetti, nel mondo, è sinonimo di Italia. Catherine Deneuve diceva: ‘Gli italiani hanno sempre due cose in mente l’altra sono gli spaghetti.’- Quello che dice
Ristorante ricavato da un’antichissima e grande masseria, specialità sono il pesce e la paella spagnola proposta in più varianti. Ottima cucina, vi consiglio la paella imperiale con astice, scampi e aragosta e la frittura di pesce, il tutto accompagnato da ottimo vino bianco. Ottima la location per chi desidera trascorrere in dolce compagnia una romantica
ottima rapporto tra qualità, prezzo e servizio. Il ristorante è nel centro storico del paese, ha un ambiente intimo e accogliente. Il cibo varia dai piatti di pesce a quelli di carne, il tutto accompagnato con vini sardi imbottigliati. I cibi sono impiattati con fantasia. Ho magiato delle pennette alla scoglio, il tonno di carloforte
La Denominazione di Origine Controllata (DOC) è un marchio che circoscrive le origini e l’area della coltivazione delle uve utilizzate per la produzione del vino che presenta questo marchio; scopo di questo marchio è attestare la qualità e la fama del prodotto, le cui caratteristiche sono legate sia all’ambiente naturale che ai fattori umani. Ogni
di Orsagiuliva. La Valle D’Aosta: regione piccina piccina, ma di una bellezza unica ed irraccontabile, con le sue valli così differenti le une dalle altre, esattamente come le sue ricchezze enogastronomiche che le caratterizzano. Come la Liguria, per la piccola estensione dei suoi vitigni, i prodotti vinicoli son poco conosciuti nel resto d’Italia e di
di Gianluigi Storto. Ospitiamo tra le pagine del Giornale del Cibo l’approfondimento di Gianluigi Storto, chimico ed esperto di tè, nonché autore del libro “Il tè, verità e bugie, pregi e difetti” (Avverbi editore, Roma 2006). Questa settimana pubblichiamo la prima parte dedicata alla storia di questa pianta, nei prossimi aggiornamenti Gianluigi tratterà altri aspetti
di Alex Castelli. Togliamo subito un dubbio: col comune garofano ornamentale i chiodi di garofano non c’entrano proprio nulla. Nessuna parentela botanica infatti intercorre tra le piante che affollano e colorano i nostri balconi e questa spezia tanto conosciuta e usata nelle nostre cucine. I chiodi di garofano sono i fiori di un arbusto sempreverde
di Alex Castelli. La Surgiva è un’acqua da ristorazione esclusiva e di classe. Sgorga dalla sorgente di Prà dell’Era in Trentino, nel cuore del parco naturale Adamello Brenta. Lo stabilimento di Carisolo, dove viene imbottigliata, si trova a quota 1134 metri sul livello del mare, vicino Madonna di Campiglio. Con un residuo fisso di 49,50
di Orsagiuliva. L’entroterra ventimigliese é ricco di magnifici borghi dalla storia affascinante, paesaggi suggestivi, molteplici prodotti enogastronomici. Arrampicandosi verso Pigna, dopo aver superato la bellissima Dolceacqua cui si deve la paternità al vino Rossese, si arriva ad Apricale, fieramente arrampicata ad un roccione con le stradine strette strette che si affacciano a questo o a
Ricetta di Vostromo.La Vernaccia di Oristano è un vino bianco secco ottenuto dall’omonimo vitigno, considerato ‘autoctono’ e verosimilmente introdotto in Sardegna dai Fenici. E’ uno dei vini più caratteristici dell’isola, Simile al Jerez (Sherry) per il processo di lavorazione, ha una gradazione minima di 15°. Eccellente vino da meditazione, è adatto soprattutto per il dessert
di Alex Castelli. Il Birrificio Torrechiara si trova nei pressi di Parma e produce da anni birre artigianali di alta qualità a marchio Panil. Attualmente produce sette tipi diversi di birra, tutti legati in vario modo al territorio e da abbinare con la vasta offerta gastronomica parmense. Ce n’è davvero per tutti i gusti. C’è
di Silvia Salomoni. Con il termine un po’ lapidario “Castrato” si intende normalmente il maschio ovino castrato. Se la castrazione avviene quando l’animale è ancora giovane, la carne diventa migliore, più tenera e più sapida, come effetto diretto della precocità e di una maggiore assimilazione degli alimenti. Potete riconoscere un castrato di buona qualità esaminando
di Martino Ragusa. Sembra incredibile con tutte quelle, montagne, eppure la Valle d’Aosta è una regione con una ricca produzione vinicola è così. A introdurmi nel mondo della viticoltura valdostana è stato Andrea Costa, l’enologo della cantina di Chambave, in Media Valle. Andrea è un tecnico bravissimo – basta assaggiare i suoi vini per rendersene
di Martino Ragusa. A introdurmi nel mondo sel passito di Pantelleria è stata Misette Casano che, malgrado sia una vera ‘donna del vino’, non si occupa più attivamente dell’azienda di famiglia. Afflitta da quel misto di claustrofobia e claustrofilia tipico degli isolani, vive tra Pantelleria, Catania e gli Stati Uniti. Perciò per parlare di passito
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