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La tradizione romagnola in versione gourmet: Kalamaro Piadinaro arriva a Milano

Giovanni Angelucci
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    Milano è una città poliedrica, anche per quanto riguarda l’offerta culinaria, che spazia dagli ottimi ristoranti etnici, alle osterie in cui assaporare i piatti più tradizionali, come ossobuco e vitello tonnato, dai ristoranti di pesce a quelli con cucina regionale, per esempio pugliese. Il capoluogo lombardo è in continua evoluzione e, tra i nuovi format che nascono tra le sue strade, arriva anche Kalamaro Piadinaro, che si espande da Riccione nella città meneghina. Nel locale appena inaugurato, CIRFOOD Retail, una società di CIRFOOD, esalta il sacro e gustoso connubio tra la piadina e i piatti a base di pesce e crostacei, nel cuore del quartiere Symbiosis, in Piazza Olivetti 3, in un contesto urbano innovativo e in evoluzione come questo, poco distante dalla famosa Fondazione Prada. Per raccontarvelo meglio, abbiamo intervistato Emilio Fiorani, Executive Director CIRFOOD  Retail, e Gabriele Urbinati, ideatore del brand.

    Kalamaro Piadinaro: la nuova apertura a Milano

    Il punto di forza non è soltanto l’unione degli ingredienti: “il nome deriva da una storia precisa, Kalamaro Piadinaro rappresenta un format bivalente, il pesce e la piada della Romagna con un posizionamento popolare. Si mangia del buon pesce con una declinazione più leggera rispetto alle altre insegne milanesi, mantenendo però un profilo ricercato e attento su tutti gli aspetti dedicati alla clientela. Il locale di Milano non si discosta dall’insegna di Riccione, rimane la voglia di festeggiare a tavola con buoni piatti, ma vuole osare un pò di più”, afferma Emilio Fiorani, Executive Director CIRFOOD  Retail. “Milano è una città che sta diventando pioniera nell’evoluzione dei trend del food, il che significa che offre tanta visibilità. Ci è sembrato logico iniziare da qui perché offre spazi, target di clientela, possibilità di replicabilità. Abbiamo creduto in questa zona e nel suo progetto immobiliare, iniziato nel 2016, perché secondo noi avrà un successo eccezionale. Dopo Gae Aulenti e City Life, Symbiosis diventerà un importante agglomerato direzionale che conterà circa 5.000 dipendenti che qui lavoreranno ogni giorno. La volontà è di farlo vivere anche di sera, adesso studieremo come gestire gli orari ”, continua Fiorani.

    Kalamaro Piadinaro: non solo pesce e piadine nel menù

    cucina kalamaro piadinaro

    Il menù di Kalamaro Piadinaro è variegato e invitante, pesce e piadina (di cui si può scegliere l’impasto, che è prodotto da un laboratorio di Riccione) rimangono i must, ma si possono ordinare anche altri piatti, dalla forte identità romagnola, che costituiscono delle interessanti alternative a base di carne o proposte vegetariane. Dai sanyburgers alla cotoletta di Mora Romagnola con l’osso, dal mezzo pollo arrostito, al fish&chips, al burger di Fassona e Mora. Anche l’offerta dei cocktail è ragguardevole: i drink, infatti, sono studiati appositamente dall’Accademy Campari.  

    Nella parte esterna del locale, che affaccia sullo specchio d’acqua di Piazza Olivetti, c’è un dehor molto piacevole in cui godere di sole e aria fresca.

    dessert kalamaro piadinaro

    Cucina territoriale in versione metropolitana

    Come spiega Gabriele Urbinati, fondatore e ideatore del brand, “Kalamaro Piadinaro nasce come un format di cucina semplice con delle origini territoriali riproposte in chiave metropolitana. Tutto ruota attorno alla piadina e alla tradizione culinaria romagnola. Ci siamo avvalsi della speciale consulenza del cuoco Vincenzo Cammerucci, che qui è Chef Executive e ha formato lo staff di Kalamaro Piadinaro, continuando costantemente a seguire la cucina con i suoi sopralluoghi”, continua l’intervistato.

    kalamaro locale

    “Ci aspettiamo un afflusso importante, perché la ricerca del progetto è intelligente, manteniamo qualità e immagine alta ma con prezzi contenuti; con 25 euro, in un ambiente trendy, si accede a un prodotto che di solito è molto più oneroso, qui una media pasto si aggira intorno a cifre più che abbordabili. Il mercato è ormai saturo ma con questo progetto abbiamo le porte aperte e facciamo gola a molti”.

     

    La ricetta classica della piada si arricchisce dunque di abbinamenti gourmet con ingredienti di alta qualità, senza perdere la sua identità più forte, conosciuta e apprezzata nel mondo. Il simbolo dell’ospitalità romagnola sposa una cucina semplice ma di livello, a base di pesce e crostacei.

    Giornalista e gastronomo, collabora con numerose riviste e quotidiani che si occupano di cibo e viaggi tra le quali spiccano La Stampa, Dove e la Gazzetta dello Sport. I suoi piatti preferiti sono gli arrosticini (ma che siano di vera pecora abruzzese) e gli agnolotti del plin con sugo di carne arrosto. Dice che in tavola non può mai mancare il vino (preferibilmente Trebbiano Valentini o Barbaresco Sottimano).

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