Gianduiotti, Bonet e cri cri: ecco 10 dolci da non perdere a Torino

Francesca Di Cesare
3 minuti

     

    “Torino, ma chi l’ha detto che non sei bella?”, dice Antonello Venditti nella famosa canzone che dedica a questa città. Ma anche buona, aggiungerei io, e soprattutto dolce. Perchè dopo aver passato tre giorni passeggiando tra le sue vie sorseggiando Bicerin, zabaione, cioccolata calda con panna e scartando cremini e gianduiotti mi sono chiesta: Torino è il paradiso dei pasticceri, e lo vengo a sapere solo adesso? Infatti non solo è considerata una delle città italiane più conosciute per il cioccolato, ma vanta anche un territorio ricchissimo dal punto di vista gastronomico e che con le sue nocciole del Piemonte IGP ha dato origine a una tradizione culinaria diventata famosa in tutto il mondo. Soprattutto per quanto riguarda la pasticceria!
    Proprio per questo, nell’articolo di oggi ho deciso di portarvi alla scoperta di 10 irresistibili golose tentazioni da non perdere durante una visita nel capoluogo piemontese. Pronti per scoprire quali sono i dolci tipici di Torino? 

    Foto di Fracesca Di Cesare

    Alla scoperta dei dolci tipici torinesi: un viaggio tra le tentazioni più golose del Piemonte 

    Torino, prima capitale del Regno d’Italia e sede del Salone Internazionale del Libro, nel corso della storia vide il passaggio di numerosi poeti, filosofi e scrittori che proprio qui hanno sviluppato le proprie opere e pensieri. Ammaliati dalla bellezza delle sue piazze, l’hanno descritta infatti come una “città che parla al cuore” e “bella nelle giornate grigie” (Nietzsche). E se a ispirarli fosse stata anche la pasticceria?
    Non tutti sanno che in molti dei locali storici di Torino, come per esempio il famoso Bicerin, passarono numerosi intellettuali che ne apprezzarono non soltanto il caffè, ma anche il cioccolato e i deliziosi dolci tipici a base di nocciola come il Bonet, i gianduiotti, i cri cri e i baci di dama. Vediamoli nel dettaglio! 

    Il Bonet 

    Iniziamo con un dolce simbolo torinese: il Bonet. Si tratta di un budino fatto con uova, zucchero, cacao, latte, rum e amaretti. Inizialmente preparato solo con amaretti e poi, con l’arrivo del cacao, anche nella versione “cioccolatosa”, si trova in tutte le pasticcerie (anche in versione mignon), e nei ristoranti e osterie tipiche come proposta per il dessert. L’ho assaggiato per la prima volta al ristorante Piola dal 1706, in via Provana 7, un locale storico che da più di tre secoli propone piatti della tradizione tipica piemontese come il vitello tonnato, gli agnolotti del plin e l’arrosto al Barolo. Ma potete assaggiarlo anche per addolcire la vostra merenda in una delle tante pasticcerie storiche della città come per esempio Farmacia del Cambio, in piazza Carignano 2 (qui l’ho provato nella versione mignon), magari insieme alla bevanda dolce tipica torinese per eccellenza: Il Bicerin!


    Il Bicerin 

    Foto di Fracesca Di Cesare

    Tra i dolci tipici da non perdere a Torino non posso fare a meno di menzionare anche una bevanda a base di caffè che ha fatto la storia di questa città: Il Bicerin. Arricchita con cioccolata calda e panna, nacque al Caffè Confetteria Al Bicerin dal 1763, in piazza della Consolata, considerato oggi il locale torinese che ne conserva gelosamente la ricetta originale. Torino, città degli scrittori e della letteratura, ha assistito nella storia al passaggio di grandi personaggi come il conte di Cavour, Umberto Eco, Ernst Hemingway, i quali si dichiararono ben presto appassionati proprio del Bicerin. Pensate che Hemingway lo inserì addirittura nella sua lista delle “cento cose del mondo che avrebbe salvato”, da quanto lo ritenesse buono. Del resto, come dargli torto: un caffè così non l’avevo mai assaggiato prima. Ho deciso di provarlo nel locale storico dov’è nato, ma è possibile trovarlo in tutte le caffetterie e pasticcerie della città. Importante: Per gustarlo non bisogna mescolare e confondere i vari strati, ma berlo così com’è.

    Gianduiotti 

    Proseguiamo il nostro dolcissimo viaggio con l’emblema indiscusso di questa città: il gianduiotto. Un cioccolatino a forma di barca rovesciata caratterizzato da una cremosità unica e uno spiccato sentore di nocciole. A quanto pare a inventarlo furono proprio i cioccolatieri torinesi, i quali ai tempi di Napoleone dovettero trovare un altro ingrediente a causa del blocco del cacao imposto in Europa. È così che scelsero l’iconica nocciola del Piemonte, oggi protetta dal marchio IGP, e crearono un nuovo tipo di cioccolato con una minore percentuale di cacao e un irresistibile aroma di frutta secca tostata. Lo chiamarono “gianduia”, dal quale presero il nome successivamente anche i famosi cioccolatini che oggi si trovano in tutte le pasticcerie e confetterie.


    I cri cri 

    Foto di Fracesca Di Cesare

    Ormai l’abbiamo capito: Torino è la patria del cioccolato. Del resto, è qui che sono nati alcuni dei cioccolatieri più famosi d’Italia come Guido Gobino (che, con il suo cremino al cioccolato e sale e olio d’oliva, nel 2008 si è guadagnato il titolo di “miglior pralina del mondo”), Guido Castagna o Davide Appendino. Ma in mezzo alle praline, ai cioccolatini e ai cremini, nel capoluogo piemontese ci sono anche i cri cri: delle praline di cioccolato rotonde con all’interno una nocciola e rivestite da tante palline di zucchero bianco, poi incartate come se fossero delle caramelle. La leggenda narra che nacquero verso la fine dell’800, quando a Torino viveva una giovane sarta di nome Cristina, fidanzata con uno studente. Prima di ogni appuntamento, lui andava sempre in pasticceria a comprarle uno di questi dolcetti e la commessa, che ormai conosceva i due giovani, ogni volta gli chiedeva se fossero per “Cri”. Lui le rispondeva sempre “Cri!”, e da allora il proprietario della pasticceria decise di chiamare questi cioccolatini così. 

    Il gelato 

    Altra tappa culinaria fondamentale torinese è il gelato. Ebbene sì, perchè questa goduria per il palato a Torino non si gusta solo d’estate, ma tutto l’anno, e spicca di artigianalità. Particolarmente famoso negli ultimi anni è diventato quello di Biraghi, in piazza San Carlo 196. Pensate che in questo negozio lo si vende soltanto in un gusto, quello che ha dato origine a tutti gli altri: il fior di latte. Tra gli ingredienti soltanto latte, zucchero e panna per offrire ai clienti un prodotto genuino e di alta qualità, senza l’aggiunta di alcun tipo di emulsionante, aroma o stabilizzante. È questo il motivo per cui viene prodotto ogni altra ora e servito fresco alla lunga fila di clienti che attendono il proprio turno fuori dal negozio. Per quanto riguarda la quantità, vengono serviti (sia in cono sia in coppetta), circa 200 gr per un costo di solo 2€, ma è possibile richiedere anche la versione maxi. Se siete amanti e puristi del gelato, non potete non passare da qui!

    La nuvola di Ghigo 

    Foto di Fracesca Di Cesare

    Con l’arrivo del Natale c’è un dolce tipico che chi passa da Torino non può assolutamente farsi scappare: la nuvola della pasticceria Ghigo dal 1870. Siamo in via Po 52/B, e qui non solo potete trovare la migliore cioccolata calda con panna di tutta la città, ma anche un dolcissimo pandoro rivestito da crema al burro e abbondantissimo zucchero a velo, tanto da ricordare proprio una nuvola. È talmente soffice da sciogliersi letteralmente in bocca, ed è disponibile sia nella versione grande (48€ al kg), sia mono porzione (6€) e solo durante il periodo natalizio. 

    Dolci tipici torinesi: i baci di dama 

    C’è forse qualcosa di meglio di un bel piatto di biscotti da gustare insieme a una calda tazza di tè? Parlo proprio dei baci di dama, i protagonisti indiscussi delle vetrine di tutte le pasticcerie piemontesi, nonché i dolcetti più romantici del mondo. Si tratta di due biscottini a base di farina di mandorle o di nocciole uniti da cioccolato fondente, proprio come se fossero due labbra che si baciano. È proprio per questo che sono considerati i biscotti più romantici in assoluto, spesso regalati al proprio amato o alla propria amata il giorno di San Valentino. Immaginate di riceverne una confezione nell’omonimo parco torinese, magari seduti sulla panchina dove si trovano i famosi “lampioni innamorati”.  Torino è infatti una città che nasconde infiniti angoli di paradiso, e passeggiando per questo parco popolato da dolcissimi scoiattoli, mentre facevo merenda con questi biscotti mi sono chiesta: e se l’amore avesse proprio questo sapore?

    I canestrelli di Biella 

    Continuiamo con i Canestrelli di Biella, dei dolcetti fatti da due cialde farcite da una crema a base di cioccolato nati nella cittadina piemontese a circa un’ora di distanza da Torino. A base di farina, burro, uova, zucchero e cioccolato, sono di forma rettangolare e ricordano molto i Wafer. La loro origine risale intorno al 1600, mentre nella Biblioteca Reale di Torino si trova un manoscritto del 1805 che riporta la frase “Notice sur l’arrondissement de Biella, département de la Sesia”, ovvero “eccellente pasticceria a base di cioccolato, stimata ed inviata in diverse città”. Potete trovarli in tutti i supermercati o nelle confetterie, e sono ottimi insieme al tè o al caffè.

    I Krumiri

    Proseguiamo con la biscotteria e parliamo adesso di una pasta frolla tipica del territorio piemontese e in particolare della zona di Casale Monferrato: i krumiri. Nati nel 1878, probabilmente sono stati creati in ricordo di Vittorio Emanuele II e secondo alcuni la loro tipica forma ricorderebbe proprio i suoi baffi. Sono stati inclusi nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) piemontesi, e dal 1972 la loro ricetta è protetta da un brevetto. Farina, burro, zucchero, uova, vaniglia e niente acqua. Tradizionalmente l’impasto viene fatto a mano e poi lasciato riposare al fresco per un giorno intero – del resto, si sa, le cose più buone si fanno sempre attendere. E allora perchè non cimentarsi nella loro preparazione e provare a replicarli a casa? Oppure gustarli direttamente in pasticceria insieme al tè, vini dolci, liquori, ma anche immersi in una bella tazza di zabaione caldo. È proprio lui infatti che insieme al Bicerin e alla cioccolata calda regna sul podio delle bevande calde amate da tutti i torinesi. Pronti per scoprire l’ultimo peccato di gola?

    Lo zabaione 

    Foto di Francesca Di Cesare

    Natale si avvicina, e con lui anche gli immancabili mercatini che popolano le piazze di tutte le città, fra cui anche quelle di Torino. Ma nella patria dei mastri cioccolatieri i bicchieri da passeggio non vengono riempiti soltanto da cioccolata calda e vin brulè, ma anche dal golosissimo zabaione caldo. Detto anche “zabaglione”, è un prodotto tipico della cucina piemontese e viene usato sia come una crema per farcire i dolci sia come bevanda. Tuorlo d’uovo sbattuto con zucchero e marsala secco: avete mai pensato che la felicità potesse essere fatta soltanto da tre ingredienti? 

    Un aneddoto racconta che lo zabaione venne inventato proprio a Torino nel XVI secolo da un monaco francescano spagnolo, tale Fra Pasquale de Baylon. L’invenzione sarebbe avvenuta per caso, e alcuni affermano che il prete lo consigliasse alle donne che in confessionale gli rivelavano di essere trascurate dai mariti. Secondo lui, infatti, questa bevanda avrebbe dato forza e nuovo vigore ai loro consorti. Che si tratti di verità o leggenda, una cosa è certa: un bicchiere di zabaione riscalda mente e corpo, e addolcisce gli animi. Ancora meglio se ricoperto da un golosissimo ciuffo di panna montata!

    E voi conoscevate questi dolci tipici della tradizione torinese? Sareste curiosi di provarli? 


    Immagine in evidenza di: Francesca Di Cesare

     

    È nata e vive in provincia di Verona, dove si è laureata in Lingue per l’editoria. Ha una passione per la pasticceria e il mondo del vino e attualmente sta terminando gli studi per diventare insegnante di yoga. Ama i sapori delicati ma decisi, come quello delle nocciole in un crumble di mele profumato alla cannella. In cucina non devono mancare: amore e un buon dessert.

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