ristoranti etnici a roma

I 5 migliori ristoranti etnici di Roma (secondo noi)

Giovanni Angelucci
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    I ristoranti etnici a Roma superano quasi il numero  delle pizzerie e delle trattorie sparse lungo tutto il percorso cittadino. In effetti, sembrerebbe strano se così non fosse, visto che la capitale italiana è la città, dopo Milano, più internazionale d’Italia. Ma non è solo questione di multiculturalità: , chi abita nella città eterna adora i ristoranti etnici e ama sperimentare cucine diverse immergendosi in culture apparentemente lontane, ma in realtà facilmente a portata di mano. La cucina etnica qui trova terreno fertile, nella maggior parte dei casi mantiene le proprie identità e altre volte regge il passo delle mode con format innovativi e intriganti.

    Tempo fa vi abbiamo portato in Lombardia, in cerca dei migliori ristoranti etnici a Milano, tra Sud America, Libano e Svezia, questa volta invece ci siamo decisi a farvi assaggiare qualcosa di diverso, con una grande componente asiatica che a Roma pare “tirare” parecchio.

    Ristoranti etnici a Roma: quali scegliere?

    Qui ogni sera può essere l’occasione per viaggiare lontano e avvicinarsi ai profumi e ai sapori di luoghi visitati o totalmente sconosciuti: il tempo di soli ristoranti giapponesi o cinesi è finito, ora c’è davvero una vasta offerta di cucine da tutto il mondo e di buon livello. Una globalizzazione gastronomica che ha eliminato i confini geografici e culturali tramite il cibo e attraverso la convivialità dello stare a tavola. Un giro planetario rimanendo comodamente seduti a tavola, tra i gusti che Roma offre.

    Temakinho

    temakinho roma

    Fonte: temakinho.com

    Leader nel casual-dining nippo brasiliano, offre ben 3 indirizzi nel cuore di Roma: quartiere Monti con il suo design ispirato alla regione di Bahia, Borgo Angelico e nella Rinascente di via del Tritone 62. Temakinho forse non ha bisogno di molte presentazioni, ma per chi ancora non lo conoscesse, è il luogo alla moda fatto di colore e calore, dinamicità, trend con le sue caipirinhe preparate utilizzando la cachaca “Mais Amor” di produzione propria. I piatti fondono Giappone e Sud America con petiscos (le tapas nippo brasiliane), ceviche, tiraditos, roll e temaki che vanno per la maggiore.

    L’apertura più recente in via del Tritone propone anche un menu dedicato alla prima colazione fatto di toast con frutta (torradas de frutas), avocado toast con uova o salmone (torradas de abacate), mini panini al formaggio (pao de queijo), smoothie bowls (vitaminas tigela), dolci e croissant con marmellate ai frutti tropicali fatte in casa e la variante matcha nelle proposte della caffetteria. Insomma pare proprio che Temakinho non conosca crisi.

    Zuma

    zuma roma

    Fonte: facebook.com/zumarome

    La cucina Izakaya è stata creata nel 2012 dallo chef Rainer Becker e nel 2016 ha trovato casa anche in un ristorante di Roma (via della Fontanella di Borghese, 48). Nella centralissima via della Fontanella di Borghese, Zuma occupa gli ultimi due piani di Palazzo Fendi e riceve i propri ospiti in un rooftop niente male. Zuma vuol dire “allontanamento dal tradizionale”, espresso attraverso una cucina giapponese autentica ma reinterpretata in chiave contemporanea, in uno stile tipicamente nipponico, quello Izakaya appunto.

    Dunque cucina informale originaria del Giappone al centro della quale vive la condivisione: la cucina principale, il sushi bar e la robata grill, la griglia a carbone giapponese attorno alla quale gli ospiti possono osservare i cuochi durante la preparazione di carne, pesce e verdure.

    La Punta Expendio de Agave

    la punta expendio de agave

    Fonte: facebook.com/pg/expendiodeagave

    Nel cuore di Roma, a Trastevere in via Santa Cecilia 8, questo localino parla messicano. Che si mangi al banco o seduti in uno dei tavolini, il menu cambia di sovente e la drink list permette di sorseggiare i buoni cocktail realizzati con distillati di agave. L’idea nasce dalla collaborazione tra The Jerry Thomas project Speakeasy e Freni e Frizioni cocktail bar, con una ricerca e un lungo studio da parte di Roberto Artusio e Cristian Bugiada, rivolta alla scoperta della produzione di distillati tradizionali e dell’autentica cucina messicana. Tostada de pulpo adobado ovvero una gustosa tortilla di mais croccante, con polpo marinato, panna acida, coriandolo e cipolla, taco de cerdo al pastor (tortilla di mais ripiena di collo di maiale alla brace, marinato con ananas e achiote), tostada de res, una  tortilla croccante ripiena di manzo in salsa di arachidi e chile de arbol.

    Grekos

    grekos roma

    Fonte facebook.com/grekosroma

    Grekos propone a Roma la vera cucina greca in zona Prati (via dei Gracchi, 282). Aperto questa estate da Fratzis Kakias originario dell’isola di Kos, Mauro De Felice e Anna Paola Rinaldi, già proprietari di Ippokrates, mira a diventare il punto di riferimento italiano per i piatti provenienti dalla vicina e acclamata Grecia. Immancabile la pita ripiena con carne grigliata al momento e tagliata a fettine o le altre tipiche pite realizzate con carne di maiale, pollo, manzo, anche in versione vegetariana e vegana, arricchite dai gustosi condimenti tradizionali homemade. Ovviamente presenti le insalate come la Choriatiki con feta greca e olive di Kalamata. Feta e yogurt arrivano direttamente dalla casa madre, così come le birre Mythos Draft e la Fix o la Septem in bottiglia. Tradizione sì, ma declinata in chiave giovane, aperta all’innovazione e soprattutto alle nuove tendenze in campo nutrizionale e salutistico.

    Galbi

    galbi roma

    Fonte: facebook.com/galbiroma

    La cucina della coreana è servita in via Cremera 21! Galbi nasce dalla passione per cucina coreana e dall’esperienza di Stefano Chung e Deuk Uoo Ferretti Min, proprietari dei rispettivi ristoranti Gainn e Apuleius. Arriva così, nel 2015, Galbi: il primo barbecue coreano della capitale. Lunghe marinature, fermentazioni e cotture alla brace (i coreani sono degli esperti di barbecue) rappresentano le particolari caratteristiche di Galbi, aperto sia a pranzo che a cena ma con formule differenti: i Do Sirak compongono il lunch box di pesce, verdure e carne sia bianche che rosse, con riso al vapore, misticanza con frutta secca e semi di girasole. A cena il menu cambia e da sfogo alle creazioni coreane: il Kimchi fermentato tipico della tradizione, il Japchae (spaghetti di patate dolci con carne e verdure), il Pajeon  (una frittella ai frutti di mare), le spuntature di maiale marinato alla soia o con pesto leggero di peperoncini coreani cotte alla brace. Ma anche i panini Bossam Pang con pancia di maiale e kimchi o l’Ori Pang con anatra alla brace sfilacciata, yogurt e cetrioli.

    E i vostri ristoranti etnici favoriti di Roma quali sono?

    Giornalista e gastronomo, collabora con numerose riviste e quotidiani che si occupano di cibo e viaggi tra le quali spiccano La Stampa, Dove e la Gazzetta dello Sport. I suoi piatti preferiti sono gli arrosticini (ma che siano di vera pecora abruzzese) e gli agnolotti del plin con sugo di carne arrosto. Dice che in tavola non può mai mancare il vino (preferibilmente Trebbiano Valentini o Barbaresco Sottimano).

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