Quali sono le proprietà benefiche delle tisane?

Angela Caporale
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    Tè e tisane rappresentano una calda compagnia, ma anche una perfetta pausa per idratarsi a sufficienza e supportare l’organismo. Ciò a patto che si impari a conoscerne le caratteristiche. Abbiamo chiesto alla dottoressa Francesca Evangelisti, biologa nutrizionista, di spiegarci quali sono le proprietà delle tisane e perché esse sono così importanti per integrare nella dieta alcuni principi attivi vegetali. Si tratta, infatti, come spiega l’intervistata, “del più antico e miglior modo di somministrazione di tali principi. Possono essere utilizzate sotto due forme diverse: infuso oppure decotto”. Conosciamo meglio le loro caratteristiche!

    Tisane e decotti a base di erbe e fiori

    Partiamo dalla differenza tra infuso e decotto: nel primo caso aggiungiamo in acqua bollente le erbe lasciate in infusione per circa 5/10 minuti, mentre nel secondo le erbe vanno immerse in acqua a temperatura ambiente e successivamente bollite per un periodo di tempo non superiore a 20 minuti. “Da ricordare – aggiunge l’intervistata – che, per quanto riguarda l’assunzione di principi attivi vegetali esistono anche il semicupio (immersione in acqua calda con le erbe scelte) e il cataplasma (decozione di erbe avvolte in bende e applicate sulle parti doloranti)”.

    tisana in un tazza

    COULANGES/shutterstock.com

    Le proprietà delle tisane: i benefici di questi rimedi

    Le erbe e i fiori, assunti tramite le tisane, sono utili nel trattamento di vari malesseri come affaticamenti e cattiva digestione, e in generale tutti quei disturbi che non si possono considerare vere e proprie malattie e per i quali i farmaci sarebbero un rimedio troppo pesante. “È bene precisare – sottolinea l’intervistata – che le tisane vanno sempre considerate come coadiuvante, magari per calmare i sintomi, e non devono escludere quindi l’eventuale necessario ricorso a medicinali di sintesi”.

    Le parti del corpo trattate con le tisane vengono divise in quattro categorie principali:

    1. mente, testa e viso;
    2. corpo, pelle e torace;
    3. basso ventre e addome;
    4. ossa, arti inferiori e circolazione.

    Vediamo, per ogni categoria, alcuni esempi:

    1. Mente, testa e viso.
      1. Ansia: infuso di maggiorana (un cucchiaino di foglie sminuzzate in una tazza di acqua molto calda per 5 minuti e filtrare – 2 tazze al giorno).
      2. Cefalea: infuso di gelsomino (1,5 cucchiai circa di fiori di gelsomino in infusione in 1 litro di acqua bollente per 10 minuti, e filtrare – una scodella calda prima di dormire).
    2. Corpo, pelle e torace.
      1. Bronchite: infuso di piantaggine o di sambuco (infusione di 2 pizzichi di piantaggine o sambuco per 10 minuti in acqua bollente – quantità a piacere, eventualmente da addolcire con miele).
      2. Depurazione: decotto di gramigna (bollire 30 g di radici pestate in 1 litro di acqua – da bere nella giornata; utile anche come diuretico).
    3. Basso ventre e addome.
      1. Colite: decotto di mirtilli (bollire 30 g di bacche di mirtillo per 5 min in 1 litro di acqua, spegnere e lasciare in infusione per 10 min – 3 tazze al giorno, tra i pasti.
      2. Disturbi mestruali: infuso di achillea (lasciare in infusione 2 pizzichi di achillea per 10 min in una tazza di acqua bollente – una volta al giorno, 3 giorni prima dell’inizio delle mestruazioni).
    4. Ossa, arti inferiori e circolazione.
      1. Osteoporosi: decotto di coda cavallina (bollire 50 g di fusti essiccati in 1 litro di acqua per mezz’ora – 3 bicchieri prima dei pasti).
      2. Varici: decotto di ippocastano (bollire 40 g di corteccia secca di rami giovani in 1 litro di acqua per 10 minuti – 2 tazze al giorno a settimane alterne).
    infuso in tazza

    vasanty/shutterstock.com

    Come preparare una tisana

    La dottoressa ci spiega, allora, come preparare una tisana attraverso tutte le fasi: dalla raccolta delle erbe per chi desidera seguire in casa l’intero procedimento. Va usata acqua il più possibile pura poiché quella troppo calcarea intacca le erbe, e possono essere utilizzate diverse parti delle piante: i fiori, le gemme, le foglie, gli steli, i bulbi, le radici, i tuberi, la corteccia, i frutti e i semi.

    La raccolta delle erbe

    “I fiori – spiega la dottoressa Evangelisti – devono essere colti nel corso della fioritura, comprendendo sia la sommità fiorita che alcune foglie. Le erbe aromatiche coma la salvia, la menta, l’origano e il timo devono essere raccolte, invece, quando il fiore è ancora in boccio poiché gli oli essenziali vengono concentrati nel fiore per attirare gli insetti”. Durante la fioritura questi ultimi hanno infatti già asportato il polline e il nettare, che sono invece parte integrante dell’estrazione.

    Le gemme vengono colte, quindi, quando sono ancora chiuse e la perula (ovvero la fogliolina scura e coriacea che ricopre la gemma) non si è ancora staccata. Le foglie si prelevano nel periodo precedente la fioritura, quando sono ancora giovani e non vanno mai raccolte quelle inferiori poiché sono le prime a nascere e, pertanto, le più deteriorate. Gli steli vengono raccolti nello stesso periodo delle foglie, mentre i bulbi dopo la fioritura, quando la parte aerea inizia ad appassire. Le radici quando la pianta è in riposo vegetativo, in genere in autunno per le piante annuali, e a inizio primavera per quelle perenni.

    La corteccia viene prelevata in primavera, per conifere e piante resinose, nel momento di risalita della linfa, mentre per gli altri alberi, in inverno se adulti, in autunno se giovani. I frutti vengono colti in piena maturazione, quando cambiano colore, mentre i semi quando la pianta inizia a seccare, poco prima che li perda autonomamente.

    “Le ore migliori per la raccolta dei semi – conclude la biologa nutrizionista – sono le prime ore del mattino o al tramonto, ma non vanno colti se piove o tira vento, meglio in giornate dal tempo bello e secco, quando la rugiada è evaporata”.

    Come funziona l’essiccazione?

    fiori di campo essiccati

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    Subito dopo la raccolta si procede con l’essicazione, una fase che permette di eliminare gran parte dell’acqua presente nelle piante. Se il materiale raccolto risulta impolverato o infangato deve naturalmente essere prima lavato e fatto asciugare con aria calda. “Questo passaggio – ci spiega la biologa nutrizionista – risulta particolarmente utile per le radici, che devono necessariamente essere lavate molto bene e tagliate in pezzetti di 1-2 cm. Pezzi più lunghi impiegherebbero infatti molto tempo a seccare”.

    Dopo il lavaggio, le piante vanno divise per specie, ovvero quelle aromatiche devono seccare separatamente da quelle prive di aroma. La prima fase avviene all’aria aperta, ponendo le piante per breve tempo al sole diretto, fino a farle appassire. A questo punto si può procedere in due modi, o si pongono le erbe in forno, senza superare i 35°C per le parti aeree (fusto, foglie, fiori ecc…) e i 50-60 °C per le radici, oppure in un luogo asciutto, ombroso e ventilato, per esempio una soffitta, avendo cura di schermare finestre con teli di iuta e lasciando però spazio sufficiente per la circolazione dell’aria.

    I fusti e gli steli vanno raccolti in fasci non troppo stretti e capovolti oppure disposti su graticci in strati sottili. “Foglie, fiori e radici, che non vanno mai mescolati, vengono in genere posati sul fondo di una cassetta coperta da un telo di iuta. Le bacche possono essere poste in un cartone dai bordi bassi mentre i semi andranno estratti dalle ombrelle essiccate strofinandole tra le mani e poi lasciati seccare per un’ulteriore settimana, dopo averli passati al setaccio per eliminare polvere e residui della pianta”.

    La dottoressa ci spiega, poi, che i tempi di essiccazione dipendono dalla quantità di acqua da rimuovere, in genere si consigliano 15-20 giorni per le radici, fusto e corteccia, 8-10 giorni per le foglie e 3-4 giorni per i fiori.

    fiori essicati ed erbe

    tesdei/shutterstock.com

    Conservazione e frantumazione delle erbe e dei fiori essiccati

    “Il materiale essiccato – specifica – si può pertanto conservare in bottiglie di vetro scuro, completamente riempite e ben chiuse, oppure in scatole di latta o vasetti di terracotta o, ancora, in sacchetti di carta, scuri, spessi e ben sigillati con nastro adesivo”. Non vanno mai, invece, conservate quantità eccessive di erbe poiché con il passare del tempo i principi attivi si indeboliscono fino a scomparire. L’ideale è rinnovare ogni anno le scorte.

    Prima dell’uso, le erbe essiccate devono essere ridotte in piccole parti (ma mai in polvere), in modo tale che le sostanze attive possano essere estratte velocemente dall’acqua, trasferendosi in essa. “La frantumazione viene solitamente eseguita tramite l’uso di mortai, possibilmente in vetro, pietra o porcellana, evitando quelli in legno, perché difficili da pulire, e anche quelli in metallo, poiché molte sostanze attive rischiano di combinarsi chimicamente con questo materiale. Eventualmente si possono usare anche macinacaffè o frullatori elettrici, facendo però attenzione a evitare la polverizzazione”.

    La quantità da frantumare deve corrispondere a quella che occorre al massimo per una settimana perché altrimenti la pianta sminuzzata perde velocemente i suoi principi attivi. Per pesare il frantumato si possono usare bilancini da farmacia o un pesalettere, mentre per misurare i liquidi andranno bene dei piccoli cilindri di vetro.

    Come gustare la tisana per poterne beneficiare?

    tisaniera e tazza

    riccardo bruni/shutterstock.com

    A differenza di altre bevande di questo stesso tipo, la tisana va bevuta possibilmente calda o a temperatura ambiente (non fredda), quindi non va preparata tanto tempo prima del consumo ed è bene evitare di riscaldarla. “Nel caso in cui si preferisca consumarla più volte al giorno e non ci sia tempo per prepararla ogni volta, il mio consiglio è di conservarla in un contenitore di vetro e berla a temperatura ambiente”.

    Meglio consumare la tisana senza zuccheri aggiunti oppure dolcificare con miele, che si sposa bene con tutti i preparati a base di erbe. “La liquirizia – suggerisce l’intervistata -, aggiunta sotto forma di radice sminuzzata, succo o estratto, è utile per camuffare i gusti troppo amari o intensi di alcune erbe mentre per coprire gli odori sgradevoli si possono usare piccole quantità di menta, anice verde, timo, salvia, rosmarino, cannella, chiodi di garofano, baccelli di vaniglia, scorze di agrumi freschi o secche”.

    A seconda del loro scopo, le tisane vanno assunte in momenti diversi della giornata. Al mattino a digiuno quelle depurative, lassative, diuretiche; a metà mattina e a metà pomeriggio quelle antisettiche, antireumatiche, antitosse, cardiotoniche; dopo i pasti quelle digestive e sedative; la sera, prima di dormire, quelle sedative, lassative e benefiche per la circolazione.

    Conoscevate tutte queste informazioni utili a proposito del consumo delle tisane?

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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