caffè ginseng fa male

Il caffè al ginseng fa male? A cosa prestare attenzione in etichetta?

Redazione
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    La bevanda al ginseng, più conosciuta con il nome di caffè al ginseng, è diventata in breve tempo molto apprezzata e consumata. Nei bar, il preparato per realizzare questo prodotto viene inserito in macchine apposite e miscelato con l’acqua, per essere servito in tazze grandi o piccole e bevuto in sostituzione del caffè tradizionale.

    Consumato anche in casa, è possibile acquistarlo al supermercato in diverse versioni: per la moka, in bustine da solubilizzare o in capsule. Qualche tempo fa, però, un servizio di Report ha sollevato tra i consumatori tante domande: sono in molti, infatti, a chiedersi se questa bevanda sia un valido sostituto del caffè classico, ma soprattutto quale sia il contenuto dei preparati in commercio e se il caffè al ginseng faccia male oppure no. Ne parleremo in questo articolo, analizzando anche gli ingredienti a cui si deve prestare attenzione nell’etichetta e le proprietà della bevanda e della radice da cui essa è ricavata.

    ginseng

    Com’è fatto il caffè al ginseng

    L’uso del ginseng come pianta medicinale vanta antichissime origini. Di recente, la miscela di caffè, ginseng e altri ingredienti ha portato in commercio un’alternativa moderna del caffè classico: il caffè al ginseng.

    Dal punto di vista organolettico, si tratta di una bevanda molto simile al caffelatte, abbastanza dolce, in quanto la formulazione del preparato usato in commercio è costituito da miscela di caffè istantaneo, zucchero, crema di latte, panna o latte condensato, il tutto aromatizzato con la radice essiccata del ginseng.

    La pianta utilizzata è la Panax ginseng, originaria dei paesi Asiatici, ma ampiamente coltivata anche in Nord America. Alla pianta vengono associate funzioni tonificanti e stimolanti per il il sistema immunitario.

    Ad oggi molte persone consumano il caffè al ginseng, in virtù delle proprietà che la pianta possiede, ma trattandosi di un preparato alimentare, di queste proprietà si porta dietro ben poco, perché esso, nella maggior parte dei casi, contiene una quantità irrisoria di ginseng, mentre possiede numerosi ingredienti inaspettati come zuccheri, grassi e stabilizzanti.

    Inoltre, la formulazione della bevanda prevede l’utilizzo di caffè solubile e quindi una cospicua presenza di caffeina che può causare, in soggetti predisposti o in presenza di assunzioni eccessive, l’insorgere di tachicardia e insonnia.

    Il caffè al ginseng fa male? Faccia a faccia con il caffè classico

    Il caffè, insieme al tè, è la bevanda più bevuta al mondo dopo l’acqua. Se viene consumato  senza zucchero, non comporta l’assunzione di nutrienti, se non in poche tracce, né tanto meno di calorie.

    Il preparato del caffè al ginseng, invece, è spesso già dolcificato, con  zucchero e/o sciroppo di glucosio, e comporta l’assunzione di calorie: in una tazzina, infatti, ci sono circa 14 gr di zucchero.

    Le principali valutazioni fatte sul caffè sono poi correlate al suo contenuto in caffeina, ampiamente studiata per i suoi effetti sull’uomo, come aumento del ritmo cardiaco e dilatazione dei vasi sanguigni.

    proprietà del ginseng

    Molti studi, tuttavia, dimostrano come la caffeina abbia anche aspetti positivi per la salute: l’ultimo arriva dagli Stati Uniti, precisamente dall’Università dell’Indiana, dove alcuni ricercatori hanno evidenziato l’azione della caffeina contro la demenza. Questa sostanza, inoltre, aumenta l’afflusso di ossigeno e nutrienti al cervello, stimolando la concentrazione, e un consumo moderato di caffè sembrerebbe associato a un minor rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 e alcune malattie neurologiche.

    Il caffè al ginseng, contiene in percentuale più caffè che ginseng, il consumatore andrà ad assumere quindi più caffeina rispetto a quello che si crede. Per poter raggiungere una dose adeguata di ginseng, invece, in modo da poterne trarre un beneficio in virtù delle proprietà che la pianta possiede, si dovrebbero consumare in media 20-25 tazzine di questa bevanda al giorno.

    Etichetta del caffè al ginseng: a cosa dobbiamo fare attenzione?

    Come abbiamo detto, i preparati del caffè al ginseng sono presenti in commercio in diverse versioni: per la moka, in capsule, in bustine da solubilizzare e nei formulati destinati ai bar.

    Al contrario di quanto ci aspetteremmo, la percentuale di ginseng contenuta in questi prodotti è, generalmente, molto bassa: in alcuni casi, il ginseng costituisce appena lo 0,8% del prodotto o, addirittura, si trova semplicemente sotto forma di aroma. In altre parole, non sempre il caffè al ginseng contiene ginseng (un paradosso!), ma senza dubbio include altri ingredienti in percentuale variabile.

    ginseng bevanda bar

    Mettendo a confronto più prodotti, tramite una valutazione diretta, si è visto che:

    • Il latte, generalmente scremato in polvere, è l’ingrediente presente in maggiore quantità, tra il 38-39%;
    • a seguire si trova lo sciroppo di glucosio;
    • al terzo posto si ha il caffè, in molti casi solubile;
    • a seguire, troviamo lattosio, olio vegetale (cocco) e aromi naturali;
    • solo in penultima posizione, l’estratto di ginseng, seguito da stabilizzanti ed emulsionanti.

    Oltre alla lista ingredienti, andando a guardare la tabella nutrizionale, che per obbligo di legge deve essere riportata in etichetta, si nota che, in molti preparati di caffè al ginseng, i carboidrati sono presenti in quantità che oscillano da 60 a 70 gr su 100 gr di prodotto, di cui la maggior parte è zucchero.

    Quale prodotto scegliere, per essere sicuri di fare un buon acquisto?

    Se si vuole acquistare un caffè al ginseng, dopo aver letto l’etichetta è bene scegliere il prodotto che possiede meno ingredienti, quindi solo caffè, ginseng e aromi, in modo da gustare una bevanda non eccessivamente calorica e con una maggiore quantità di ginseng. Ad ogni modo, anche alla luce di questo confronto, appare chiaro che i due prodotti – caffè e caffè al ginseng – non sono affatto simili dal punto di vista nutrizionale e che il secondo non può quindi essere considerato un sostituto del primo. Meglio forse, allora, concedersi un buon caffè, che sia lungo, ristretto, macchiato, evitando gli eccessi.

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