dieta dinner cancelling

Come funziona la Dieta Dinner Cancelling e cosa promette?

Matteo Garuti
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    La dieta dinner cancelling (DC), che prevede l’eliminazione della cena, è fra le più popolari degli ultimi anni, specialmente da quando alcune celebrità hanno cominciato a seguirla, facendola conoscere a livello internazionale. In parte associabile alla dieta mima-digiuno di Valter Longo, offre uno schema semplice, promettendo un dimagrimento notevole in tempi ridotti. Ma su cosa di basa più nel dettaglio e quali sono i vantaggi e le controindicazioni? Dopo aver approfondito molti dei regimi alimentari più diffusi e praticati, soprattutto in vista dell’estate, compresi quelli dannosi e da evitare, cercheremo di saperne di più.

    Dieta dinner cancelling: cosa prevede?

    Dieta digiuno

    everydayplus/shutterstock.com

    Fare a meno della cena per dimagrire sembrerebbe una soluzione elementare, ma da un po’ di tempo ha molto seguito, in particolare da quando personaggi del mondo dello spettacolo, come Fiorello e la cantante Adele, si sono affidati a questo sistema per rimettersi in forma. Ideato dal personal trainer e nutrizionista tedesco Dieter Grabbe, autore dell’omonimo libro del 2002 e di pubblicazioni sull’allenamento finalizzato alla salute, si tratta di un regime alimentare più strutturato di quanto si potrebbe credere, che trae origine dagli studi sulla connessione tra longevità e riduzione calorica del professore Roy Walford, docente di patologia presso l’Università della California. Mangiare meno, secondo lo studioso americano, è fondamentale per mantenersi in salute e vivere più a lungo.

    La dieta dinner cancelling, quindi, si basa su questo concetto, che si abbina all’azione sulle cosiddette molecole heat shock, stimolate e moltiplicate da brevi periodi di digiuno, che consentirebbero alle strutture proteiche dell’organismo di funzionare al meglio. Oltre alla perdita di peso, fare a meno del cibo per alcune ore al giorno sarebbe utile per depurarsi, rallentare l’invecchiamento e aumentare la propria energia, come vedremo in seguito.

    Ma in che modo viene pianificato il periodo di digiuno? Secondo l’impostazione di Grabbe, l’intervallo va dalle cinque del pomeriggio fino alla mattina successiva, mediamente circa 16 ore, dove è consigliato bere molto, soprattutto alla sera. Per affrontare meglio questa fase, prima di iniziarla è previsto uno spuntino leggero, mentre nel resto della giornata con gli altri pasti devono essere assunti i nutrienti necessari.

    La dieta dinner cancelling, pertanto, è una sorta di digiuno intermittente con uno schema 16-8, ovvero 16 ore di astinenza e 8 nelle quali si mangia normalmente, senza esagerare e nemmeno recuperare. Questo regime andrebbe seguito per 2-3 giorni a settimana, oppure, nella variante più focalizzata sul dimagrimento, per 14 giorni in modo continuativo, per poi proseguire con solo alcuni giorni su sette. Nel ciclo iniziale, il piano di Grabbe permetterebbe di perdere anche più di tre chilogrammi, con la possibilità di ripeterlo per più mesi o persino per un anno, allo scopo di stabilizzare il peso.

    Alimentazione e attività fisica

    Donna che beve acqua

    fizkes/shutterstock.com

    Nelle ore della giornata nelle quali ci si alimenta, viene consigliata una notevole riduzione dei grassi e una combinazione di cibi e nutrienti che non lascia spazio agli eccessi.

    Anche per sostenere meglio il digiuno, la colazione assume un ruolo particolarmente importante nella pianificazione alimentare, diventando il pasto principale della giornata. Inoltre, è necessario bere molta acqua: nei giorni di digiuno serale anche 3 litri o più, a temperatura ambiente.

    Il piano prevede il movimento: una passeggiata di mezz’ora per almeno quattro volte a settimana, oppure un’attività fisica regolare e moderata. Lo scopo, in questo senso, è evitare, o quantomeno limitare, la perdita di massa muscolare, spesso associata ai regimi dimagranti.

    La DC e le teorie del digiuno

    Come si anticipava, la dieta dinner cancelling si inserisce nel solco dei piani alimentari che praticano il digiuno in forma contenuta e alternata, definiti anche time restricted feeding (alimentazione a tempo limitato). Lo stesso schema, in sostanza, viene ripetuto quotidianamente per un determinato numero di ore, destinandone la maggior parte all’astinenza (da 12 a 20), mentre in quelle rimanenti (8-12) si mangia in modo controllato.

    Altre proposte si inseriscono in questo filone, tra queste la già citata dieta mima-digiuno di Valter Longo, che prevede cinque giorni al mese con meno di 1000 calorie e l’eliminazione delle proteine di origine animale. Nella 12-12, invece, si mangia dalle 8 alle 20 e si digiuna per le restanti 12 ore, mentre la 5-2 prevede cinque giorni di alimentazione e due di astinenza, con un massimo 500 calorie giornaliere. Le sfumature, in questo senso, possono essere molte: da una sola giornata di forte riduzione calorica, fino a digiuni prolungati per più giorni, potenzialmente pericolosi e in genere sconsigliati.

     

    I benefici promessi

    Oltre al dimagrimento, il piano di Grabbe promette una serie di benefici, che possiamo così riassumere:

    • addormentamento più semplice e sonno sereno. Sgravare l’apparato digerente della digestione serale sarebbe di aiuto per dormire meglio e in modo più regolare:
    • consumo dei grassi aumentato. Il “silenzio metabolico” serale e l’attivazione delle molecole heat shock, come abbiamo visto all’inizio, costituirebbe anche un incentivo per l’organismo a intaccare le riserve di grasso, grazie a una riduzione nella produzione di insulina e ormoni anabolici;
    • più energia durante la giornata. Per ragioni riconducibili al punto precedente, alleggerire l’introito alimentari con una “pausa” nell’arco della giornata farebbe sentire più tonici, attivi e meno pigri;
    • depurazione e sistema immunitario potenziato. Anche questo importante aspetto rientrerebbe nel pacchetto, perché le ore di digiuno, specie se bevendo molta acqua, favorirebbero l’eliminazione delle tossine, dei radicali liberi e dei liquidi in eccesso. Fegato, reni e intestino si gioverebbero della pausa alimentare, e avrebbero la possibilità di rigenerarsi.

    Alcuni di questi vantaggi, però, sono controversi o quantomeno ancora privi di prove scientifiche inequivocabili, come vedremo tra poco.

    Le controindicazioni 

    Come tutti i regimi che si fondano sul digiuno, anche la dieta dinner cancelling presenta controindicazioni, eccole in sintesi.

    Abbuffata di cibo

    Photographee.eu/shutterstock.com

    • Al netto della sua apparente semplicità, questo piano può non essere facile da seguire e prestare il fianco a cattive interpretazioni, soprattutto per chi si affida al fai-da-te. Se nella parte della giornata nella quale si mangia i pasti non sono ben bilanciati, si rischiano carenze di nutrienti significative nel computo giornaliero, che il digiuno può amplificare. Dall’altro verso, è sbagliato e inutile usare la DC per concedersi abbuffate o pasti sovrabbondanti e non salutari nelle ore del giorno.
    • Per chi soffre di diabete, disturbi del comportamento alimentare, ma anche per giovani nell’età dello sviluppo, donne in gravidanza e in fase di allattamento, la dieta dinner cancelling è sconsigliabile e potenzialmente nociva. Abituarsi troppo al digiuno può favorire l’avvio di un percorso di restrizione calorica, dai risvolti assai negativi.
    • Come molti piani dimagranti – specialmente quelli basati sul digiuno – anche questo non può essere considerato permanente e utilizzabile nel lungo periodo. I chili persi, perdipiù, si possono recuperare in breve tempo, con il cosiddetto “effetto rimbalzo”.

    Critiche e limiti della Dieta dinner cancelling

    A questi “punti deboli”, si aggiungono le critiche del mondo scientifico, diviso riguardo alle diete del digiuno. Gli esperti di Humanitas Salute, ad esempio, più volte si sono espressi negativamente, consigliando invece un’alimentazione bilanciata e varia, sullo schema della dieta mediterranea, da mantenere nel lungo periodo. I vantaggi per il metabolismo grazie al digiuno, inoltre, non sono unanimemente riconosciuti, in quanto non mangiare di sera produrrebbe un rallentamento metabolico non congeniale alla perdita di peso. A questo scopo, viceversa, sarebbero più funzionali pasti piccoli, leggeri e frequenti, oltre all’attività fisica. La dieta dinner cancelling produrrebbe un dimagrimento solo nel breve periodo, al costo di provocare stress all’organismo, più che depurazione e contrasto all’invecchiamento. Per dimostrare quest’ultimo punto e gli altri vantaggi sopra elencati, peraltro, sarebbero necessari studi mirati e prolungati in diversi anni, per provare tutte le correlazioni.

    A sostegno delle teorie del digiuno, invece, si sono espresse – tra gli altri – una ricerca del 2019 apparsa sul New England Journal Of Medicine e uno studio tedesco del 2008, seppur limitato, oltre alle già citate pubblicazioni di Valter Longo. La concentrazione dei nutrienti nella prima fase della giornata, quando in genere il dispendio energetico ha il suo picco, è invece ampiamente condivisa.

    Alla luce delle considerazioni presentate, la dieta dinner cancelling ha il limite di non essere un vero e proprio percorso di educazione alimentare, ma appunto una fase transitoria non sostenibile a lungo e non adatta a tutti. Come abbiamo sottolineato più volte nei nostri approfondimenti, è importante che nelle scelte sulla nostra alimentazione a prevalere non siano i canoni estetici e le mode, che possono guidare verso scelte sbagliate, come nel caso delle diete liquide. Da evitare, ad ogni modo, sono le soluzioni improvvisate: consultare un medico o un nutrizionista – a maggior ragione se si intende inserire il digiuno nel proprio piano – è il consiglio principale, sia ai fini della salute, sia per personalizzare l’alimentazione in base alla propria condizione fisica.

     

    Avete già sentito parlare della dieta dinner cancelling? La provereste?

     

    Fonti:
    nejm.org
    humanitas.it
    thieme-connect.com

    Matteo è nato a Bologna e vive a San Giorgio di Piano (Bo), è giornalista, sommelier e assaggiatore di olio d'oliva, ha collaborato con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna. Per Il Giornale del Cibo si occupa di attualità, salute, cultura e politica alimentare. Apprezza i cibi e le bevande dai gusti autentici, decisi e di carattere. A tavola ama la tradizione ma gli piace anche sperimentare: per lui in cucina non può mancare la creatività, "perché è impossibile farne a meno!"

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