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Gin 100% Italiano: quali sono i produttori migliori?

Giovanni Angelucci
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    O ti piace o non riesci proprio a berlo. Non ci sono mezze misure con il gin tonic, il cocktail del momento che ha ammaliato i bevitori, e non solo, di tutta Italia. A dire il vero le origini del gin tonic sono ben più antiche del nuovo millennio ma da qualche anno sembra essere alla ribalta nei ristoranti e locali (spesso specializzati) di tutto il paese, declinandosi attraverso numerose etichette di gin 100% italiano.

    Abbiamo selezionato alcune delle migliori produzioni dello stivale tra realtà appena nate e aziende già conosciute; oggi, con un panorama sempre più vasto dedicato a questo distillato di così grande successo è doveroso avere dei consigli per non sbagliare scelta! 

    Gin Italiano: i migliori produttori

    Ad oggi si contano più di 300 differenti etichette di gin 100% tricolore! Da una parte, la biodiversità italiana da cui i valorosi produttori possono attingere per fare qualcosa di insolito e speciale, dall’altra l’estro che contraddistingue da sempre lo spirito italiano, che ha impiegato davvero poco per creare un’ondata di gin tipici e territoriali. Vino, frutti tipici, profumi mediterranei, i migliori ginepri del mondo, tutta italianità nei gin tanto richiesti dal mercato attuale.

    4312

    Quarantatre gradi e dodici botaniche per il primo gin umbro dell’Anonima Distillazioni. Siamo a Gubbio e qui viene prodotto un london dry dal profilo aromatico speciale: al naso si caratterizza per le nette note agrumate insieme al ginepro locale, bilanciate armonicamente dai fiori bianchi e da una leggera speziatura. All’assaggio, si percepisce un profilo organolettico non convenzionale, che rende il 4312 molto interessante con i suoi cenni di cedro, arancia e bergamotto, e con una persistenza molto lunga che continua ancora sull’agrumato amaro.

    Una bevuta appagante che racconta la ricchezza dell’appennino umbro-toscano, distillata tramite un grande alambicco discontinuo a fuoco diretto da 200 litri. Assaggiatelo (anche liscio) e con la giusta attenzione riuscirete a percepire la radice di iris toscano, il coriandolo, l’angelica, il timo e il garofano. Un’espressione liquida, e diversa, dell’Umbria.

    Eugin

    A Meda, nel cuore della Brianza, è nato Eugin della Distilleria Indipendente, la prima in zona che vive di anima totalmente propria. I fratelli Eugenio e Niccolò Belli hanno deciso di creare un gin fatto e confezionato nella loro azienda, a differenza di molti prodotti, che oggi vengono realizzati su ordinazione e conto terzi. Dispongono infatti, di un proprio alambicco e per questo hanno deciso di usare la parola “indipendente”.

    Creatività e tecnica hanno portato alla produzione di due London Dry, Eugin N°7 ed Eugin N°9. Il primo molto aromatico, con note prevalenti di ginepro a cui seguono quelle degli agrumi e sentori erbacei; il secondo più secco, pensato per esaltare il gusto del ginepro, supportato dalle note resinose e balsamiche dei germogli di abete bianco.

    Inoltre, è stata prevista la produzione anche di edizioni limitate: “il vantaggio della piccola distilleria è la possibilità di imbottigliare anche solo poche decine di litri per volta, questo ci consente di distillare edizioni speciali, seguendo la stagionalità degli ingredienti, o semplicemente di sperimentare la nostra inventiva nel creare nuove ricette”, raccontano i fratelli Belli. Dopo le ricette pensate per primavera ed estate, è tempo di autunno e della castagna che andrà a caratterizzare l’imminente, nuova, edizione limitata.

    Gadir

    gin gadir

    facebook.com/pg/gingadir

    Avete mai assaggiato il gin con il cappero di Pantelleria? Solo Dario Laugero, produttore di piemontese di grandiosi amari, poteva inventarsi questo viaggio tra l’Occitania e l’isola siciliana: nella sua incantevole Val Maira del Piemonte, tra un infuso alle erbe e un genepy montano, ha deciso di creare il suo Gadir. È un gin biologico prodotto dall’infusione a freddo di capperi, bacche di ginepro ed essenze mediterranee in alcool di frumento. Le note di fiori freschi si combinano all’aroma del cappero dando vita ad un gin molto particolare e di certo diverso. Sapidità evidente con il coriandolo che dona piccantezza. Definito anche gin gastronomico per l’impiego da parte di diversi cuochi in cucina.

    Elixir Gin

    Il gin prodotto artigianalmente in un locale vi mancava, eh? E chi poteva farlo, se non la migliore insegna italiana dove bere, mangiare e divertirsi? È il meneghino Dry Milano, luogo polivalente della qualità in città. Il bar manager Federico Volpe si è messo a lavoro con la Cillario & Marazzi Spirits Co., distilleria artigianale specializzata nella produzione di distillati e infusi di alta qualità, come il progetto “gin sartoriale” rivolto a barman, cocktail bar e ristoranti che desiderino avere un gin su misura in ogni suo aspetto: ricetta, bottiglia, etichetta.

    “Elixir” è stato realizzato in collaborazione con Gianluca Perrelli, che ha curato personalmente la selezione delle botaniche con il supporto del master distiller Attilio Cillario. Il risultato è stato un London Dry fatto di 19 botaniche, tra cui ginepro, coriandolo, angelica, cardamomo, calamo, liquirizia, cannella, cassia, camomilla, pepe del Bengala, radice di Iris, rosmarino, scorze di limoni, foglie lime khafir, lemongrass, aneto. A renderlo ancor più speciale sono i due ingredienti presenti per la prima volta in un gin: l’estratto liquido e concentrato di polpa di oliva e foglie di olivo, e il Sumac, un’antica spezia da sempre diffusa in Medio Oriente e nel bacino del Mediterraneo, una bacca rossa essiccata e tritata dal forte potere antiossidante.

    Gil

    Il calabrese Ivano Trombino negli ultimi anni ha composto un vero e proprio inno alla Calabria con distillati e amari nella sua fucina di Montalto Uffugo (Cs). Si chiama Vecchio Magazzino Doganale e qui da vita a tutto il suo estro: un gin del tutto personale che esalta le materie prime con distillazioni separate (ginepro, assenzio romano, angelica e sambuco) e con infusi singoli (limone IGP di Rocca Imperiale, arance amare e dolci di Bisignano, pompelmo). Ciliegina sulla torta è la versione torbata, unica al mondo: la torba della Sila conferisce al ginepro un piacevolissimo retrogusto affumicato a cui si accompagnano botanici come origano, lavanda e aloe che ne completano il profilo. Tanta roba!

    Gilbach

    Gilbach

    Questo gin nasce nel 2014 dalla collaborazione tra Alessandro Gilmozzi, chef patron del Ristorante El Molin di Cavalese, e il suo sous chef Andreas Bachmann, da qui il nome Gil-Bach. Dal principio era chiara la volontà di avere un gin che fosse interamente delle montagne della Val di Fiemme in Trentino; dopo la raccolta dei botanici scelti e le sperimentazioni è stata messa in piedi la collaborazione con la Distilleria Pilzer di Faver che nel 2015 ha dato i suoi frutti con le prime produzioni. Ginepro, sambuco e prugnola selvatica sono raccolti a mano nei boschi. Il buon Gilbach Gin di 40% presenta inizialmente note di tè e mate, poi prugna, ciliegia, nocciola e lievi sentori di limone e sambuco. Ha il balsamico del ginepro, la resina, l’anice, il rosmarino ed molto equilibrato con una lunga persistenza di rosa e fruttato.

    Yellow Gin

    Dalla mitica distilleria Zu Plun arriva un gin che si presenta come “the spirit of Garda Lake”. Con erbe e spezie del Lago di Garda viene realizzato un distillato fresco e vibrante, speciale soprattutto  durante la bella stagione. Il profilo citrico deriva dal limone della limonaia “La Garbera” sul lago di Garda, ma a renderlo unico giungono anche i frutti (galbuli) del cipresso. Alla base ben 15 erbe lavorate con un processo di distillazione discontinuo, a doppia distillazione a bagnomaria in piccole caldaie di rame. Il risultato è un gin che gioca tutto sull’agrumato e sull’impronta mediterranea, facile da bere, un po’ meno da dimenticare perchè armonia e pulizia al palato rimangono impresse. Pericolosamente bevibile.

    Marconi 46

    Marconi 46

    Guglielmo Marconi è stato un genio italiano con il premio Nobel per la fisica nel 1909, 46 è la gradazione alcolica, Via Marconi 46 a Schiavon è l’indirizzo delle Poli Distillerie. Da qui il gin Marconi 46, ultimo genito della tradizione distillatoria della famiglia Poli, che dal 1898 distilla eccellenza nel cuore del Veneto. Il Marconi è distillato da Jacopo Poli con Crysopea, il proprio alambicco a bagnomaria sottovuoto, utilizzando come botaniche bacche di ginepro, uva moscato, pino mugo, pino cembro, menta, cardamomo, coriandolo. Al naso il gin si presenta con un intenso aroma di ginepro e con nette sensazioni balsamiche e agrumate con un pronunciato mandarino, in bocca è particolarmente morbido grazie all’uva moscato e la persistenza è affidata alle gradevoli note di cardamomo, coriandolo e radice di liquirizia. L’esperienza si sente tutta in finezza e pulizia.

    Giniu 517 

    In molti conosceranno la storica distilleria sarda Silvio Carta e i suoi formidabili prodotti, compresi diversi gin. Tra i più conosciuti c’è il veterano Giniu, oggi sul mercato con una veste nuova, il 517,appena presentato in occasione del Merano Wine Festival. La differenza tra i due, oltre alla confezione in legno nero che dona al nuovo arrivato un abito imponente, è la quantità di bacche decisamente superiore, oltre il 20% in più del Giniu Classic. Ma ciò che rende davvero speciale il Giniu 517 è il numero ridotto di bottiglie realizzate con gli ingredienti provenienti da una piccolo appezzamento di proprietà (poco più di un ettaro) confinante con la costa sarda, recintato e protetto da un muretto a secco come un vero e proprio cru vinicolo francese (517 è l’indicazione del mappale del terreno). Questo gin porta con sé le note salmastre e iodate del luogo in cui nasce, ha un profilo gusto-olfattivo dritto e pulito, l’armonia del sorso richiama i profumi tipici mediterranei e le erbe spontanee di terra sarda tra cui finocchietto, mirto, lentisco e timo.

    Vallombrosa

    Un vero e proprio gin artigianale quello di Vallombrosa. È prodotto dai monaci dell’omonimo monastero aretino ed è un monovarietale perchè per la sua produzione è utilizzato esclusivamente il ginepro proveniente da una zona specifica, distillato senza l’aggiunta di altre piante o aromi. L’esclusività non è garantita soltanto dall’altissima qualità del ginepro impiegato ma anche dall’antica e mai mutata ricetta dei monaci benedettini. Una ricetta nata tre secoli addietro riportata in voga negli anni ’50. Un gin eccellente liscio ed equilibrato nella miscelazione.

    Be8

    Be8

    Luigi Iula e Salvatore Romano sono i proprietari del Barz8, uno dei migliori american bar d’Italia. Nel locale si può scegliere tra 160 differenti gin ma i ragazzi avvertivano una mancanza, volevano il centosessantunesimo, il loro gin Be8. È preparato con la tecnica steeping (gli elementi aromatizzanti vengono fatti macerare in alcool puro e quindi si ri-distilla due volte in alambicco di rame discontinuo su base di alcool biologico di grano per ottenere un alcool estremamente aromatizzato) e i botanici più netti al naso sono il ginepro (toscano), i semi di cardamomo e la cassia. In bocca i semi e la radice di angelica conferiscono una nota terrosa, i semi di coriandolo invece una nota speziata, citrica, il pepe nero ravviva il palato e la radice di liquirizia esalta sul finale i sentori balsamici.

    Z44

    Il Dry Gin Z44 viene prodotto nella distilleria altoatesina Roner ed è caratterizzato dalle pigne di pino cirmolo che insieme al ginepro creano un gin lodevole. Le pigne vengono raccolte ogni estate sulle pendici del Corno Bianco, lavorate per infusione, e in seguito l’estratto ottenuto viene distillato ed utilizzato nelle successive fasi della produzione. Ha note fresche e balsamiche vicine al mentolato, resinose e persistenti. Ci sono poi le calde sfumature di ginepro insieme all’achillea che persiste e richiama il profumo della camomilla, la radice di violetta che impreziosisce con sensazioni floreali e la radice di genziana che dona struttura e corpo. L’acqua è quella alpina che delinea un gin di grande successo.

    Gino       

    Gino

     

    Dieci anni fa è nato il progetto Origine, un laboratorio di trasformazione e in continua evoluzione. L’idea è stata di Alessandro Pancini e Luca Graffo, nel mezzo della Valle Bormida, a Cengio (SV), porta di accesso verso il Piemonte, dove hanno iniziato come liquoristi per poi arrivare nel 2009 a produrre la prima vodka biologica italiana, l’ottima Vodka 0.1. Oggi passione e maestria li hanno portati a realizzare Gino, distillato di grano bio e cinque botanici (Ginepro, Liquirizia, Rosa Damascena, Limone, Salvia) anche loro tutti certificati bio che, insieme all’acqua di fonte Lurisia esprimono il territorio che va dalla Riviera Ligure alle Alpi Marittime. Al naso è il ginepro ad emergere su tutto, corredato da accenti tendenti al sedano e agli agrumi freschi e da note speziate. Anche in bocca si fa nettamente sentire insieme alla liquirizia e la rosa donano note morbide che vanno ad equilibrare i lievi sentori amari della salvia e del limone. Notevole la lunghezza di ogni sorso.

    Solo Wild Gin

    Solo Wild Gin

    Pure Sardinia ha la capacità di produrre liquori e distillati pregni di identità sarda, unici nel loro genere e rappresentati di una stupenda Sardegna. Vodka, vermouth, mirto e lui, il Solo Wild Gin. Un gin selvaggio e puro ottenuto esclusivamente da bacche raccolte a mano di piante di ginepro selvatico cresciute spontaneamente lungo le coste dell’isola, senza nessun altra botanica aggiunta. Il profumo e il gusto sono davvero concentrati e ricchi, l’identità è forte. Viene prodotto tramite infusione per trenta giorni in alcool di cereali con successiva distillazione con metodo discontinuo per circa dieci ore tramite caldaia a vapore e alambicco in rame. Al naso le nuance caratteristiche di bacche di ginepro sarde sono lampanti, così come la resina e gli agrumi. In bocca è avvolgente e caldo, lungo ed espressivo. Altro che sorso di Romagna, una regione nel bicchiere.

    E voi conoscevate già questi gin italiani? Avete un vostro gin preferito? La realtà dei gin tricolore è così vasta che pur non conoscendoli troverete sempre un’etichetta in ogni regione italiana! Ma intanto iniziato ad assaggiare questi.

     

    Giornalista e gastronomo, collabora con numerose riviste e quotidiani che si occupano di cibo e viaggi tra le quali spiccano La Stampa, Dove e la Gazzetta dello Sport. I suoi piatti preferiti sono gli arrosticini (ma che siano di vera pecora abruzzese) e gli agnolotti del plin con sugo di carne arrosto. Dice che in tavola non può mai mancare il vino (preferibilmente Trebbiano Valentini o Barbaresco Sottimano).

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