Ristoranti in quota

8 indirizzi da non perdere per mangiare in alta quota

Giovanni Angelucci
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    Chi l’ha detto che in montagna si va soltanto d’inverno? Le maestose vette italiane sono appaganti in qualunque stagione dell’anno, anche in estate, percorrendo trekking arditi o lunghe e dolci passeggiate, soprattutto se l’obiettivo è raggiungere uno dei validi ristoranti in quota. Oggi, tra un sentiero e un dislivello di centinaia di metri, andiamo alla scoperta dei ristoranti di montagna che vale la pena visitare per rifocillarsi o semplicemente per godere della bellezza dei monti, restando comodamente seduti a tavola. 

    Mangiare in montagna: prodotti espressione di un territorio

    Mangiare in montagna

    Alexander Chaikin/shutterstock.com

    Dalle Dolomiti di Brenta a Madonna di Campiglio, fino ad arrivare a Courmayeur sotto il Monte Bianco, ma anche lungo l’Appenino Centrale e sui monti del Sud Italia. Si sa, la montagna mette appetito, che abbiate bruciato calorie o no. Il valore aggiunto di mangiare ad altitudini elevate, diciamo dai 1000 metri in su, è avere a disposizione i prodotti genuini che spesso sono reperibili solo in determinate località, nonché provare la cucina di cuochi che si sono specializzati nel servire i loro territori unici. La polenta, per esempio, piatto emblematico delle rigide temperature di montagna, c’è chi continua a proporla anche durante la bella stagione, e chi invece va oltre decidendo di lavorare soprattutto funghi o frutti che crescono spontanei nei boschi attorno. C’è chi non rinuncerà mai alla proposta a base di carne di cervo e chi ancora si focalizza sui pesci di lago e di fiume o sui meravigliosi formaggi prodotti da valenti caseari.

    Ristoranti in quota: 8 posti da provare (secondo noi)

     

    Mangiare in montagna spesso vuol dire rifocillarsi in baite o rifugi incontrati lungo la strada, con un piattone di polenta e poca altra scelta. Come vedremo, invece, le tipologie di ristoranti sono diverse, dalle locande ai ristoranti stellati, tutte golose e appaganti.

    St. Hubertus San Cassiano (BZ)

    A San Cassiano, presso l’Hotel Rosa Alpina, il St. Hubertus è tra i celebri ristoranti tre stelle Michelin in Italia. Rimarrete estasiati quando, in cima al cuore dell’Alta Badia, proverete i piatti dello chef Norbert Niederkofler. Elegante, misurato, con solo 11 tavoli, durante l’estate 2020 il ristorante è aperto mercoledì, giovedì, venerdì e sabato sera a partire dalle ore 19.00. Inoltre, dal 12 luglio tutte le domeniche a pranzo ci sarà un servizio speciale “St. Hubertus Unplugged a 2.000 m.” nella baita al Piz Sorega. Vi stupiranno portate come l’anguilla laccata, il brodo affumicato o la tartare di coregone. Provare per credere. 

    Anna Stuben Gourmet Restaurant Ortisei (BZ)

    anna Stuben Gourmet Restaurant

    restaurantannastuben/facebook.com

    Ad Ortisei arriverete nell’Hotel Gardena Grödnerhof, in un ambiente di grande fascino, dal lusso mai ostentato di un albergo altoatesino di livello. Qui troverete una deliziosa chicca chiamata Anna Stuben, fresca di stella Michelin, nelle mani del cuoco Reimund Brunner. Eleganza e armonia, sapori veri e tanta scoperta in un territorio magico. Al vostro benessere penserà Egon Perathoner, al timone della sala e della fornita cantina. Tra i piatti più apprezzati compaiono il “salmerino, sambuco, cetriolo, limone” e l’agnello Brillenschaf della Val di Funes.

    Da Giocondo Rivisondoli (Aq)

    Un nome storico nel bel paesino di Rivisondoli (Aq), nel Parco Nazionale della Maiella, incastonato nel centro del borgo dal 1981 quando Giocondo Gasbarro lo creò.

    Arredi caratteristici dei locali di montagna con vecchie credenze, panche, sedie e tavoli in legno scuro, accoglienza nelle mani dell’affabile Elisabetta e i piatti di sostanza e sapore in linea con l’altitudine che segna 1320 metri. Taccozze con zucchine e zafferano di Navelli, tagliatelle alla morronese con ragù bianco di vitello e maiale, fino all’agnello alla scottadito alla brace. Se avete voglia di una proposta più “light” o di un semplice aperitivo, a 100 metri c’è l’enoteca Enogiò, in cui vi accoglierà Antonio Gasbarro tra buone etichette, salumi e formaggi, e gustosi crostoni. 

    Petit Royal al Grand Hotel Royal Courmayeur (Ao)

    Petit Royal Restaurant

    PetitRoyalRestaurantCourmayeur/facebook.com

    Il giovane piemontese Paolo Griffa lavora in questo ristorante stellato valdostano, a Courmayeur. Si giunge qui per l’icona meta turistica, ma anche esclusivamente per provare la cucina di questo fuoriclasse. Grande precisione nell’esecuzione dei piatti, diletto nelle presentazioni e un’ampia selezioni dei prodotti utilizzati nei menù. Da provare il risotto di patate e il cervo laccato alla resina di pino. Non dimenticate di essere in uno storico hotel a 5 stelle, quindi, se mangerete troppo potrete pernottare… la vista mozzafiato sul Monte Bianco è inclusa nel prezzo. 

    Gallo Cedrone Madonna di Campiglio (Tn)

    Un decennio di storia alle spalle, una sicurezza all’interno dell’Hotel Bertelli dal classico stile alpino ma moderno, tra i migliori di Madonna di Campiglio. In cucina c’è lo chef Sabino Fortunato che in questo periodo propone il menù “Dalle Dolomiti alle Regioni Italiane, Segui il tuo sentiero”: un tripudio di sapori immersi nella valorizzazione della filiera dei produttori locali. Non lasciatevi sfuggire le tagliatelle di pino mugo ai porcini.

    Passo Sella Dolomiti Mountain Resort Selva di Val Gardena (Bz)

    Passo Sella Dolomiti Mountain Resort

    PassoSellaDolomitiMountainResort/facebook.com

    Lo chef Marc Bernardi cucina in un resort a quota 2180 metri, sulla cima di uno dei più bei passi dolomitici: il Sella, ai piedi del Sassolungo. Si direbbe che l’ispirazione certo non manchi. E infatti l’under 30 Bernardi gestisce più entità qui, ma dà sfogo alla sua più alta creatività nell’Angolino, dove propone una cucina in cui impiegare tutta la sua tecnica e fantasia. Bruciate più calorie possibili in bicicletta perchè c’è tanto da assaggiare, soprattutto tra i numerosi tagli di carne: qui, infatti, la specialità è proprio la carne alla brace preparata come meglio non si potrebbe.

    Agriturismo Antico Mulino Montefortino (Fm)

    Esistono varie convenzioni che indicano i parametri con cui definire un territorio di “montagna”, tra questi l’altitudine di 600-700 metri sul livello del mare. Dunque Monfortino, in provincia di Fermo, rientra appieno nella nostra lista con i suoi 638 metri (s.l.m.). Ma soprattutto è l’Antico Mulino a occupare una posizione iper meritata tra i ristoranti di montagna. Nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, e in quello che era un mulino fortezza, nelle mani della famiglia Ciaffoni dal 1625. Oggi è un meraviglioso agriturismo dove godere della natura e della cucina della padrona di casa Antonella Cesari: grande varietà di primi tra gnocchi, ravioli, cappelletti e l’ormai famoso polentone con funghi porcini e tartufo dei Sibillini, preparato esclusivamente con la farina macinata con l’antica macina a pietra ancora funzionante. E poi l’agnello, il capretto, il maiale, la faraona e il coniglio… 

    Reale Castel di Sangro (Aq)

    Ristorante Reale

    RistoranteReale/facebook.com

    Anche l’Abruzzo vanta il suo tre stelle Michelin, Niko Romito accoglie i suoi ospiti nel Reale di Castel di Sangro dove vivere un’esperienza unica. Non solo per via del menù dedicato al ventennale (piatti emblema dello chef a prezzi ben più “umani” del normale per tutta l’estate) in cui compaiono il piccione fondente, la costina di agnello o l’assoluto di cipolla, ma anche per la possibilità di pernotto e la colazione da capogiro che vale quanto un pranzo.

     

    Avete già fatto la vostra scelta? Quale ristorante di montagna sceglierete quest’anno?

    Giornalista e gastronomo, collabora con numerose riviste e quotidiani che si occupano di cibo e viaggi tra le quali spiccano La Stampa, Dove e la Gazzetta dello Sport. I suoi piatti preferiti sono gli arrosticini (ma che siano di vera pecora abruzzese) e gli agnolotti del plin con sugo di carne arrosto. Dice che in tavola non può mai mancare il vino (preferibilmente Trebbiano Valentini o Barbaresco Sottimano).

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