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A caccia di porcini: istruzioni per l’uso

Adriana Angelieri

Il suo nome è Boletus. Boletus Edulis. Ma non disdegnamo neanche il cugino Aereus, o gli altri suoi parenti stretti: Boletus Aestivalis e Pinophilus. Sanno di avere dei nomi poco orecchiabili, per questo non si offenderanno se li chiameremo così come ce li hanno fatti conoscere. Con un nome forse non troppo elegante ma nobile d’origine. Sì, perchè i romani vedendolo tozzo e massiccio lo associarono al suino e gli affibbiarono il nome suillus, da noi poi importato e tradotto, appunto, come porcino. In fondo, sempre più musicale del tedesco steinpilzen.

Oh voi, che non vedete l’ora di andare a caccia di porcini: sapevate questi dettagli sull’origine del nome?

La stagione del porcino
Indicativamente è bene andar per funghi tra maggio e giugno, e tra fine agosto e metà ottobre. Diciamo “indicativamente” perché tutto dipende dalla pioggia, questo lo sanno tutti: tanta acqua, seguita da alcune giornate di sole, non così calde e secche da asciugare il terreno, sono le condizioni ottimali. Ma questo è ancora poco per sapere se quest’anno torneremo dalle nostre spedizioni con canestri carichi di funghi, perchè ogni anno ha il suo carattere, il suo temperamento e le sue temperature. Sarà per questo che qualcuno ha pensato di ideare una mappa metereologica del fungo, che ci viene in aiuto con le sue mico-previsioni.

Bisogna essere all’altezza del fungo
Inutile abbassarvi e spostare foglie cercandolo con gli occhi, se vi trovate al di sotto dei 500 metri. Sarebbe, come recita un detto popolare, come cercare funghi in Arno.

Dimmi con che albero vai e ti dirò se ci sei
In genere vivono sotto la protezione di cerri, querce, faggi e carpani. Ad altitudini maggiori si accompagnano anche a castagni.
Spesso sono cespugli di pungitopo, erica, corbezzolo a garantire loro una fidata copertura. Ma voi potete scovarli.
Ultima avvertenza: state lontani dai boschi troppo fitti e bui. Non solo e non tanto perché potrebbero risvegliare i traumi infantili che vi portate dietro grazie ai libri di fiabe, ma perché per crescere hanno bisogno di un po’ di luce.

Diffidate delle velenose imitazioni
Difficile confonderli con specie velenose, simili d’aspetto. Ad ogni modo, la prova del nove per scongiurare l’ospedale è quella del viraggio, ovvero del taglio. Se la carne non è bianca o cambia colore, se il gambo appare rosso o giallo, piuttosto che biancastro, allora probabilmente avrete davanti un membro della famiglia Boletus, ma non il porcino. Nel caso in cui invece, come vi auguriamo, abbiate catturato i funghi giusti, potete cominciare a immaginarli trifolati.
Infine, per essere sicuri di quello che fate, e per avere tutte le informazioni  sulla normativa vigente, il consiglio è quello di attingere direttamente alle fonti istituzionali.

Adriana è Responsabile di Redazione e Social Media Manager per Il Giornale del Cibo dal 2016. Siciliana di origine, si è trasferita a Bologna per i tortellini e per la sua carriera. Unendo la sua grande passione per l'alimentazione alle competenze nei progetti editoriali, si dedica alla guida del team redazionale e alla creazione di contenuti che garantiscano ai lettori un'informazione chiara, utile e accurata. Oltre che per i tortellini, il suo cuore batte per i risotti, di ogni tipo, purché fatti bene! Il profumo del basilico e l'olio buono sono gli ingredienti che non possono mai mancare nella sua cucina.

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