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Dove mangiare a Taormina: i migliori ristoranti (secondo noi)

Giovanni Angelucci
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    “L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito” affermava Goethe. Incantevole e leggiadra, Taormina richiama a sé ogni anno migliaia di turisti e cultori del bello, che la scelgono per vivere qualche giorno in una delle cornici più affascinanti d’Italia. Il mare, l’Etna che sovrasta, il Teatro Greco, i panorami emozionanti.  Occhio ai ristoranti, però, dal momento che, come spesso accade con un’affluenza di visitatori così elevata, diventano acchiappa turisti e di scarsa qualità. Ci sembrava quindi doveroso fornirvi qualche buon consiglio per potervi orientare e mangiare al sicuro dalle fregature, dandovi qualche dritta sui ristoranti a Taormina.

    Dove mangiare a Taormina: la cucina ai piedi dell’Etna

    mangiare a taormina

    Come nel resto della Sicilia, la cucina offerta dai ristoranti di Taormina è ricca, abbondante e goduriosa. Le ricette da ovest a est si alternano e in ogni paese trovano la propria identità, tra preparazioni casalinghe e locali che reinterpretano la tradizione. Probabilmente in nessun posto come in Sicilia si mangiano piatti derivanti da più culture mescolate tra loro e Taormina è solo uno dei tanti esempi rintracciabili nell’isola.

    Otto Geleng, piscina e cocktail bar

    Avevamo già parlato di questo posto da favola raccontando i wine resort dell’isola. Otto Geleng è uno scrigno racchiuso tra le mura (e tanto verde) del Grand Hotel Timeo, appartenente alla prestigiosa catena internazionale, Belmond. Qui tutto è speciale, e quando dico tutto intendo che davvero nulla è lasciato al caso. Dovrete soltanto varcare “la porta” e godervi una delle accoglienze migliori d’Italia. La terrazza, il cocktail bar, la piscina dove gustare una granita, i giardini, le maestose stanze, il ristorante affidato allo chef Roberto Toro che già tanto aveva fatto parlare di sé. Oggi, in occasione dei 145 anni di attività si occupa anche di un nuovo ristorante, l’Otto Geleng: “è un omaggio al pittore tedesco che per primo vide in Taormina una meta di alto livello turistico. Ospite di casa La Floresta, Geleng convinse la famiglia nel 1873 ad aprire il primo hotel in città, il Timeo”, racconta la PR manager Alessandra Lo Re. Trattasi di un pop up interno all’hotel fruibile per 100 giorni esatti (il ristorante standard, invece, è aperto tutto l’anno), dal 7 giugno al 15 settembre, in un luogo esclusivo e accessibile solo a cena che ricorda le ville siciliane di un tempo: solamente otto i tavoli incorniciati in un terrazzo fiorito di buganvillee che guardano la baia di Naxos e l’imponente Etna. Accomodatevi e dimenticate tutto il resto per un paio d’ore, verrete serviti (e riveriti) come solo una realtà di questa portata è capace di fare. Lo chef Toro vi delizierà con un menù che racconta la sua Sicilia tra tradizione e modernità.

    Tischi Toschi, a tutta tradizione

    tischi toschi taormina

    Fonte: Facebook.com

    Trattoria di livello e piena di gusto nel cuore della città. Il patron Luca Casablanca la sa lunga in fatto di accoglienza e cucina, la sua Tischi Toschi è un luogo intimo: solo pochi i coperti e l’attenzione ai dettagli, con piatti che soddisfano le aspettative. Materie prime provenienti dalla Sicilia intera: formaggi del ragusano, funghi dei nebrodi, pesci dello stretto di Messina, pesce spada e pesce azzurro pescati quotidianamente. Da provare le polpette di finocchietto o il ventre di stocco con patate.

    Barcaiolo e la tipicità di famiglia

    Scendendo giù al mare lungo una ripida e suggestiva stradina, si giunge in un luogo pregno di storia e amore per la cucina. Oggi la Pancrazia Cannavò che diede vita al Barcaiolo non c’è più, ma rimane lo spirito di dedizione alla cucina e alla Sicilia. La conduzione familiare dona quella coccola in più e il menù regala soddisfazioni per pancia e testa. Non badate a sazietà: marinato di scampi, frittura di totani, calamari, gamberetti e alici, ravioli ripieni di spigola o cernia con salsa di crostacei e tocchetti di melanzana croccante, spaghetti ai ricci di mare, sedanini di pasta fresca al ragù di pesce spada, gamberi rossi al vino Zibibbo e chi più ne ha più ne metta. Finale in bellezza con le cassatelle alla siciliana fatte in casa.

    Vineria Modì, quiete e gusto

    vineria modì taormina

    Fonte: Facebook.com

    Bel rifugio dal caos estivo di Taormina, un piccolo locale centralissimo ma internato e silenzioso. Vineria Modì è un bistrot interessante anche nel periodo invernale, merito della coppia di chef catanesi che si occupano di una cucina senza fronzoli e con tanto sapore. Piatti studiati, puliti e piacevoli serviti nei pochi tavoli di un dehor dagli arredamenti moderni e sobri: anche il mese di agosto, potrebbe sembrare un tranquillo e quieto settembre. Assaggerete un semplice ma perfetto polpo con patate e olive.

    Capinera e l’alta cucina

    Qui passiamo alle cose serie, perché anche Taormina ha le sue stelle Michelin e fa sognare i palati più alti. La Capinera, per esempio, nelle mani di Pietro D’Agostino, lavora il pescato del giorno unito agli ortaggi da lui coltivati, con grande attenzione alla materia prima, dai presidi Slow Food al caviale di lumaca, fino ai numerosi oli siciliani più caratterizzanti. La Capinera propone un’alta reinterpretazione della tradizione gastronomica siciliana e lo fa tra i confini cittadini ma lontano dal chiasso turistico, su un terrazzo candido e rilassante che affaccia sul Mar Ionio. Chef D’Agostino è riconosciuto per umiltà e tecnica che, combinate, possono portare al piatto il valore aggiunto sorprendente: provate lo spaghettone artigianale trafilato in bronzo con scorfano, fagiolini e pinoli tostati alla menta!

    Kisté, tra storia e gusto

    kristè taormina

    Fonte: Facebook.com

    Fratello minore della Capinera è il Kisté posizionato nel cuore di Taormina, a due passi dal Duomo, in uno storico palazzo del ‘400. Qui Pietro insieme alla compagna Morena e le sorelle Cinzia e Giorgia, ha creato un luogo che ha la stessa qualità dello stellato, soprattutto nel rigore della selezione delle materie prime, ma in un contesto più disinvolto e informale. Sono le due grandi cisterne romane che compongono il paesaggio a dare il nome, dal greco, “kisté” dove rintracciare una buona selezione dei migliori sapori siciliani: premiate la semplicità e concedetevi il trancio di pesce pescato all’amo con verdure spontanee alla menta piperita.

    Principe di Cerami, il bistellato da sogno

    Sapevate che a Taormina c’è anche un ristorante che vanta due stelle Michelin? Forse non è propriamente questo il posto giusto in cui parlarne ma se vogliamo rendere l’alta cucina democratica e fruibile a tutti gli appassionati, allora un bistellato può convivere con le trattorie della stessa città nel medesimo articolo. Il Principe Cerami è nelle mani dello chef Massimo Mantarro, riconosciuto come l’artista che unisce finezza e gusto. Siamo all’interno di un ex monastero, oggi conosciuto come San Domenico Palace Hotel. Chef Mantarro è uno dei maestri della nuova cucina siciliana. Nei suoi piatti troverete armonia e conoscenza profonda del territorio. Chi avrà il privilegio di assaggiarli, non perda il “Dalla collina verso Mazara”: maialino nero dei Nebrodi glassato al limone, gambero rosso di Mazara all’arancia, cime di rapa. Lo stesso vale per i rigatoni di grano duro “Gentile”, cernia, pinoli etnei e finocchietto.

    Godetevi la Sicilia intera e se passerete da Taormina seguite i nostri consigli, non ve ne pentirete! E non dimenticate di farci sapere quali sono i vostri ristoranti preferiti di Taormina.

    Giornalista e gastronomo, collabora con numerose riviste e quotidiani che si occupano di cibo e viaggi tra le quali spiccano La Stampa, Dove e la Gazzetta dello Sport. I suoi piatti preferiti sono gli arrosticini (ma che siano di vera pecora abruzzese) e gli agnolotti del plin con sugo di carne arrosto. Dice che in tavola non può mai mancare il vino (preferibilmente Trebbiano Valentini o Barbaresco Sottimano).

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