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Mangiare in Europa: ecco alcuni dei migliori ristoranti (secondo noi)

Giovanni Angelucci
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    La buona cucina non ha confini: viva la gastronomia e l’estro dei cuochi, quelli veri e senza fronzoli, che resistono al richiamo dei riflettori e dei palcoscenici e continuano a dare il meglio, restando nei propri ristoranti e dimostrando ciò che valgono. Se viaggiare in Italia, tra città e borghi con ristoranti interessanti, è relativamente semplice,  anche muoversi in Europa in cerca delle migliori insegne golose, tutto sommato, non è poi così complicato. postarsi da una capitale all’altra, provando le cucine di validi chef che rappresentano culture diverse tramite prodotti e piatti del tutto personali, è un’esperienza che permette di scoprire i migliori ristoranti d’Europa, che oggi proveremo a raccontarvi.

    Ristoranti d’europa: alla scoperta delle migliori cucine

    Proposte molto diverse tra loro ma accomunate da alta maestria, racconto, esaltazione dei sensi: le fermentazioni nel nord Europa, la classicità francese, l’innovazione in luoghi inaspettati. Questa volta abbiamo deciso di portarvi in giro per i migliori ristoranti delle capitali europee, così da non trovarvi mai scoperti durante i vostri viaggi golosi.

    Reykjavik e la cucina neo-nordica

    dill reykjavik

    Facebook.com/dillrestaurantrvk

    La fredda e lontana (non troppo) Islanda ha la sua chicca che ogni foodie dovrebbe visitare, lista d’attesa permettendo. È il Dill di Reykjavík con la sua cucina “neo-nordica” che attrae per eleganza e semplicità. Gli ingredienti sono in primo piano sin dalla vetrina, prodotti locali serviti in una sfilza di portate. Il cuoco è focalizzato sugli ingredienti freschi Islandesi, ma non è più Ragnar Eiríksson, con cui era arrivata la prima stella Michelin, bensì Kári Þorsteinsson. La filosofia del ristorante più acclamato d’Islanda si concentra proprio sulla freschezza dei prodotti provenienti dalle aziende della zona o di altri paesi “nordici”; lo chef si diverte con affumicature, essiccazioni, fermentazioni. Da provare il salmerino alpino con cavolo e burro (i menù sono due, da sette o cinque corse).

    Le tre stelle di Copenaghen

    geranium

    Facebook.com/restaurantgeranium

    L’unico ristorante con tre stelle Michelin della Danimarca è il super Geranium. Tra i big mondiali, lo stimato e abile Rasmus Kofoed è lo chef di questo tempio della cultura gastronomica. 19° nella classifica World’s 50Best e unico ad aver vinto bronzo, argento e oro al Bocuse d’Or, propone quattro menù stagionali (al momento è in corso il “winter spring summer and autumn”).

    Il percorso degustazione vede 5 appetizers, 5 piatti principali e 5 dessert; il filo sensorial-conduttore è la freschezza con pochissime cotture e carni. Verrete colpiti dall’ordine e dal rigore che regnano nella luminosa sala con di tavoli tondi e dal servizio impeccabile. Assaggiate il grande classico “merluzzo marmorizzato” (marbled hake), la cui complessa preparazione richiede della polvere bruciata di steli di prezzemolo, una salsa di latticello e riduzione di mitili, caviale e olio di prezzemolo; e lasciatevi guidare, per la scelta dei vini, dal head sommelier Norbert Nudinski.

    Lisbona

    belcanto lisbona

    Foto: Paulo Barata

    Ci spostiamo per un attimo al caldo, nella bellissima capitale del Portogallo. Josè Avillez è il cuoco che rappresenta la cucina portoghese moderna. Il suo ristorante si chiama Belcanto, due stelle Michelin, insegna storica ma sempre attuale e in continua trasformazione (ha aperto nel 1958 nel bellissimo Largo S. Carlos, nello Chiado, dal 2011 nelle mani di Avillez). Nella  sala da ventotto coperti  vengono serviti i sapori locali innalzati evalorizzati da tecniche attuali. Ogni piatto narra una storia e ha come obiettivo emozionare chi lo prova, sempre con esito positivo.

    Insieme all’offerta à la carte, Belcanto propone due menu degustazione (l’Evolution e il menù Lisbona) che sviluppano un racconto in diversi capitoli. Imperdibile il Cozido a Portuguesa, piatto in carta da anni che fa leccare i baffi a tanti.

    Maaemo, il tristellato di Oslo

    maaemo

    Facebook.com/MAAEMO

    Cuoco danese, ristorante norvegese, cucina nordica. Maaemo è l’unico tristellato di Norvegia. Ve ne avevamo già parlato con un articolo dedicato, ma la sua maestosità merita un’attenzione particolare. Il padrone di casa è sempre lo chef Esben Holmboe Bang con la sua proposta vincente servita a una manciata di tavoli, e trovarne uno libero con poco preavviso è impresa ardua. Maaemo significa “madre terra” e il menù con oltre 20 portate mette in risalto i freschissimi prodotti del territorio. Originale, elaborata e dalla grande presentazione, è una cucina unica che merita il viaggio fin nella fredda capitale norvegese. Il menù riflette la natura e il clima aspro della Norvegia senza sosta, in una progressione  di corsi che enfatizzano i prodotti eccezionali di questo paese. Superlativi gli sgombri norvegesi con pino, gelato di burro con caramello di burro scuro.

    L’eleganza della cucina belga di Bruxelles

    bon bon bruxelles

    Foto: Lucnix.be

    Non la capitale di un Paese, ma quella d’Europa! Un valido e meritevole bistellato anche in Belgio, dove probabilmente non ve lo aspettereste. Siamo tra i quartieri verdi di Bruxelles e questo ristorante è ormai diventato il punto di riferimento per le buone forchette locali o per quelle che passano da qui. Parliamo del ristorante Bon-Bon nella mani dello chef Christophe Hardiquest. Indiscutibilmente il miglior rappresentante dell’identità della cucina belga, combina tecnica, passato e futuro con una smodata passione per i prodotti e gli ingredienti locali. La prima stella arrivò nel 2004, la seconda nel 2014, e la sua storia è abbastanza curiosa e singolare che è  giusto farsela raccontare da lui personalmente.

    Design moderno ed elegante, ma con la giusta informalità che mette a proprio agio i clienti, una cucina visibile, un bar, un piccolo giardino dedicato alle erbe aromatiche e una terrazza per l’aperitivo durante la bella stagione. Amore e passione per ciò che offre il suo paese, non solo le carni di coniglio, cavallo, trota ma anche e soprattutto il mondo dei vegetali che appassiona Christophe,che attinge infatti dalle coltivazioni dei contadini attorno alla città con cui ha instaurato delle collaborazioni. È il candidato numero uno per la terza stella in Belgio: vediamo cosa accadrà.

    Quali sono i vostri ristoranti preferiti delle capitali europee? Siete già stati in qualcuno di questi super posti?

    Giornalista e gastronomo, collabora con numerose riviste e quotidiani che si occupano di cibo e viaggi tra le quali spiccano La Stampa, Dove e la Gazzetta dello Sport. I suoi piatti preferiti sono gli arrosticini (ma che siano di vera pecora abruzzese) e gli agnolotti del plin con sugo di carne arrosto. Dice che in tavola non può mai mancare il vino (preferibilmente Trebbiano Valentini o Barbaresco Sottimano).

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