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Attenzione alla sostenibilità, ambienti comfort e menù per tutti: System Logistics punta sulla ristorazione aziendale 

Elena Rizzo Nervo
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    Negli ultimi due anni la pausa pranzo è cambiata per le lavoratrici e i lavoratori, rispetto ai tempi, ai luoghi e alle modalità di fruizione, e questo ha coinvolto anche le aziende. Sia quelle del food service, con la necessità di offrire nuove soluzioni per nuovi bisogni, sia quelle che hanno dovuto ripensare i propri spazi e i propri servizi ai dipendenti, nell’ambito delle politiche di welfare aziendale.

    L’approfondimento di Nuova Pausa Pranzo prosegue, quindi, dando voce proprio a queste realtà, raccontando alcune case history di eccellenza. Abbiamo intervistato la Dott.ssa Paulina Wietrzykowska, manager responsabile della qualità, sostenibilità e del miglioramento dei processi strategici per conoscere l’esperienza del loro innovativo ristorante aziendale, progettato insieme a CIRFOOD a partire dall’ascolto della propria forza lavoro.

    Una nuova pausa pranzo dinamica, inclusiva e sostenibile nell’esperienza di System Logistics

    Come abbiamo visto con il sociologo Flaviano Zandonai, la pandemia ha modificato il rapporto tra imprese e lavoratori. In questo contesto i ristoranti aziendali, all’interno di politiche di welfare aziendale, ma anche territoriale, rappresentano un pilastro importante, come luoghi di comunità, di relazioni di qualità. È quanto avviene in System Logistics, realtà industriale che realizza tecnologie per l’ottimizzazione della supply chain all’interno di magazzini, centri di distribuzione e stabilimenti produttivi in tutto il mondo.

    D: Dott.ssa Paulina Wietrzykowska, nel manifesto di System Logistics il primo valore aziendale è la cura. Ci racconta come questo si traduce negli spazi e nei servizi che avete creato?

    P.W.: “Sì, uno dei nostri valori aziendali è quello di prendersi cura delle persone, che siano dipendenti, clienti o fornitori. Spazi e servizi, quindi, sono pensati per favorire il loro benessere e questo si traduce, in primis, con la creazione della nuova sede, attiva da circa un anno, che è stata progettata a partire dall’ascolto dei nostri dipendenti. Si tratta di un progetto che vede come novità principale lo spazio del ristorante aziendale, da poco inaugurato”.

    Come è nata l’idea e quali criteri hanno guidato la realizzazione?

    P. W.: “Il successo del progetto, confermato da un questionario che abbiamo sottoposto ai nostri dipendenti e che ha fatto emergere come il ristorante sia lo spazio e il servizio più apprezzato della nuova sede, è stato determinato da alcuni fattori. Innanzitutto l’ascolto delle persone che lavorano in azienda: attraverso delle interviste, abbiamo chiesto loro cosa si aspettavano dalla nuova sede, per coinvolgerli sulla visione di cosa dovesse rappresentare l’ambiente aziendale. Inoltre, averlo progettato a quattro mani con CIRFOOD, che fornisce il servizio di ristorazione, e i cui tecnici ci hanno affiancato fin dalla fase di cantiere, ha permesso di minimizzare e anticipare gli errori di valutazione e progettazione.

    Si tratta di un ristorante in cui ogni aspetto, dagli spazi, ai materiali, ai colori, al comfort acustico sono pensati per offrire alle persone una pausa di benessere, in linea con i nostri valori aziendali”. 

    Il ristorante aziendale di System Logistics è certamente un esempio innovativo. Le linee guida sono funzionalità, sostenibilità, comfort e flessibilità. Per questo, ad esempio, sono state create differenti aree, divise tra Short stay e Long stay, ovvero spazi pensati sia per chi cerca solo un momento di break veloce, dalla colazione al bar, al caffè take away, sia per coloro che vogliono staccare e prendersi una pausa più lunga. Ci racconta come funziona il vostro ristorante aziendale?

    P. W.: “Ci dispiaceva sfruttare questo spazio, in cui abbiamo investito tanto, solo poche ore al giorno. Per cui abbiamo pensato di progettarlo in modo che possa accompagnare le persone durante tutta la giornata. Ad esempio, c’è un bar, così chi arriva alla mattina può fare colazione. Lo spazio, poi, fino alla pausa pranzo, può essere usato come ambiente di lavoro, per riunioni, presentazioni ed eventi. Per noi era molto importante creare uno luogo dinamico e non monotono, per cui nel ristorante aziendale di System Logistics abbiamo creato un percorso con 8 differenti ambienti per diverse esperienze:

    • Patio
    • Garden Feel
    • Soft
    • Social
    • One to One
    • Smart
    • Pic Nic
    • Fast Stay.

    Nell’ambiente Social, troviamo, ad esempio, un arredo versatile e riconfigurabile che permette di creare anche lunghe tavolate per i gruppi, magari per festeggiare un collega, lo spazio Soft, con sedute lounge, è adatto agli incontri di lavoro, l’area Pic Nic favorisce la socializzazione, a differenza della zona One to One che consente una maggiore privacy. 

    Avendo una popolazione aziendale variegata, con uffici, reparto produttivo e anche colleghi del commerciale che viaggiano molto, volevamo creare uno spazio davvero comodo, piacevole, dove passare un’ora di vero stacco”.

    La voglia di incontrarsi, anche in pausa pranzo, nasce dall’isolamento forzato degli ultimi anni. Che differenze ha notato tra pre e post pandemia e qual è dal suo punto di osservazione il valore della ristorazione aziendale?

    P. W.: “I nostri spazi sono polifunzionali e favoriscono la socialità, e il ristorante aziendale, progettato con il supporto di CIRFOOD, è il cuore della nostra vita aziendale ed è qui che organizziamo anche gli eventi, come l’ultimo Christmas Party. 

    Vediamo che, nonostante l’azienda favorisca lo smart working, le persone tornano volentieri in sede, perché è un ambiente dove si sta bene e il momento della pausa pranzo è molto importante e lo è diventato ancora di più dopo la pandemia, perché si incontrano i colleghi e ci si sente più motivati, condividendo i valori aziendali. Dal questionario di gradimento proposto ai dipendenti a un anno dall’inaugurazione della nuova sede è emerso come apprezzino molto il ristorante aziendale perché è un luogo di ritrovo e socializzazione, oltre che per la qualità del servizio, per l’ampia scelta e l’attenzione alle materie prime”. 

     

    A tal proposito, che tipo di menù viene proposto?

    P. W.: “Con CIRFOOD abbiamo introdotto una vasta scelta di piatti, basata su territorialità e biodiversità. Abbiamo chiesto di avere menù con prodotti locali di alta qualità, abbiamo concretizzato la cura verso le persone investendo in spazi della cucina divisi per dare sempre un’offerta anche a chi ha allergie alimentari, evitando le contaminazioni e includendo tutti nel ristorante aziendale. Inoltre, abbiamo sempre qualche proposta vegetariana e vegana, così come qualche alternativa per chi non può mangiare determinati alimenti per scelte culturali o religiose, in modo che tutti si sentano a proprio agio e nessuno si senta escluso a tavola”. 

    Attenzione al benessere delle persone, ma anche all’ambiente, quindi. Avete all’attivo diversi progetti legati alla sostenibilità, da Su-eatable Life a progetti di recupero delle eccedenze, ci può raccontare cosa state facendo? 

    P. W.: “Spingiamo molto la politica anti spreco. Anche per questo, il pranzo viene prenotato tramite l’app Appetie di CIRFOOD, molto intuitiva, in modo da ridurre le eccedenze, anche se tutti, anche chi non dovesse aver prenotato, ha un pasto garantito, con meno varietà, ma sempre disponibile. Ogni scelta che l’azienda ha fatto, anche mettendo in conto maggiori investimenti, è orientata alla sostenibilità ambientale, per avere il minor impatto possibile. Questo nel ristorante si traduce, ad esempio, nell’utilizzo di lavastoviglie efficienti, per ridurre l’uso dell’acqua e dell’energia. Inoltre già in fase di progettazione abbiamo raccontato a CIRFOOD qual era la direzione verso cui volevamo andare, i nostri valori aziendali, per cui nel ristorante abbiamo eliminato completamente l’uso della carta per i vassoi e delle posate monouso, così come abbiamo inserito erogatori per l’acqua evitando bottigliette di plastica. 

    Le scelte più sostenibili per l’ambiente sono spesso anche le più sane. È per questo che da qualche settimana è partita anche l’iniziativa all’interno del progetto europeo Su-eatable Life con la quale, attraverso la collaborazione con CIRFOOD, avvieremo una campagna di sensibilizzazione rivolta alle lavoratrici e ai lavoratori di System Logistics per promuovere la sana alimentazione, non solo in pausa pranzo ma a livello generale, in un’ottica di salute e prevenzione. Parallelamente, stiamo promuovendo insieme una campagna di comunicazione con video e materiali informativi, per informare rispetto all’impatto ambientale delle nostre scelte alimentari.

    Infine, sempre con CIRFOOD, stiamo progettando anche la possibilità di recupero del cibo in eccedenza per poterlo donare a strutture caritative, usufruendo della Legge Gadda. 

    Non dimentichiamo, poi, che System Logistics è un sito produttivo in provincia, in una zona industriale: il ristorante aziendale permette in modo indiretto di ridurre le emissioni, perché evita che moltissime persone debbano spostarsi in macchina per andare a cercare un locale per mangiare (circa 100 macchine in movimento in meno al giorno), potendo così anche godere di una pausa più lunga e di relax”.

    L’esperienza di System Logistics mostra come la ristorazione aziendale, quando progettata in maniera lungimirante, attenta e inclusiva, sia un servizio di welfare capace di migliorare la vita delle persone. In questo modo la pausa pranzo rappresenta un momento bello, piacevole e conviviale della giornata, contestualizzato nell’attualità, nelle sfide ambientali e nei cambiamenti in atto.

    Giornalista pubblicista, laureata in Sociologia, Elena dal 2021 è la Direttrice responsabile de Il Giornale del Cibo. Cresciuta a pane, politica e musica, da bimba si fa regalare una macchina da scrivere perché vuole fare la scrittrice (tutto pur di non occuparsi di numeri!). Lavora prima all’Associazione Italiana Agricoltura Biologica dell’Emilia Romagna e in un’agenzia di eventi, poi si dedica alla comunicazione per il web. Responsabile dei progetti editoriali di Noetica, dal 2016 scrive per Il Giornale del Cibo di attualità, sostenibilità e sana alimentazione. Ama cucinare ed è fan del carboidrato in tutte le sue forme. Per lei in cucina non può mancare una bottiglia di vino, "perché se c'è il vino c'è anche la buona compagnia".

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