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Locker aziendali: come funziona la pausa pranzo “digitale”?

Matteo Garuti
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    Veri e propri armadietti refrigerati e “intelligenti” per custodire il cibo: gli smart locker per la pausa pranzo sono una soluzione che si sta facendo strada anche in Italia. Soprattutto per ragioni di praticità, in seguito ai cambiamenti che la pandemia ha imposto nella fruizione dei pasti sul lavoro. Ma quali sono i vantaggi? E si tratta davvero di una scelta ottimale per il benessere nel contesto lavorativo? Proseguendo la nostra analisi sulla nuova pausa pranzo, cercheremo di saperne di più.

    Smart locker per la pausa pranzo: cosa sono e come funzionano?

    Evitare gli assembramenti, risparmiare tempo e rendere fruibile il pasto in ogni momento della giornata: ecco perché gli armadietti per la pausa pranzo sono considerati intelligenti. Questi particolari frigoriferi, infatti, permettono di prelevare il proprio box con il pranzo, precedentemente ordinato tramite app, da consumare alla scrivania o in piccoli spazi dedicati, dove mangiare in azienda, anche in assenza di una cucina aziendale. I cibi e le porzioni, confezionati in atmosfera protetta, sono perfettamente bilanciati, in base alle diverse esigenze nutrizionali. Questi due anni hanno trasformato notevolmente la pausa pranzo dei lavoratori italiani, a favore di pasti “a distanza” e gestiti in modo digitale, tanto che ora i locker potrebbero soppiantare – almeno in parte – i panini da casa o al bar, per cui molte aziende si stanno attrezzando. Ma come si presentano e cosa offrono i locker per la pausa pranzo?

    • L’armadietto per antonomasia al quale pensiamo subito è quello tipico dei college nei film americani, dove gli studenti ripongono gli oggetti personali. Quelli refrigerati non sono troppo diversi: si tratta di un frigorifero di grandi dimensioni suddiviso in tante nicchie dotate di piccoli schermi touch, dove all’interno di ognuna vengono riposti i diversi pranzi, in attesa di essere prelevati dai clienti.
    • Il funzionamento è semplice: innanzitutto, occorre installare sul proprio smartphone l’app indicata per scegliere cosa mangiare. Dopodiché, si può procedere con l’ordinazione, che una volta registrata ci fornirà un QR code da scansionare sul display dello smart locker, necessario per aprire lo sportello con il cibo da ritirare. E’ possibile pagare contactless in modo semplice e sicuro con carte di credito o pagamenti aziendali.
    • Quando le ordinazioni sono pronte, un addetto effettua le consegne negli armadietti e il cliente riceve la notifica sullo smartphone
    • I piatti sono preparati in centri produttivi esterni, e poi consegnati confezionati in vaschette termosigillate e pronti per essere consumati o riscaldati. Vengono forniti anche posate, acqua, pane e frutta, con una grande possibilità di personalizzare e studiare i piatti in base alle esigenze soggettive della clientela.

    © CIRFOOD

    Cambia il modo di mangiare?

    Considerandone i vantaggi, l’uso dei locker in pausa pranzo consente di evitare gli assembramenti e consumare il pasto previsto dai benefit aziendali in ogni momento della giornata, aspetti diventati di primaria importanza in seguito alla pandemia, che già ha cambiato significativamente il pasto fuori casa. Allo stesso modo, l’idea di poter velocizzare la ricezione dei pasti e risparmiarsi le file con il vassoio in mano può essere allettante e questi strumenti possono fare al caso delle piccole aziende sprovviste di spazi per la mensa interna, ed essere quindi sfruttati come unico punto ristoro. In altre situazioni, invece, si possono affiancare al servizio mensa, completandolo e rendendolo più versatile, ad esempio, con la possibilità di costruire un proprio piano alimentare  con piatti equilibrati e salutari, declinando la dieta a seconda delle diverse esigenze, un’opportunità molto apprezzata dai lavoratori.

    Tra i tanti esempi interessanti, CIRFOOD – impresa cooperativa italiana della ristorazione collettiva, commerciale e dei servizi di welfare aziendale – che nel 2021 ha introdotto QUBì (acronimo di “quanto basta”) “la pausa pranzo che trova spazio nel tuo spazio”. Questo progetto si inserisce nella nuova tipologia di servizi appena descritti, completando l’offerta ristorativa con una proposta flessibile e soluzioni modulari in base agli spazi, che si compone di quattro elementi:

    1. La app consente ai dipendenti di ordinare il pasto in modo semplice e veloce scegliendo tra menu personalizzabili, controllando l’apporto calorico e gli ingredienti delle ricette;
    2. il locker garantisce una corretta conservazione dei cibi, grazie a una tecnologia di refrigerazione innovativa;
    3. Il food market è l’angolo refrigerato da aggiungere alla zona caffè, per avere pasti bilanciati e snack a ogni ora del giorno, senza necessità di prenotazioni.
    4. L’offerta si completa con la possibilità di includere accessori per arredare lo spazio adibito al ristoro, come mobili di diverse misure e colorazioni per micronde e stoviglie e tavoli e sedie di design.

    Tecnologie ed estensione del servizio

    In tutto questo, il ruolo della tecnologia è imprescindibile. Basti pensare alla diffusione degli smartphone e all’implementazione e progressivo miglioramento delle applicazioni. Quelle dedicate alla ristorazione permettono anche di avere informazioni sul livello di affollamento del ristorante, che in questo modo può gestire al meglio i flussi e i quantitativi di piatti da preparare.

    © CIRFOOD

    Nell’ottica di questo tipo di innovazioni si inserisce Appetie, un’app pensata per i dipendenti delle aziende con servizio di ristorazione CIRFOOD. Con strumenti accessibili sia da web che da smartphone, Appetie si adatta alle esigenze degli utenti, offrendo il controllo quotidiano della propria alimentazione, con informazioni anticipate sui piatti e sul menu del giorno e la possibilità di prenotare il proprio pasto. Chi usa questa applicazione, esprimendo il proprio giudizio, può anche contribuire al miglioramento del servizio.

    Socialità, convivialità e benessere: condividere la tavola è importante

    Al di là dei vantaggi che soluzioni come i locker per la pausa pranzo offrono sul piano pratico, non si possono trascurare altri aspetti fondamentali per questo momento della giornata. Innanzitutto, è importante sottolineare il valore sociale, aggregativo e inclusivo che solo la condivisione della tavola può offrire, un dato che si tende a trascurare, ma che emerge da numerose ricerche. Oggi come nel prossimo futuro, quindi, occorrerà trovare un giusto punto d’incontro tra sicurezza e convivialità, per superare l’isolamento e la solitudine alimentare. Volendo mantenere un alto livello di benessere e di qualità della vita in azienda, perciò, se l’utilizzo dei locker può rappresentare una possibilità utile, il pranzo in compagnia potrà essere affiancato, ma non sostituito da queste soluzioni.

    Matteo è nato a Bologna e vive a San Giorgio di Piano (Bo), è giornalista, sommelier e assaggiatore di olio d'oliva, ha collaborato con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna. Per Il Giornale del Cibo si occupa di attualità, salute, cultura e politica alimentare. Apprezza i cibi e le bevande dai gusti autentici, decisi e di carattere. A tavola ama la tradizione ma gli piace anche sperimentare: per lui in cucina non può mancare la creatività, "perché è impossibile farne a meno!"

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