Krapfen
Avete presente quelle meravigliose paste tonde, soffici come nuvole benché fritte, tutte zuccherate e ripiene di crema? Ma certo, che ce l'avete! Sono certo che la parte più golosa di voi, praticamente tutti, ve ne siete mangiati una notevole quantità, dando un calcio alla dieta dichiarando falsamente a voi stessi ed anche agli altri (mogli, figli e chiunque altro vi rompa di brutto per via della pancetta incipiente o giàincipita) di aver fatto fuori una generica pasta oppure - inganno ancora peggiore - una pasta da colazione. Facendo intendere, è chiaro, che si sia trattato di un innocente croissant. Vuoto. Beh, affrontate da veri uomini o da vere donne il pericolo: abbiate il coraggio di guardare in faccia tutta la vostra natura di ghiottoni inveterati. E preparatevi in casa questa ricetta che mi insegnò Mamma molti anni orsono e che ha le sue notevoli responsabilità nei centocinque chili abbondanti (ma non vi dico quanto!) che impinguano il mio girovita. Si, è vero: i Kraphen sono un grave peccato. E ci troveremo tutti, ne sono sicuro, nel terzo Girone dell'Inferno, servi di Ciacco. Ma, oh quant'è bello peccare masticando una piccola meraviglia tutta spolverata di zucchero
Ingredienti
- 200 gr farina
- 15 gr lievito di birra
- 50 gr burro
- 2 uova
- 1 e 1/2 cucchiaio zucchero
- buccia di limone grattugiata
- sale
Istruzioni
- Sciogliete il lievito in un poco di acqua tiepida, dentro un piccolo recipiente di ceramica
- Versate nella ciotola un quarto della farina
- Avvolgete il recipiente in un panno di lana emettetelo vicino, non attaccato, ad una fonte di calore
- Quando la farina col lievito ha quasi raddoppiato il suo volume (ci vuole circa un quarto d'ora) mettete il resto della farina sul banco di lavoro, a corona e, nel centro, verso tutti gli ingredienti, lievito compreso
- Impastate e poi lavorate la pasta per circa un quarto d'ora, un po' di meno, sbattendola di brutto ripetutamente sul piano, per renderla più morbida ed elastica
- Mettete l'impasto nella ciotola di prima, o in un'altra più grande e lasciatela riposare per un paio d'ore, dentro il panno di lana, o una copertina vera e propria
- Riprendete la pasta e maneggiatela un po' poi spianatela con un piccolo matterello, sino a che si riduca ad una sfoglia di circa mezzo centimetro di spessore. Questa fase è delicata, perchè la pasta risulta morbida e può stracciarsi. Per impedirlo, spargetevi sopra ogni tanto un po' di farina
- Con una formina tonda, o un bicchiere, ricavate dalla sfoglia dei dischetti. Rimpastate subito la pasta avanzata battendola col matterello, senza toccarla, possibilmente con le mani. Poi stendetela e ricavate altri dischetti
- Spennellate una metà dei dischetti con dell'uovo battuto, poi metteteci in mezzo un po' di crema (ma la ricetta originaria prevede marmellata di albicocca) e ricopritela con l'altra metà dei dischetti, premendo i bordi con delicatezza, per attaccarli bene
- Piazzate i Kraphen su una tovaglietta infarinata e li copro con un tovagliolo, possibilmente dentro il forno un po' tiepido, per tre quarti d'ora scarsi
- Friggete i Kraphen, a poco a poco (non più di due o tre per volta) in una pentola con molto olio non caldissimo: devono galleggiare nell'olio. Meglio se il recipiente è di rame, che tiene più costante il calore dell'olio
- Quando i Kraphen sono cotti (devono risultare di un bel colore dorato) toglieteli dalla pentola, disponeteli su carta assorbente, in modo che scolino bene l'olio ed infine li giro su di un piano cosparso di zucchero semolato. Si mangiano, come ben sapete, sia freddi che caldi.