posate commestibili

Posate a base di grano, cioccolato e alghe per ridurre l’uso della plastica

Angela Caporale

Si sa che la necessità aguzza l’ingegno ed è una buona notizia che, anno dopo anno, il tema dello spreco alimentare e del danno per l’ambiente che deriva da uno uso non attento delle risorse del pianeta si stiano ritagliando uno spazio sempre più importante nell’agenda politica, mediatica e anche familiare. L’Italia, da questo punto di vista, non è stata con le mani in mano: come ci ha spiegato lonorevole Gadda, prima firmataria della “legge contro lo spreco” intervistata in occasione della Giornata nazionale per la prevenzione di questo fenomeno, i risultati ad un anno dall’entrata in vigore della nuova norma sono decisamente positivi: si è registrata, infatti, una media nazionale pari al +21% di recupero, che significa migliaia di tonnellate di alimenti buoni sottratti al rifiuto e milioni di euro donati in solidarietà sociale.
Non solo scarti ed eccedenze però, infatti in cucina gli sprechi inquinanti riguardano anche l’uso eccessivo delle plastiche, dai sacchetti per gli alimenti alle capsule per il caffè, fino ad arrivare all’uso di forchette, coltelli e cucchiai di plastica. Esistono, però, delle posate commestibili da impiegare in caso di bisogno: scopriamo questa soluzione estremamente creativa ed ecologica. Sarà anche gustosa?

Ridurre l’uso delle plastiche: un problema urgente

inquinamento plastica mare

Il problema dell’inquinamento causato dalle sostanze plastiche è gravissimo, come avvisano gli esperti ormai da anni: uno studio pubblicato su Nature ha dimostrato che ogni anno finisce nei mari una quantità compresa tra 1,15 e 2,41 milioni di tonnellate di questo tipo di rifiuti. Una massa enorme che entra anche nella catena alimentare, poiché questi materiali dispersi in mare – dei quali il 16% è composto, secondo Legambiente, da buste – negli anni non spariscono, ma si sminuzzano trasformandosi in micro e nanoplastiche fino a penetrare nel plancton.

Il risultato è un preoccupante accumulo di sostanze tossiche che risalgono l’intera catena alimentare fino ad arrivare all’uomo con conseguenze che è ancora difficile immaginare. Tuttavia alcuni studi realizzati dall’Università di Genova sui pesci sembrano suggerire che questo tipo di contaminazione possa causare infertilità, intersessualità, indebolimento delle barriere protettive dell’organismo.

Consapevole della criticità l’Unione Europea ha promosso, tra le altre, la direttiva 720/2015 che richiama gli stati membri a prendere provvedimenti concreti per ridurre significativamente l’uso di borse di plastica. Questa notizia non suonerà nuova alle orecchie più attente perché questa stessa direttiva ha portato alla legge 123/2017 che ha introdotto l’obbligo dei sacchetti biodegradabili a pagamento nei supermercati italiani a partire dal 1 gennaio 2018.

Con lo stesso scopo sono stati stanziati dei finanziamenti a livello europeo per incentivare la ricerca di una soluzione sostenibile per lo smaltimento e il riciclo delle capsule del caffè: sempre più diffuse nelle case e negli uffici, ma che – allo stato attuale – richiedono centinaia di anni per uno smaltimento effettivo.

Posate commestibili: l’idea di una start up indiana

cucchiai commestibili

Fonte: bakeys.com/

Un’idea davvero originale per ridurre l’uso di plastiche in cucina arriva, però, da una terra molto lontana dall’Europa e, in particolare, dall’India dove, nel 2010, un giovane chimico, Narayana Peesapaty, ha creato una start-up chiamata Bakeys che produce posate commestibili.

Finanziato attraverso una campagna di crowdfunding su Kickstarter che ha fruttato quasi 300mila dollari in due mesi, questo progetto ha portato alla creazione di cucchiai realizzati con una bioplastica innovativa a base di mais: gli ingredienti di questa originale ricetta sono farina di sorgo, di grano e di riso. Esistono versioni dolci, integrate con lo zucchero, o più saporite perché accompagnate con spezie, pepe e sale. Le posate commestibili sono adatte a vegetariani, vegani e certificate Halal; i creatori hanno sperimentato anche una versione gluten-free.

Se il sapore non dovesse piacere, assicurano dall’India, è possibile anche gettare nell’umido le posate commestibili: la composizione fa sì che siano biodegradabili e che possano essere smaltite in circa 10 giorni. Peesapaty è riuscito a vendere più di un milione e mezzo dei suoi cucchiai eco-friendly ma solo nel paese d’origine: infatti è ancora pressoché impossibile trovarli nella grande in Europa.

Cucchiaini di cioccolato

cucchiaini cioccolato

Agli appassionati di cioccolato, poi, non sarà sfuggita l’idea, già diffusa anche in Italia, di utilizzare dei deliziosi cucchiaini a base di cacao. Si possono acquistare già confezionati, ma anche preparare facilmente in casa. La ricetta è quella classica dei cioccolatini, da personalizzare a piacimento, per esempio aromatizzandoli al caffè oppure al peperoncino.

Come creare la forma? Niente paura, nei negozi che vengono prodotti per la pasticceria e negli shop online ci sono stampi di tutti i tipi e di tutte le dimensioni. Bastano pochi euro, una preparazione golosa e voilà, il gioco è fatto e avremo non solo un dolce fatto in casa, ma anche una soluzione eco-sostenibile per mescolare il caffè o il té.

Non solo posate: i piatti che si mangiano

pappami piatto commestibile

Fonte: pappami.com/it/

Le soluzioni creative, dunque, per cercare di limitare l’impatto sull’ambiente delle stoviglie di plastica non mancano: abbiamo parlato di cucchiai, ma c’è anche chi punta tutto su piatti buoni come il pane. È il caso di Pappami, progetto tutto italiano, che fornisce piatti commestibili a forma di fiore: l’idea è quella di accompagnare il pasto con il piatto, staccandone i petali mentre si mangia.

Personalizzabile, compostabile e studiato per contenere liquidi anche per lungo tempo, Pappami rappresenta una valida alternativa alla plastica, soprattutto per feste o occasioni in cui è necessario servire pasti a molte persone in situazioni informali.

Esiste poi anche Wikipearl, una pellicola commestibile per conservare i cibi; oppure Do Eat, il piattino a base di fecola di patate, acqua e olio; e anche i Jelloware, i bicchieri di alghe che si mangiano dopo aver sorseggiato la propria bevanda preferita. E come dimenticare, poi, la Cookie Cup, la deliziosa tazzina biscottata pensata per godersi un caffè particolarmente dolce.

Sebbene questi prodotti ancora non siano ampiamente diffusi, appare chiaro come il futuro della sostenibilità in cucina non potrà prescindere da idee creative per piatti, bicchieri e posate commestibili. E cosa mangeremo con questi nuovi utensili? A guardare i food trend del 2018, potremmo immaginare superfood, bevande analcoliche, cous cous e fiori nel piatto. Avete mai provato a mangiare un cucchiaino o un piatto?

 

Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

Lascia un commento