Confetti di Sulmona, la storia dei dolcetti da… Royal Wedding!

Michela Del Zoppo
2 minuti

     

    Piccola città incastonata tra le montagne del Parco Nazionale della Majella, in Abruzzo, Sulmona è famosa in tutta Italia (e nel mondo!) per essere stata sì la patria del poeta romano Ovidio ma anche per delle piccole perle di pasticceria, che dal territorio peligno prendono il nome, e ne sono diventati una specialità: i confetti di Sulmona, annoverati tra i dolci tipici abruzzesi. La loro storia antichissima risale all’epoca romana, e nel corso dei secoli il loro significato di buon augurio in diverse circostanze non è mai cambiato. Insieme allo zafferano dell’Aquila, al liquore di genziana e agli arrosticini, rappresenta una delle specialità gastronomiche più amate d’Abruzzo… e non solo! Sapevate che questi confetti hanno raggiunto anche i reali d’Inghilterra e i principi del Qatar? 

    Oggi conosceremo la storia dei confetti di Sulmona, come sono nati e tutte le curiosità sulla loro produzione.

    La storia dei confetti di Sulmona, dalle origini alla produzione odierna

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    I confetti di Sulmona rappresentano una pagina affascinante della cultura gastronomica italiana, un connubio di storia, tradizione e artigianato. Questo viaggio nella storia dei confetti si snoda attraverso i millenni, e ci mostra come questi piccoli dolcetti siano stati testimoni di cambiamenti sociali, culturali e tecnologici. Da semplici preparazioni di mandorle e miele a raffinate creazioni zuccherine, i confetti di Sulmona hanno attraversato epoche diverse, arricchendosi di significati e varianti: simboli di festa, gioia e tradizione, non hanno mai perso il legame con il loro passato. 

    Andiamo a esplorare la loro evoluzione, dalla nascita in epoche antiche fino alle moderne tecniche di produzione, e vediamo perché questo prodotto è diventato un piccolo gioiello della pasticceria italiana.

    Le radici romane: come sono nati i confetti? 

    Secondo diverse testimonianze storiche, come i riferimenti alle Famiglie Fazi del 447 a.C. e i racconti di Apicio, risalenti all’epoca dell’imperatore Tiberio (14-37 d.C.), i confetti erano già parte integrante delle celebrazioni romane, specialmente in occasioni di nascite e matrimoni. Naturalmente la prima versione di questi dolcetti peligni era molto diversa da quella odierna: si trattava di una sorta di  dolce artigianale che comprendeva un nucleo di mandorle, avvolto in miele e farina. Questa composizione semplice ma gustosa rifletteva le risorse culinarie dell’epoca.

    Le tecniche di produzione tra Medioevo e Rinascimento 

    La storia dei confetti di Sulmona vede un’evoluzione significativa nel periodo medievale e rinascimentale. Nel XV secolo, infatti, a Sulmona ebbe inizio la produzione dei confetti in un modo che ricorda più da vicino le tecniche moderne. Documenti storici conservati nell’archivio del Comune, datati 1492-1493, attestano la lunga storia di fabbricazione dei confetti nella città, ma suggeriscono anche una continua ricerca di perfezionamento e innovazione nella loro creazione. È infatti proprio in questo periodo che i confetti di Sulmona acquisirono la particolarità per cui sono più conosciuti: le composizioni. Presso il monastero di Santa Chiara, le monache erano solite legare i confetti con fili di seta per creare figure artistiche come fiori, grappoli, spighe e rosari. Questa pratica dimostra la creatività dell’epoca e il valore estetico che i confetti avevano acquisito, andando oltre il loro ruolo di semplici dolci.

    A partire dal XIV secolo, i confetti furono menzionati anche nella letteratura italiana, inclusa una novella del Decameron di Boccaccio e il sonetto di Folgore da San Gimignano, segno della loro crescente presenza nella cultura popolare e nelle occasioni celebrative.

    Con l’avvento del Rinascimento e la scoperta delle Americhe, lo zucchero iniziò a sostituire il miele come ingrediente principale nella produzione dei confetti. Questo cambiamento segnò un momento decisivo nella storia dei confetti, portandoli fino alla versione che conosciamo oggi. Lo zucchero, inizialmente un ingrediente di lusso, divenne man mano più accessibile, permettendo una produzione più ampia e diversificata dei confetti.

     

    La letteratura del XIX secolo, inclusi i lavori di Manzoni e Goethe – che regalò alla sua futura moglie uno scrigno colmo di questi confetti –, continua a testimoniare la rilevanza culturale di questi dolci. E che dire di Giacomo Leopardi che, secondo alcuni suoi biografi, ne era ghiottissimo? 

    Nel corso dell’Ottocento, specialmente di fronte alla crescente concorrenza, la difesa del primato del confetto abruzzese divenne una priorità. Diversi documenti del periodo rivelano infatti un vivo dibattito sulla superiorità del confetto di Sulmona, noto per il suo bianco candido e la qualità insuperabile. Un fattore distintivo di questi confetti era la purezza dello zucchero utilizzato. A differenza di altri produttori che potevano ricorrere ad addensanti economici come farina o amido, i confetti di Sulmona si distinguevano per la loro composizione pura e genuina.

    Per riconoscere i veri confetti di Sulmona da imitazioni inferiori, si consigliava un semplice test: immergere il confetto in un bicchiere d’acqua. In un confetto autentico, lo zucchero si sarebbe sciolto completamente senza lasciare tracce, mentre la presenza di depositi farinosi avrebbe rivelato una qualità inferiore.

    La produzione dei confetti di Sulmona oggi e i Royal Wedding(s)

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    Un capitolo fondamentale nella storia del confetto di Sulmona inizia con la famiglia Pelino. Nel 1783, Bernardino Pelino fondò quella che sarebbe diventata una delle più rinomate fabbriche di confetti, contribuendo alla fama di Sulmona in questo settore. È ormai da ben sette generazioni che la fabbrica Pelino custodisce e tramanda la ricetta originale dei confetti, assicurando che la tradizione e la qualità rimangano inalterate nel tempo.

    Ad oggi, i confetti di Sulmona hanno superato i confini nazionali e sono ormai diventati il simbolo delle cerimonie di alto profilo. Un esempio di questo prestigio è il loro ruolo nei Royal Weddings, come nel caso del matrimonio del Principe Harry e Meghan Markle. Per questo evento di risonanza mondiale, l’azienda Pelino ha fornito i suoi rinomati confetti, consolidando così il suo storico legame con la Corona inglese.

    Il fascino dei confetti di Sulmona ha superato anche i confini europei, arrivando fino al Qatar per il matrimonio dei reali Aisha e Farhat, celebrato il 30 novembre 2018. La celebrazione ha visto l’impiego di oltre 100 chili di confetti in diverse varianti, con quasi seimila “fiori” di confetto realizzati su misura secondo le indicazioni della principessa Aisha, e oltre mille bomboniere per gli ospiti. 

    Oggi, passeggiando per le vie di Sulmona, è facile imbattersi in botteghe artigianali dove la creatività e la varietà dei confetti sono evidenti. Disponibili in diversi gusti e forme, da quelli tradizionali alle varianti più innovative, i confetti di Sulmona rappresentano un universo di sapori e colori.

    Per chi vuole saperne di più sulla lunga e affascinante storia dei confetti di Sulmona, il Museo Pelino dell’Arte e della Tecnologia Confettiera offre un viaggio affascinante nella storia e nell’arte della produzione di confetti. Il museo, diviso in tre sale, espone cimeli, antichi brevetti, composizioni artistiche di confetti e persino un laboratorio del XVIII secolo, e regala un’immersione completa in questo dolce universo.

    Come si fanno i confetti di Sulmona? Tutto sulla loro composizione (e la simbologia!)

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    Come abbiamo visto, Sulmona si è affermata nei secoli come la patria indiscussa del confetto, grazie alla qualità e al sapore distintivo di un prodotto che ha conquistato i mercati di tutto il mondo. Ma come si preparano questi confetti?

    Questo particolare confetto è caratterizzato da un’anima centrale, solitamente costituita da una mandorla intera di tipo Pizzuta di Avola, sgusciata e pelata, che viene poi ricoperta da strati di zucchero. Le mandorle sono poi immesse in caldaie chiamate bassine (tradizionalmente in rame o acciaio) dove si lavorano con lo zucchero. Gli strati di zucchero si accumulano sul nucleo attraverso una serie di bagnature, fino a raggiungere la dimensione e l’aspetto desiderati.

    Questo particolare confetto segue la forma appiattita del seme di mandorla, mentre la superficie è liscia e bianca, dai riflessi porcellanati. Le dimensioni e il peso variano a seconda del calibro della mandorla utilizzata. 

    Oltre alle mandorle, però, l’anima del confetto può includere altri ingredienti come nocciola, cannella, cioccolato, canditi vari, pistacchio, o frutta secca. In questi casi, forma e dimensioni del confetto variano in funzione dell’anima scelta.

    Cosa simboleggiano i confetti?

    Si sa, non c’è ricorrenza che non comprenda i confetti! Regalarne alcuni (rigorosamente in numero dispari) è segno di buon augurio in moltissime situazioni. I confetti bianchi, ad esempio, tradizionalmente usati nei matrimoni, simboleggiano purezza e l’inizio di una nuova vita. I confetti rossi sono invece comuni nelle celebrazioni di laurea, a rappresentare passione e realizzazione. Per gli anniversari poi, specialmente quelli significativi come le nozze d’argento o d’oro, si utilizzano confetti proprio di questi colori, che indicano rispettivamente i 25 e i 50 anni di matrimonio.

    Dalle loro antiche origini romane alla raffinata produzione artigianale odierna, i confetti di Sulmona hanno attraversato secoli, diventando simboli di celebrazione, gioia e buon augurio in eventi significativi in tutto il mondo. Conoscevate la loro affascinante storia? 


    Credits immagine in evidenza: streetprince/shutterstock.com 

     

    Copywriter e Social Media Manager, se la cava meglio con le parole che con mestoli e padelle. Abruzzese DOC, in cucina si divide tra la tradizione della sua regione e quella della Puglia garganica, che è un po' una seconda casa. Sulla sua tavola non possono mai mancare un buon bicchiere di Montepulciano e un liquore di genziana, perfetto dopo una scorpacciata di arrosticini!

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