Cantina giardini Arimei Dei Fratelli Muratori A Ischia

di Martino Ragusa. La posizione è magnifica, in mezzo alle fumarole e sulla vetta del monte Epomeo, il tetto di Ischia. Il panorama fate prima a immaginarlo voi se vi pensate in un anfiteatro naturale a 700 metri di altezza e a picco sul mare. Tutto era perfetto, compreso il tempo che ha deciso una tregua assolata tra un temporale e l’altro. E c’eravamo tutti. I proprietari, il sindaco, i giornalisti, il prete, i paggetti, Lina Wertmuller nel ruolo di madrina, il nastro, la gente del luogo. All’inaugurazione della cantina ‘Giardini Arimei’ dei Fratelli Muratori sembrava mancare solo lei: la festeggiata. Ho sentito più d’uno chiedere ‘ma dov’è questa cantina?’ Era lì, dove è sempre stata fin dal Settecento, ma finalmente recuperata e restituita alla sua funzione originale. Poco visibile perchè in gran parte sotterranea e con la parte emersa seminascosta tra le parracine (muri a secco in tufo verde) pazientemente e dispendiosamente ricostruite dai pochi maestri parracinai ancora rimasti nell’isola. Una costruzione perfettamente integrata in un paesaggio ischitano finalmente recuperato e non sfregiato. Qui arriveranno le uve supermature provenienti da 8 ettari di vigneto circostanti coltivati a Biancolilla, Forastera, Uva Rilla e Coglionara, e da qui partiranno le bottiglie (quando si raggiungerà la piena produzione saranno al massimo 40.000) di un unico vino da ‘conversazione’, Il Giardini Arimei. Destino immediato: un bel matrimonio con una fetta di pastiera. Destinazione remota: i palati più viziati di tutto il mondo.Il Progetto Arcipelago e la viticoltura termale Non lo conoscevo personalmente, e per me era un commensale al tavolo dei festeggiamenti per l’inaugurazione della Cantina. Parlava con grande competenza della cucina ischitana e, come faccio sempre in questi casi, l’ho torchiato a dovere per imparare qualcosa al volo. Lui si è sottoposto alla tortura rispondendo a tutte le mie curiosità con grande precisione, ma con un inaspettato accento lombardo. Ho concluso che doveva trattarsi di un ischitano emigrato al nord ma ho evitato di chiederglielo per non esagerare con le domande. Atto secondo: l’indomani, alla conferenza stampa per l’Inaugurazioen della Cantina ‘Giardini Arimei’ scopro che lo sconosciuto è l’enologo Francesco Iacono, ispiratore del progetto ‘Arcipelago Muratori’, che cercherò di illustrarvi brevemente: evidentemente sedotti dal mare, i fratelli Muratori avviarono nel 1999 il ‘Progetto Arcipelago’, quattro tenute sparse per l’Italia che avrebbero dato origine ad altrettanti vini espressioni di territori diversissimi ma prodotti con il medesimo know how. Le isole sono: la Franciacorta, isola madre perchè terra d’origine dei Muratori, La Val di Cornia in Toscana, il Sannio, in provincia di Benvenuto e finalmente Ischia, ultima arrivata e isola fuor di metafora. Ischitano trapiantato in Franciacorta, Francesco Iacono ha messo in quest’ultima parte del progetto oltre alla solita fetta di cuore che tutti mettono nei lavori che amano, gran parte del suo DNA isolano. E quello o ce l’hai o non ce l’hai. Ovviamente gli sono ripiombato addosso passando dalla ricetta del coniglio al vino. Potevo lasciarmelo scappare? è proprio lui l’inventore dell’espressione ‘Viticoltura termale’ preferita alla più consueta ‘viticoltura eroica’ che pure si sarebbe adattata a pennello alla principale attività agricola dell’isola. ‘Trovo l’espressione ‘Viticoltura eroica’ troppo autoconsolatoria, quasi vittimistica’ mi ha spiegato’Nè potevo usare la locuzione ‘viticoltura marina’ perchè non è il mare a determinare la personalità dei vini ischitani ma il fatto che l’isola sia in realtà un unico grande vulcano ‘diffuso’ che geme ovunque fumarole e acque termali. Si può arrivare a dire che la vite prenda l’acqua più dalla terra che da cielo. Le acque termali sono molto mineralizzate e trasferiscono i loro microelementi ai terreni tufati, sabbiosi e argillosi nei quali affondano le radici delle viti che perciò assumono questa sapidità tutta speciale, caratteristica e introvabile altrove. E poi ci sono le fumarole che immettono nell’atmosfera enormi quantità di anidride carbonica. Questa, come si sa, favorisce la fotosintesi clorofilliana, moltiplicandola e interferendo positivamente nel ciclo vitale della pianta. Il risultato è un ‘vino termale’ come il ‘Giardini Arimei’, quasi punto di contatto tra il mito di Efesto e quello di Dioniso. Un vino dolce ma privo di stucchevolezze, ricco di sfumature sapide che non stridono con la morbidezza delle uve surmature, ma la rendono più maschia e primitiva’.Giardini Arimei – Azienda Agricola Fratelli Muratori Indirizzo: Via delle Ginestre80075 Forio d’Ischia (NA) Tel.: +39 030 74 61 599Fax: +39 030 74 61 652 www.fratellimuratori.com e-mail: info@fratellimuratori.com

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