Le app per scoprire i cibi “salutari”: una guida per capirle (e usarle bene)

Michela Del Zoppo
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    Abbiamo visto come la tecnologia sia diventata uno strumento utile per aiutarci a vivere in maniera più sostenibile, ad esempio monitorando gli sprechi alimentari. Non solo: esistono moltissime app gratuite che possono aiutarci a scoprire i cibi più sani, andando a indagare cosa c’è davvero dentro un prodotto, decifrandone le etichette. Queste ultime non sono certo una novità, ma è sicuramente negli ultimi tempi che il loro utilizzo sta esplodendo presso il grande pubblico: perciò abbiamo preparato una piccola guida per comprenderle e utilizzarle in modo consapevole, e al tempo stesso evidenziarne gli inevitabili limiti. Pronti a saperne di più? 

    Come funzionano le app per i cibi sani

    Scegliere il prodotto migliore tra gli scaffali di un supermercato può essere impegnativo: molti di questi, infatti, presentano etichette complesse, ed è difficile capire esattamente cosa contengono. Le app per smartphone di cui parleremo rendono più facile per gli utenti ottenere informazioni dettagliate sugli alimenti.

    Intuitive e a portata di clic: queste applicazioni funzionano semplicemente avvicinando lo smartphone al codice a barre, che rivela poi la lista dei componenti. Spesso, utilizzano il cosiddetto “sistema a semaforo” che impiega i tre colori (rosso, arancione e verde) per classificare il prodotto e indicare quanto sia “sano” o meno. Non abbiamo usato le virgolette a caso perché, nonostante la loro crescente popolarità, non tutti gli esperti sono convinti che queste app siano efficaci: c’è infatti un dibattito in corso e molti dubbi se siano effettivamente lo strumento più adatto per guidare le scelte alimentari.

    Andiamo quindi ad analizzare le 3 app più diffuseYuka, EDO e Nuna –, per capire come funzionano e in cosa differiscono.

    STEKLO/shutterstock.com

    Cos’è Yuka e come si usa

    Yuka, sviluppata in Francia e disponibile sia per Android che per iOS, è attualmente l’app più famosa nel campo dell’analisi alimentare, con un database di oltre 1,5 milioni di alimenti. Non solo: è possibile censire anche fino a 500.000 prodotti cosmetici. 

    Le quantità di sale, fibre, grassi, calorie e contenuto di zuccheri rappresentano il 60% della valutazione. L’aspetto interessante di questa app rispetto ad altre è che segnala anche l’eventuale presenza di additivi (che indicono per il 30% del totale) e il profilo biologico (il restante 10%).

    La classifica dei prodotti varia sulla base di una scala che comprende “eccellente”, “buono”, “mediocre” e “scarso”, e utilizza il sistema a semaforo: compare il rosso se un prodotto contiene componenti potenzialmente dannosi per l’organismo, l’arancione se può presentare dei rischi e il verde invece se è consigliato. Molto utili sono i suggerimenti: se un prodotto viene valutato come mediocre o scarso, l’app mette a disposizione una serie di alternative “simili ma più salutari”, come riporta la descrizione, riportando i dettagli e le fonti su cui sono basate le valutazioni.

    Edo, per un’esperienza personalizzata

    Oltre a Yuka, esiste un’altra applicazione di grande utilità per guidare i consumatori verso una scelta alimentare consapevole: Edo. Questa app, sviluppata con la supervisione della Facoltà di Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università di Bologna, opera in maniera simile a Yuka. Il suo principio cardine è “Sai cosa mangi?”, a sottolineare l’importanza della consapevolezza di ciò che consumiamo. Una volta scansionato il codice a barre del prodotto, Edo fornisce una panoramica dettagliata del suo contenuto assegnando un punteggio di salubrità compreso tra 0 e 10. Inoltre, segnala la presenza di elementi come glutine e lattosio, e fornisce un’analisi dei pro e contro degli ingredienti e dei valori nutrizionali. 

    L’applicazione, disponibile per Android e iOS, può essere personalizzata per adattarsi alle esigenze specifiche di vegetariani, vegani, donne in gravidanza, individui allergici a particolari ingredienti, tenendo in considerazione le caratteristiche fisiche e il livello di attività sportiva praticata, per garantire consigli su misura. Il suo punteggio totale tiene conto di fattori individuali come età e genere, per un’esperienza alimentare veramente personalizzata.

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    NUNA, un occhio di riguardo a bio e Made in Italy

    NUNA è un’altra applicazione, sviluppata in collaborazione con l’Università di Firenze. L’acronimo NUNA sta per “NUtritional NAvigator”, ed è un’app disponibile sia per gli utenti di Android che di Apple. Gratuita e facilmente scaricabile, NUNA si pone come un assistente digitale durante la spesa, analizzando i nutrienti dei prodotti alimentari attraverso la scansione del codice a barre e rapportandoli alla piramide alimentare. I prodotti selezionati vengono visualizzati come “mattoni” verdi o gialli se considerati salutari, oppure rossi se sono da limitare o evitare. Il punteggio a piramide fornito da NUNA offre una misura di quanto gli alimenti acquistati siano in linea con i principi della dieta mediterranea. L’applicazione offre inoltre la possibilità di personalizzare le ricerche in base a esigenze specifiche, come la ricerca di prodotti senza glutine, senza zuccheri aggiunti o senza lattosio, o in base a preferenze particolari, come la ricerca di prodotti DOP, biologici o Made in Italy.

    I limiti delle app per cibi salutari: come usarle in modo consapevole

    Sebbene l’intento delle app come Yuka sia quello di promuovere scelte alimentari consapevoli, non sono mancate critiche riguardo ai loro metodi. L’approccio delle etichette a semaforo, infatti, rischia di demonizzare certi alimenti – come ad esempio l’olio extravergine d’oliva – per il loro contenuto di grassi e sale, ignorandone però i benefici nutritivi.

    Molti nutrizionisti insistono sul fatto che non si dovrebbe etichettare un alimento come “buono” o “cattivo” in termini assoluti. L’approccio a semaforo, pur essendo semplice e intuitivo, si concentra troppo su singoli ingredienti e le loro composizioni specifiche, come grassi saturi, sale, zuccheri o calorie, nonché sulle quantità di componenti “pericolosi” che sono effettivamente presenti in un alimento. Ad essere criticato è anche il cosiddetto “cherry-picking”, ovvero il funzionamento per cui queste app selezionano solo alcune fonti di informazioni che supportano le sue valutazioni, ignorando quelle che le confutano. 

    Bisognerebbe adottare invece una prospettiva più ampia, valutando gli alimenti all’interno del regime alimentare nel suo complesso: le quantità di prodotti classificati come “mediocri” consumate e il contesto di una dieta equilibrata possono fare una grande differenza.

    Per scegliere in modo consapevole, dovremmo utilizzare queste app come strumenti introduttivi per capire cosa stiamo acquistando e poi approfondire, avendo una visione più ampia che consideri la nutrizione nel suo insieme. Indispensabile, poi, tener conto delle nostre caratteristiche metaboliche e di salute individuali, per evitare di concentrarsi eccessivamente sui dettagli nutrizionali dei singoli alimenti.

    Utilizzate già queste app per scoprire i cibi sani? Eravate a conoscenza dei loro limiti?


    Immagine in evidenza di: STEKLO/shutterstock.com

    Copywriter e Social Media Manager, se la cava meglio con le parole che con mestoli e padelle. Abruzzese DOC, in cucina si divide tra la tradizione della sua regione e quella della Puglia garganica, che è un po' una seconda casa. Sulla sua tavola non possono mai mancare un buon bicchiere di Montepulciano e un liquore di genziana, perfetto dopo una scorpacciata di arrosticini!

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