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TasteAtlas, l’atlante dei cibi del mondo per scoprire ricette e curiosità

Angela Caporale
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    La carbonara a Roma, i pasticciotti in Salento, i ravioli del plin in Piemonte, la piadina in Romagna, la pizza a Napoli e così via. Posto che vai, piatto tipico che trovi ed è proprio questo un lato del viaggio sempre più apprezzato. Una ricerca di esperienze che coinvolgono anche il gusto e che spingono a muoversi anche all’estero, in Scandinavia per assaggiare lo stoccafisso, in Giappone per il sushi e il ramen, in Argentina per l’asado. C’è sempre (anche) una buona ragione enogastronomica per mettersi in viaggio, ma siete sicuri di conoscere le specialità di tutti i luoghi del mondo? Arriva in soccorso TasteAtlas, un preziosissimo atlante online del cibo pronto a portarvi in giro per il mondo. Allargate le cinture e preparatevi, vi verrà fame.

    TasteAtlas, un sito per scoprire le tipicità dal mondo

    Immaginate un intero planisfero interamente ricoperto da piatti tipici e delizie di ogni genere, ecco quello che hanno realizzato i curatori e sviluppatori di TasteAtlas, una mappa interattiva dedicata al cibo e non soltanto.

    Ogni piatto è accompagnato da alcune foto e una breve descrizione che permette di conoscere meglio le tradizioni culinarie di paesi vicini e lontani. Sapevate, per esempio, che esistono tracce scritte a proposito dell’uso e della preparazione del Presunto, ovvero il prosciutto portoghese, in un testo di Catone il Vecchio risalente al 300 avanti Cristo? Certo la ricetta non è rimasta la stessa, al tempo dei Romani si usava molto più sale per permettere la conservazione, a scapito del sapore della carne che ne risultava coperto.

    C’è poi la bavarese che, nonostante il fatto che il nome suggerisce una collocazione geografica ben precisa, è frutto dell’estro dei pasticceri francesi, oppure il cappuccino che è stato inventato a Vienna.

    atlante dei cibi

    Fonte: tasteatlas.com

    Come usare TasteAtlas?

    TasteAtlas nasce dall’idea di un giovane croato, Matjia Babic, che stanco del fatto che sui più famosi siti di recensioni e consigli di viaggio venissero consigliati piatti e ristoranti prettamente turistici, si è dedicato ad una vera e propria indagine antropologica alla scoperta dei cibi tipici e autentici dei vari luoghi del mondo.

    Per trasformare l’idea nel sito che vediamo oggi, facilmente utilizzabile, ci sono voluti tre anni di lavoro e un team che ha coinvolto una dozzina di persone, impegnate a raccogliere informazioni e contattare chef ed esperti. Tuttavia, non è soltanto una golosa mappa interattiva che appaga lo stomaco e stimola la programmazione del prossimo viaggio sulla base delle specialità più interessanti, ma è utile anche una volta in loco, e non soltanto. Infatti per ogni piatto c’è la possibilità di scoprire alcuni locali dove viene venduto o servito, su suggerimento degli altri utenti. Esiste, inoltre, anche una sezione dedicata alle ricette per chi vuole provare a casa il gusto di piatti esotici e lontani.

    TasteAtlas è online da meno di un anno, ma è già riuscito a farsi conoscere: la sola mappa della pasta italiana è stata visualizzata più di 6 milioni di volte contando più di 25.000 condivisioni. Un record per ora imbattuto, nonostante i formaggi francesi abbiano un certo successo. Si tratta, però, di piatti che conosciamo bene, quindi il nostro viaggio su TasteAtlas vi condurrà a scoprire i piatti più curiosi degli altri continenti.

    I piatti più curiosi del TasteAtlas

    La curiosità conduce anche molto lontano dall’Europa a scoprire piatti e preparazioni distanti dalla tradizione più nota. È il caso del Luqaimat, tipico dolce mediorientale a base di frittelle ricoperte di miele, oppure del Baati, un pane duro tipico indiano, preparato in particolare nella zona deserta del Rajasthan.

    Asia e Oceania

    pad thai

    Giulia M/shutterstock.com

    Il Mumu è un piatto tipico della Papua Nuova Guinea. Gli ingredienti vengono cotti in una buca nel terreno, ricoperta di foglie di banano e riempita con verdure di vario tipo, frutta, carne e, soprattutto, latte di cocco. La cottura è piuttosto laboriosa per cui intere famiglie vengono coinvolte nella preparazione, in un vero e proprio piccolo rito legato al Mumu.

    Nel paradiso delle isole Samoa, la bevanda nazionale è il Koko Samoa, una cioccolata da bere preparata esclusivamente con fave di cacao locali, caratterizzate dall’assenza di amaro e dunque perfette per preparare drink. Le piante di cacao, portate probabilmente dagli esploratori peruviani nel VII secolo dopo Cristo, sono oggi parte integrante della cultura delle Samoa che le proteggono anche per legge.

    Ricchissime ed interessanti anche le sezioni dedicate all’Indocina, alla Cina stessa, al Giappone, alla Corea. Tra ravioli, sushi, ramen, pad thai e chi ne ha più ne metta, c’è solo da assaggiare tutto…almeno con gli occhi! Interessante il Kumis, un latte di cavalla tipico della Mongolia simile al Kefir, ma naturalmente più dolce.

    Americhe

    moqueca-capixaba

    bonchan/shutterstock.com

    Se negli Stati Uniti i piatti nazionali sono hamburger, hot dog, mac and cheese e altre specialità ormai esportate in tutto il mondo, grazie a Taste Atlas si può esplorare aree più remote del continente che riservano sorprese. Come l’Alaska dove si mangia il Muktuk, a base di grasso e pelle di balena, oppure il Quebec dove si mangia l’Allegretto, un formaggio tipico dall’inaspettato nome italiano.

    Migrando verso Sud, incontriamo burritos, nachos, tacos, ma non soltanto. Stando al viaggio in cui vi condurrà TasteAtlas, a Panama è obbligatoria una colazione a base di Hojaldres con il burro, mentre in Costa Rica vi serviranno delle Chorreadas e in Colombia l’Oblea, una specie di wafer accompagnato da marmellate o caramello.

    Pesce, manioca, lime, coriandolo e verdura sono gli ingredienti della Moqueca capixaba, una zuppa tipica di una delle regioni meridionali del Brasile. Mentre in Argentina non si può non assaggiare l’Alfajor, o tanti Alfajores: biscottini farciti con il dulche de leche e ricoperti di cioccolato. È curioso sapere, al proposito, che il nome ha evidenti influenze arabe: infatti questa ricetta è stata esportata in Argentina direttamente dall’Andalusia.

    Africa e Medio Oriente

    naan berenji

    Velveteye/shutterstock.com

    Tornando verso l’Europa e completando il giro del mondo del cibo, perché non fermarsi alle isole Azzorre per provare il tipico Ananas, a Capo Verde per un piatto di Cachupa? La scelta e la gola conducono poi verso il Sudafrica dove si mangia il Chakalaka, un piatto molto piccante a base di verdura, le Mauritius dove molti piatti sono accompagnati con una saporita salsa chiamata Rougaille, ma anche la Tanzania dove non può mancare l’Ugali, una specie di polenta.

    In Etiopia è molto diffusa la coltivazione del Teff, un tipo di cereale senza glutine molto antico, utilizzato per preparare vari tipi di pane, ma non il Kisra, tipico del Sud Sudan e dalla consistenza spugnosa. Il Nord Africa, invece è il regno del cous cous, delle tajines, ma anche di un interessante street food algerino, il Mahjouba, una specie di pancake farcito con pomodori e cipolle caramellate.

    Anche la cucina mediorientale è, oggi, meno esotica di un tempo: kebab, falafel e hummus, per fare solo qualche esempio, si possono assaggiare anche in Italia che, in fondo, è solo dall’altro lato del Mediterraneo, come confermano le molte contaminazioni culinarie e culturali. Meno famosi sono, invece, i Naan berenji, piccoli biscottini croccanti iraniani preparati con la farina di riso. Decorati con semi di girasole, vengono serviti in tutte le famiglie iraniane nel pomeriggio dell’ultimo dell’anno.

     

    Qual è, dunque, la meta dove vorreste recarvi per assaggiare un piatto tipico?

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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