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Adotta una gallina: nel bolognese nasce il Pollaio Sociale

Angela Caporale
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    L’esigenza di mangiare sano, compiere scelte ecologiche e sostenere i piccoli produttori molto spesso si scontra con le difficoltà di ottenere prodotti che rispettino queste caratteristiche, soprattutto per chi vive in città. A Bologna, fucina di idee legate alla sostenibilità del food, è nata un’iniziativa che risponde proprio a questa necessità e con un forte impatto anche dal punto di vista sociale e occupazionale. Si chiama “Pollaio Sociale” e permette a chiunque di sostenere l’attività di una cooperativa del bolognese ottenendo, in cambio, uova fresche tutto l’anno. È il primo pollaio sociale, oggi marchio registrato, e coinvolge anche un gruppo di ragazzi disabili. Vediamo come funziona.

    uova fresche

    shutterstock.com

    Adotta una gallina: nel bolognese cresce il pollaio sociale 

    L’idea è quella di coniugare sostenibilità etica, economica e sociale in un unico spazio, quello del Centro Occupazionale per disabili “La Tartaruga” a Toscanella di Dozza, lungo la via Emilia. È qui che è nato il primo Pollaio sociale, come lo definiscono gli organizzatori della Cooperativa Sociale Seacoop che hanno registrato anche il marchio. Il funzionamento dell’iniziativa è semplice: ciascuno può “adottare”, a distanza, una delle galline che vivono nel pollaio pagando una quota annua di 95 euro. In cambio, otterrà 250 uova all’anno, sempre fresche e a km 0, secondo la stagionalità e le condizioni delle galline.

    Alimentazione naturale e benessere animale

    La quota richiesta ai partecipanti include sia il mantenimento della gallina “adottata” che le necessarie spese di gestione dell’area in cui essa vive. Infatti, gli organizzatori sottolineano come il pollame allevato dalla cooperativa viva in spazi molto ampi – oltre 300 metri che possono essere visitati dai partecipanti su richiesta – dove si trova anche una piccola altalena in formato gallina.

     

    galline allevate a terra

    Aksenova Natalya/shutterstock.com

    L’allevamento rispetta i criteri del benessere animale, prevede che non vengano somministrati antibiotici che le le galline vengano alimentate con mangimi naturali e con gli scarti dell’orto del centro stesso. “In questo modo – aggiungono i promotori – evitiamo stoccaggi industriali e diminuiamo le emissioni di anidride carbonica dovute ai trasporti.” La dieta delle galline è integrata naturalmente anche con erba e insetti che si trovano nelle aree in cui razzolano, per questa ragione vengono predilette galline di razza rustica più adatte all’area del pollaio.

    La naturalità e il rispetto delle caratteristiche delle galline fa sì che anche la produzione vari in base al fotoperiodo e alle temperature ambientali: si stima, infatti, che ciascuna gallina produca 250 uova all’anno, ma non in maniera costante e regolare. Ci saranno, dunque, periodi in cui le consegne saranno regolari e altri in cui c’è un fisiologico rallentamento.

    Galline allevate e curate dai ragazzi con disabilità

    Nel progetto del Pollaio Sociale sono coinvolti anche una trentina di persone con disabilità di età compresa tra i 20 e i 40 anni lavorano, contribuendo alla cura degli spazi e delle galline stesse. L’obiettivo è educare al prendersi cura, far crescere diversità e integrazione. Il gruppo, seguito dal centro occupazionale La Tartaruga, impara a sentirsi utile, avvicinarsi ad animali che, per molti, facevano paura e sperimentare una modalità di pet therapy che possa essere benefica anche a livello della salute. In generale, sono state coinvolte prevalentemente persone con disabilità cognitive che possono, quindi, mettersi in gioco e sentirsi effettivamente utili in una situazione lavorativa.

    centro occupazionale la tartaruga

    Facebook.com/CentroOccupazionaleLaTartaruga

    La giornata tipo nel pollaio sociale

    La giornata tipo nel Pollaio Sociale di Toscanella di Dozza è scandita da una divisione dei compiti molto precisa. C’è chi si occupa della pulizia, altri del mangime, altri ancora dell’approvvigionamento di acqua. Un altro gruppetto, composto sempre da operatori e persone con disabilità, raccoglie le uova tutti i giorni, altri hanno il compito di confezionarle e, infine, c’è chi si occupa delle relazioni con i “genitori” delle galline adottate. La cooperativa promotrice del progetto è convinta che sia vincente, come dimostrano i numeri che hanno portato, da un lato, alla crescita della popolazione di galline del Pollaio sociale e, dall’altro, il coinvolgimento nel progetto anche di un secondo pollaio sociale, promosso dalla Cooperativa Sociale CSAPSA presso la cooperativa agricola Dulcamara di Ozzano, sempre nell’area del bolognese.

     

    Ad oggi, infatti, sono ben 75 le galline ospitate in strutture di legno e circondate dall’area di pascolo, recintata e sicura. E il modello si può esportare per dare vita, anche altrove, a strutture capaci di promuovere la sostenibilità ambientale, il rispetto dell’ambiente e la valorizzazione dell’integrazione sociale. Conoscevate questa iniziativa?

     

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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