brigata del pratello bologna

Brigata del Pratello: apre a Bologna il ristorante nel carcere minorile

Angela Caporale
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    Si chiamerà “Brigata del Pratello” e aprirà, se tutto va bene, nel mese di ottobre a Bologna. Sarà la prima osteria formativa gestita dai ragazzi di un carcere minorile: si tratta di un progetto unico del suo genere, promosso dalla Fomal, ente diocesano di promozione sociale con il sostegno della Fondazione Del Monte e della Regione Emilia-Romagna. L’osteria formativa, che proporrà cucina realizzata dai giovani, aprirà proprio accanto all’Istituto Penitenziario di Bologna, nella centralissima e nota via del Pratello.

    “Brigata del Pratello” a Bologna, come funzionerà il primo ristorante nel carcere minorile

    ristorante carcere minorile

    g_dasha/shutterstock.com

    La struttura è attualmente in ristrutturazione, ma è già stato anticipato che l’osteria formativa verrà allestita in un corridoio all’interno dell’istituto che si trova al civico 34 di via del Pratello. A gestire la sala e la cucina saranno i ragazzi detenuti, formati attraverso un percorso di formazione già avviato. La “Brigata del Pratello” verrà inaugurata a ottobre, come anticipato, e dovrebbe restare aperta un anno in via sperimentale. L’auspicio è che l’attività possa prendere piede, sostenersi da sola e dare il là ad altri esperimenti simili.

    Se, infatti, quella bolognese è la prima esperienza ristorativa all’interno di un carcere minorile, ci sono in Italia altri esempi virtuosi che portano il mondo del food direttamente in un carcere. È il caso, per esempio, del ristorante InGalera che si trova all’interno del carcere di Bollate oppure di Uccelli in Gabbia a Rebibbia.

    Sebbene la posizione collochi l’osteria nel cuore della vita bolognese, “Brigata del Pratello” non sarà un locale come gli altri. La proposta è di cene-evento tematiche che si terranno, per ora, soltanto su invito e a partire da gennaio 2020 anche su libera prenotazione del pubblico. Una scelta resa necessaria dalla location unica dell’osteria che si trova, appunto, all’intero del perimetro carcerario, area che richiede un’autorizzazione preventiva.

    osteria formativa pratello bologna

    Arina P Habich/shutterstock.com

    I giovani detenuti impegnati in cucina e nel servizio ai tavoli

    L’organizzazione della brigata prevede che, per ogni turno, siano tra i 6 e gli 8 i giovani detenuti impegnati nell’osteria formativa. A metà di essi verrà chiesto di gestire la sala, portare i piatti ai tavoli, sparecchiare, mentre l’altra metà sarà impegnata come aiuto-cuoco direttamente in cucina.

    I giovani saranno affiancati da affermati professionisti del settore che guideranno sia l’attività della sala che della cucina. Fomal spiega che “il servizio ristorativo sarà realizzato con la preziosa collaborazione di chef professionisti, insieme al maître si occuperanno della parte operativa e della formazione.” Saranno, inoltre, coinvolti educatori professionali e gli addetti alla sorveglianza con il fine di facilitare l’attività dell’osteria e indirizzare il percorso formativo.

    Inclusione sociale e formazione, gli obiettivi del progetto

    La strada che condurrà all’apertura della “Brigata del Pratello” è partita già nel 2010, quando Formal è entrata per la prima volta all’interno dell’istituto penitenziario, proponendo dei percorsi di formazione nell’area della ristorazione. L’obiettivo è far sì che “il tempo tra quelle mura sia speso bene, imparando un mestiere che permetta di reinserirsi positivamente nel contesto sociale: il lavoro, dunque, come strumento di ‘riscatto’.”

    Aprire e gestire le cene evento sarà, dunque, un importante banco di prova per i giovani che avranno modo di misurarsi con quanto hanno appreso e anche con un pubblico esterno. Si tratta di un prezioso intervento di inclusione socio-lavorativa dei detenuti, finalizzata a un loro recupero sociale e capace di accompagnarli verso un futuro migliore.

    Per la città di Bologna, secondo quanto spiegano i promotori sul sito del progetto, l’osteria sarà “un luogo accogliente, denso di significato, da frequentare per sostenere la sfida educativa dei giovani, nella convinzione che ogni persona può sempre ‘ripartire’ per realizzare il personale progetto di crescita e autonomia.”

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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