acqua dinamizzata

Cos’è l’acqua dinamizzata e come può diventare un ingrediente speciale

Roberto Caravaggi
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    Avete mai sentito parlare di acqua “dinamizzata”? Si tratta di una metodologia per rivitalizzare l’acqua, appunto, riportandola alle stesse condizioni di quando sgorga dalla sorgente. Un principio che, oltre a essere base dell’omeopatia, ha trovato spazio anche in altre applicazioni, come ad esempio l’agricoltura biodinamica. Nell’articolo di oggi vogliamo cercar di capire meglio insieme a voi cos’è l’acqua dinamizzata e quali possono esserne impieghi e vantaggi nell’alimentazione umana, anche attraverso l’esperienza di un’azienda pioniera del settore.

    Cos’è l’acqua dinamizzata, “viva” come in natura

    L’acqua allo stato naturale non è un elemento fermo. È, anzi, in continuo movimento e, dal momento in cui smette di scorrere e diventa stagnante, tende a degenerarsi. A partire da questo principio, che si rifà alle affermazioni del teosofo austriaco Rudolf Steiner, si è sviluppato, nei primi decenni del Novecento, il concetto di acqua dinamizzata. Nel loro scorrere e scontrarsi con rocce e ostacoli lungo il percorso dalle vette montane alla sorgente da cui sgorgano, infatti, le molecole d’acqua si ossigenano e mantengono “vive” anche le sostanze chimiche in esse disciolte, a partire dai preziosi sali minerali. Ecco perché l’acqua di sorgente sarebbe più leggera e digeribile di quella imbottigliata. Ricreare quel flusso costante che contraddistingue l’acqua in natura equivale, dunque, a rivitalizzarla.

    acqua dinamizzata

    ILYA AKINSHIN/shutterstock.com

    Significativo, in questo senso, anche il contributo degli studi dello scienziato giapponese Masaru Emoto, che si sono concentrati tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso. Attraverso una serie di esperimenti ha voluto dimostrare come l’acqua abbia una sua “memoria” e quanto sottoporla a vibrazioni musicali, ad esempio, possa influire positivamente sulla sua struttura atomica. L’acqua sarebbe dunque un elemento vivo, sensibile agli stimoli esterni e in grado di riattivarsi grazie ad essi. Va detto che si tratta di teorie non supportate da evidenze scientifiche tali da essere ufficialmente riconosciute, ma che trovano comunque seguito in vari ambiti, a partire dall’agricoltura biodinamica, in cui si coltiva e si lavora la terra rispettando l’equilibrio e l’armonia con gli elementi che la popolano.

    L’acqua dinamizzata come ingrediente “base”

    Sfruttare le virtù dell’acqua dinamizzata trasferendone i benefici alla terra e ai suoi frutti è, come abbiamo detto, elemento cardine dell’agricoltura biodinamica. Allo stesso principio si sono ispirate negli anni anche delle realtà attive nell’industria alimentare: in particolare, l’acqua dinamizzata porterebbe notevoli vantaggi nei prodotti da forno. Innanzitutto, la maggiore ossigenazione delle molecole che la compongono renderebbe il prodotto finale meno soggetto allo sviluppo di muffe, migliorandone quindi la conservazione e la durata nel tempo. Ciò che più di tutto sembrerebbe fare la differenza però è il modo in cui l’acqua dinamizzata si comporta nei processi di lievitazione degli impasti. È quanto ci siamo fatti spiegare da Francesco Russo, responsabile di produzione della Piasotti Srl di Santarcangelo di Romagna (RN), che da anni utilizza l’acqua dinamizzata come ingrediente della sua intera linea di prodotti da forno: biscotti, crackers e persino piadine certificate biologiche e senza lieviti chimici.

    Prodotti da forno a base di acqua dinamizzata: l’esempio di un’azienda pioniera del settore

    piadina acqua dinamizzata

    biopiaccio.it

    Piasotti è una realtà che nasce nel 2004 proprio con l’intento di creare dei prodotti che siano punto d’incontro tra la buona tradizione culinaria italiana e la filosofia alla base dell’agricoltura biodinamica. L’esempio più significativo in questo senso è la piadina romagnola, preparata secondo la ricetta della mamma di Fabio, uno dei due soci fondatori, ma aggiornata con l’introduzione dell’acqua dinamizzata tra gli ingredienti. “L’uso dell’acqua dinamizzata apporta diversi vantaggi nei prodotti da forno” spiega Francesco Russo. “In primo luogo, è responsabile di una maggiore ossigenazione dell’impasto, favorendo una fermentazione naturale che non richiede l’uso di lieviti chimici. Inoltre, migliora il processo di composizione della cosiddetta ‘maglia glutinica’, ovvero interagisce positivamente con le proteine responsabili della formazione del glutine”. Restando all’esempio della piadina, questo si traduce in una consistenza uniformemente morbida ed elastica. Nel momento in cui la si scalda, quindi, in superficie si va formando uno strato profumato e lievemente croccante, mentre l’interno rimane friabile fino alla fine, senza divenire gommoso man mano che si raffredda.

    Ma come si riesce a ottenere acqua dinamizzata all’interno di uno stabilimento? “L’acqua viene trattata con un sistema brevettato di vasche-recipienti, detto flowform, che ne riproduce i movimenti naturali e permette quindi di mantenerla sempre allo stato in cui si presenta alla sorgente”. Acqua dinamizzata sempre disponibile, dunque, e pronta a essere impiegata come elemento base di tutti i prodotti. “In questo modo riusciamo a garantire un livello di leggerezza e digeribilità non misurabile oggettivamente, ma che trova riscontro nel grado di apprezzamento dei clienti che hanno avuto modo di provarli” conclude Francesco Russo.

     

    Voi avevate già sentito parlare di acqua dinamizzata? Avete mai provato dei prodotti che la annoverano tra gli ingredienti?

    Nato a Milano, vive da sempre a Locate di Triulzi, nella provincia sud del capoluogo lombardo. Oltre a collaborare con alcune testate giornalistiche locali è food blogger per storiedifood.com, dove racconta soprattutto di specialità e piccole realtà artigianali. Il suo piatto preferito è la piadina romagnola perché, nella sua semplicità, sa appagare come poche altre cose.

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