Una ricerca CREA svela che chi mangia più sano spreca meno cibo

Angela Caporale
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    Le persone che seguono le linee guida per una corretta e sana alimentazione sprecano meno cibo. Questo è l’inedito punto di vista sul tema della lotta contro gli sprechi che emerge da una ricerca del CREA, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, realtà indipendente vigilata dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf). Questo risultato di ricerca è molto interessante, per capire il perché abbiamo intervistato la dottoressa Laura Rossi, dirigente di ricerca del Crea Alimenti e Nutrizione e coordinatrice del progetto.

    Sana alimentazione e sprechi alimentari: qual è la relazione?

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    Ogni giorno le famiglie in Italia sprecano circa 75 grammi di cibo. Un dato fotografato dal Waster Watcher International Observatory on Food and Sustainability che aggiunge come si tratti di un dato in calo rispetto all’anno precedente alla rilevazione, ovvero il 2021, ma ancora significativo. Lo spreco alimentare domestico in Italia aveva, nel 2022, un valore pari a 6,48 miliardi di euro. Sono tanti gli strumenti che i consumatori hanno a disposizione per provare a ridurre questa tendenza come, per esempio, l’app gratuita Sprecometro, realizzata proprio dall’Osservatorio Waste Watcher International, in collaborazione con l’Università di Bologna e l’impresa spin-off Last Minute Market.

    Secondo un’indagine realizzata da BVA-Doxa sempre nel 2022, gli italiani sono consapevoli dell’importanza di una condotta antispreco, ma non conoscono pienamente le conseguenze sull’ambiente e quindi il perché è così importante attuare quelle buone pratiche. In altre parole, sono sensibili, ma non consapevoli. Elemento che suggerisce quanto sia importante un approccio che leghi strumenti, buone prassi e formazione. 

     

    Una visione globale che viene rafforzata dai risultati della ricerca realizzata dal Crea. La dottoressa Rossi, infatti, ci spiega come il lavoro sia partito da un’indagine su un campione rappresentativo della popolazione italiana per indagare il rapporto tra salute, alimentazione, sociale e cultura gastronomica. “Abbiamo ottenuto un dato che ha rappresentatività nazionale ed evidenzia un’assonanza molto forte tra l’azione di seguire le raccomandazioni nutrizionali e gli atteggiamenti di prevenzione dello spreco alimentare.”

    Una percentuale tra il 35 e il 40% del campione che dichiara di mangiare sano ha anche elevate abilità, oltre che l’abitudine, di evitare gli sprechi. Al contrario, il 30% degli italiani mostra una scarsa adesione alle raccomandazioni nutrizionali e sembra non aver ricevuto alcuna educazione, formazione o sensibilizzazione sul tema degli sprechi che fanno, spesso, parte del quotidiano.

    Ma in che modo chi mangia sano riduce gli sprechi?

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    La ricerca del Crea ha evidenziato anche quali sono i comportamenti antispreco abituali per chi ha una dieta più salutare. “Non parliamo di persone che conoscono e seguono necessariamente le Linee guida ministeriali – specifica Rossi – ma persone che in famiglia seguono buone pratiche di gestione della spesa e della dispensa rispettose del cibo, inteso come prodotto con una sua sacralità”.

    Di fatto, ciò si traduce nella capacità di programmare la spesa e l’utilizzo del cibo, nel valutare bene le porzioni e le quantità da cucinare, nell’evitare acquisti di impulso e nel riciclare gli avanzi. “Molto importanti sono anche alcuni elementi legati alla sicurezza alimentare come la corretta conservazione degli alimenti e, per esempio, la gestione della differenza tra data di scadenza e termine minimo di conservazione”, aggiunge la coordinatrice del progetto.

    “È difficile – aggiunge Rossi – capire se queste buone pratiche antispreco sono fondate su un’effettiva consapevolezza di cosa prevedono le linee guida oppure se sono frutto di un portato culturale che dà un determinato valore al cibo. Entrambi gli aspetti convivono e ci restituiscono questo dato molto interessante”.

    Educazione ed azioni mirate: come far crescere la consapevolezza contro gli sprechi

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    “Dai dati risulta evidente – spiega ancora la dottoressa Rossi – che chi ha a cuore la sostenibilità alimentare e le raccomandazioni nutrizionali è attento anche a quella ambientale e sociale, ma, nel prossimo futuro, è necessario identificare i sottogruppi di popolazione con minore attenzione a questi temi e pensare a campagne di sensibilizzazione tarate ad hoc su di loro per accrescere il tasso di adesione a stili di vita più sani e aumentare la consapevolezza in termini generali di sostenibilità”.

    Dalla ricerca, infatti, emergono dati utili a tracciare nuove azioni di lotta contro gli sprechi. “Ci siamo resi conto che sprechi, consumi ed educazione viaggiano insieme e la nostra idea è che i programmi di educazione alimentare debbano includere sempre anche elementi di contrasto allo spreco. La strada per ridurre ancora quei kg che ogni giorno finiscono nei cestini è utile e funzionale per agire anche sul tema della salute. Stimolare le persone a mangiare meglio, le aiuterà a sprecare di meno”.

    Non soltanto, dunque, chi oggi mangia meglio spreca di meno, ma la ricerca del Crea aiuta a delineare un futuro in cui una sana alimentazione farà sempre meglio non soltanto agli individui, ma anche alla società e al pianeta.


    Credits immagine in evidenza: RossHelen/shutterstock.com 

     

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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