ristoranti con robot

Come vengono utilizzati i robot nelle cucine dei ristoranti?

Angela Caporale
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    L’intelligenza artificiale e la robotica approdano in cucina. Dopo le esperienze di Cina e Giappone, anche a Boston, negli Stati Uniti, ha aperto un ristorante dove agli esseri umani è riservato il compito di accogliere gli avventori, mentre dei robot preparano pranzi e cene.

    Sebbene possa sembrare fantascienza, questo tipo di strutture già esiste in alcune parti del mondo. È il caso, per esempio, dell’hotel e del ristorante Henn-Na a Nagasaki, in Giappone, dove uno staff composto da robot umanoidi accoglie i clienti e prepara loro i cibi della cucina tipica locale. Nell’autunno del 2018, invece, è stata la catena di ristorazione cinese Haidilao a inaugurare un primo ristorante completamente automatizzato e robotizzato in collaborazione con l’azienda Panasonic.

    Non mancano altri esempi nemmeno negli Stati Uniti. A Redwood City in California esiste un ristorante dove il cliente ordina la sua insalata tramite un touch screen e viene poi preparata dal robot Sally, mentre il “collega” Botlr porta i tovaglioli direttamente al tavolo.

    Un’innovazione che sembra arrivare direttamente dal futuro, ma che è già realtà. Così come sono una realtà, sebbene ancora sperimentale, anche i robot che sfruttano la tecnologia per preparare manicaretti in autonomia anche in casa. Cerchiamo allora di saperne di più su queste innovazioni e sui ristoranti con i robot.

    reception dell'hotel Henn-na in Giappone

    Henn-Na Hotel – Facebook.com/hennnahotelEN

    Ristoranti con i robot: come funziona Spyce?

    Spyce è uno dei primi ristoranti al mondo dove le pietanze sono preparate dai robot. Non si tratta, però, di un locale dove non ci sono uomini e donne. Al contrario, essi hanno il compito di accogliere gli ospiti, così che possano sentirsi a casa e godersi la cena.

    Come spiegano i creatori sul loro sito internet, la filosofia di Spyce si riassume così: “I nostri sforzi sono tutti sul primo boccone. Vogliamo che i clienti diano la caccia ai sapori. La ricerca attenta degli ingredienti, la promessa di consistenza, la tecnologia innovativa e il talento del team sono tutti elementi che portano lì. Il primo morso è la nostra chance di farci ricordare e la vogliamo cogliere”.

    È questa la ragione che spiega il funzionamento del ristorante e la divisione di compiti tra umani e robot. Il Culinary Director è Daniel Boulud, chef stellato francese che ha curato tutte le ricette del menù e assaggiato tutte le proposte, prima che venissero messe in vendita. Uno dei suoi compiuti è anche formare lo staff e, in particolare, il garde manger, ovvero colui che da il tocco finale ai piatti prima che vengano serviti. Garantisce, quindi, che ogni portata esca dalla cucina nella sua veste migliore.

    Il sistema tecnologico che regola la cucina è, invece, stato sviluppato da quattro studenti dell’MIT: Come funziona? Una volta che il cliente ha effettuato un ordine tramite un menù digitale su tablet, gli ingredienti vengono selezionati dai contenitori e riposti in uno dei sette wok automatizzati posti accanto ad alcune piastre a induzione. Quando la pietanza scelta è pronta – generalmente in meno di 3 minuti – si versa in un piatto che viene rifinito da uno dei garde manger e servito.

    Chi ha provato il ristorante di Boston si dichiara soddisfatto, tant’è che su TripAdvisor il locale ha 4,5 punti su 5 e, complessivamente, le persone sono soddisfatte sia del format, che della qualità del cibo proposto.

    piatti del ristorante Spyce di Boston

    Facebook.com/spycefoodco

    Flippy, il robot che cucina gli hamburger

    Dal 2018 è operativo anche Flippy, un braccio meccanico robotizzato ottimizzato per la preparazione degli hamburger. La promessa era di preparare ben 200 hamburger al giorno, ma dopo una sola giornata è stato sospeso perché troppo lento. Il Cfo del Cali Group, la catena di fast food californiana che ha sperimentato Flippy, ha spiegato a Usa Today che “il ritmo è fondamentale in cucina. Tra persone ci si parla mentre con Flippy devi lavorare secondo il suo programma. Organizzare i movimenti, decidere cosa fare, quando e come”. Questa, dunque, una delle ragioni che ha rallentato l’inserimento del robot nella cucina e che sottolinea uno dei limiti alla piena automatizzazione di questi luoghi.

    Cucina robotica, a domicilio?

    È possibile portare la cucina robotica a casa? I ragazzi di Spyce dicono di no, o almeno non ancora. Infatti, nelle fiere più importanti dedicati all’innovazione, compresa Seed & Chips di Milano, sono state presentate diverse soluzioni che implementano l’arredamento smart della cucina proprio in questa direzione. Un esempio è quello di Bot Chef, il robot collaborativo presentato da Samsung alla fiera KIBS Kitchen & Bath Industri Show che si svolge ogni anno a Las Vegas. Bot Chef non è un vero e proprio cuoco, ma un assistente in cucina che può svolgere diverse funzioni: tritare, sbattere, versare, pulire, sollevare, spostare. Tutte piccole mansioni che possono agevolare la preparazione di manicaretti direttamente in casa.

    È prodotto, invece, da una azienda high tech tedesca, la Franka EmiKa, Panda. Un altro robot collaborativo che è stato testato nel laboratorio attrezzato con una cucina Ikea. L’obiettivo è “insegnare” a Panda a riconoscere tutti gli oggetti della cucina, compresi quelli dalle forme più complesse, per poi afferrarli, spostarli e riporli in maniera efficiente.

    Il robot Panda prodotto da Franka EmiKa

    Panda – Facebook.com/frankaemika

    Un vero e proprio robot chef è stato sviluppato da Moley Robotics, che ne assicura il lancio entro il 2019, corredato da un ricettario disponibile su iTunes per poter ispirare il nuovo chef di casa. Presentato per la prima volta nel 2016 alla fiera internazionale della robotica di Hannover, i creatori assicurano che a breve sarà disponibile la prevendita, ma ancora non si sa a che prezzo.

    Sebbene, infatti, tre americani su quattro sostengano che i robot possano sostituire l’uomo in cucina (fonte: Pew Reserach Center), al momento non ci sono esperimenti a livello globale che permettano di immaginare una cucina pienamente automatizzata. Il futuro è, secondo gli esperimenti realizzati fino ad ora e anche in virtù dell’esperienza di Spyce, un mix di competenze e capacità, in cui intelligenza artificiale e occhio umano convivono e collaborano per portare nel piatto cibi gustosi e apprezzati dai clienti.

     

    Sareste curiosi di pranzare in un ristorante con la cucina robotica?

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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