Torta alle banane
Uno dei dolci tipici della mia personale tradizione familiare è quello che in casa e nel parentado - che ci è sempre andato a nozze - abbiamo sempre chiamato Torta di Banane. In effetti, proprio una torta non è, se per torta voi intendete un dolce tipo crostata o Sacher Torte. Però è bella. E' morbida e sensuale come una donna innamorata, cosa che, dal mio punto di vista, naturalmente è un grande, grandissimo pregio. E' uno straordinario pout - pourri di sapori che si fondono mirabilmente insieme. Leggendo la ricetta, potreste pensare che si tratti di una specie di Zuppa Inglese o di Tiramisù. In verità, ho provato a parlarle nella lingua di Shakespeare, ma non c'è stato un gran dialogo. Invece, è diventata molto comunicativa quando ho messo in bocca il primo cucchiaio. Mi ha parlato di profumi, di delicatezze. Mi ha fatto sciogliere di goduria. E pur non essendo, come ho precisato, un Tiramisù, in effetti mi ha tirato su, e non poco. Come avete detto?! No, non è come pensate: ciò che mi ha tirato su è il morale, almeno mi sembra. E, di certo, mi ha riconciliato col mondo. Certo, c'è del cioccolato, ci sono le banane ed anche le noci: tutta roba che, come è ben noto, sanno tirar su molto bene. E poi la crema, bella densa e giallo-dorata. Cosa si può desiderare di più..
Ingredienti
Istruzioni
- Sbucciate le noci, estraete i gherigli, divideteli in due e poi in quattro parti li spezzetto, a metà ed a quarti, mezzo e mezzo. Conservate dieci noci per la decorazione.
- Tagliate il cioccolato a pezzettini e tenetelo da parte. Conservatene un quarto di tavoletta per la decorazione.
- Preparate la crema pasticcera.
- Lasciate raffreddare del tutto la crema, mescolandola di tanto in tanto.
- Schiacciate con una forchetta tre delle banane e mischiatele con la crema fredda (a temperatura ambiente, non deve essere calda e nemmeno tiepida,) sino ad omogeneizzare le due componenti.
- Tenete da parte una banana e tagliatela a fettine, servirà per la decorazione.
- Mischiate alla crema le noci sbriciolate ed i pezzetti di cioccolato; lasciate tuttavia da parte una o due tazze di crema senza noci e cioccolato: vi servirà per la copertura finale
- Tuffate i savoiardi nel mix di latte e moscato, uno per uno, e disponeteli dentro la pirofila, coprendo prima, con una specie di anello, tutta la zona periferica, e poi il centro, sino a che l'intera superficie del recipiente sia ben coperta.
- Se avanzano piccoli spazi liberi, riempiteli con frammenti di biscotto. I savoiardi, soprattutto questi primi, devono essere inzuppati ma non troppo, altrimenti si forma, sul fondo, una specie di brodetto non particolarmente gradevole.
- Coprite i savoiardi con la crema in modo omogeneo.
- Ripetete l'operazione, esattamente nello stesso modo sino, quasi, ad esaurimento dei savoiardi, conservandone sei o sette, a seconda della lunghezza della pirofila.
- Disponete gli ultimi biscotti, sempre inzuppati, per il lungo, in mezzo al dolce, a schiena d'asino. La disposizione deve essere tale da dare al dolce una forma a cupola arrotondata.
- Coprite tutta la superficie con uno strato abbondante di crema. Quest'ultima parte deve risultare più densa dell'altra, per garantire una copertura stabile.
- Formate la decorazione componendo un anello ovale, tutto intorno al bordo del recipiente, alternando i gherigli di noce, dei pezzetti di cioccolato, alcune fettine di banana e le ciliegine tagliate a metà.
- Componete nello stesso modo due file incrociate al centro del dolce, disposte a croce.
- Cospargete tutta la superficie con cioccolata grattugiata.
Note
Per i savoiardi consiglio quelli che fanno a Fonni, leggeri come piume, dolci ma senza esagerare. Ce ne sono, preparati industrialmente: ma i savoiardi veri sono tutt'altra cosa.
Di Pantelleria? Di Pantelleria. Oppure anche di Monserrato, cittadina che confina con Cagliari, dove il moscato passito è una tradizione secolare. Non ne arriva molto, in commercio, perchè prima che il Produttore riesca ad imbottigliarlo, è già finito. Avete presente, il faccione del Bacco di Walt Disney, rubicondo ed estatico? Sapete, quell'immagine che rappresenta il dio col capo circondato da pampini e grappoli, disteso su un triclinio e, mi pare, in mano un orcio o giù di lì: beh, ho sempre pensato che quel caro, sbronzissimo pupone dovesse essersi trovato in mano un'irresistibile botticella di Moscato passito di Monserrato. Perdonami, Martino, per l'oltraggio: ogni tanto, un po' di sano sciovinismo regionalista ricarica e rinforza l'animo. Se il mix non dovesse bastare per preparare tutti i biscotti, non vi preoccupate: aumentate pure le dosi, tanto io non mi offendo.
Per preparare la crema, vi invito a consultare la ricetta pubblicata da Zuanne. E' molto ben fatta e la crema viene buonissima (l'ho provata). Gli ingredienti che ho riportato più sopra sono gli stessi, identici, consigliati da Zuanne. Ho solo incrementato un po' le quantità, posto che la sua ricetta è per quattro persone, mentre la mia è per sei.
Di Pantelleria? Di Pantelleria. Oppure anche di Monserrato, cittadina che confina con Cagliari, dove il moscato passito è una tradizione secolare. Non ne arriva molto, in commercio, perchè prima che il Produttore riesca ad imbottigliarlo, è già finito. Avete presente, il faccione del Bacco di Walt Disney, rubicondo ed estatico? Sapete, quell'immagine che rappresenta il dio col capo circondato da pampini e grappoli, disteso su un triclinio e, mi pare, in mano un orcio o giù di lì: beh, ho sempre pensato che quel caro, sbronzissimo pupone dovesse essersi trovato in mano un'irresistibile botticella di Moscato passito di Monserrato. Perdonami, Martino, per l'oltraggio: ogni tanto, un po' di sano sciovinismo regionalista ricarica e rinforza l'animo. Se il mix non dovesse bastare per preparare tutti i biscotti, non vi preoccupate: aumentate pure le dosi, tanto io non mi offendo.
Per preparare la crema, vi invito a consultare la ricetta pubblicata da Zuanne. E' molto ben fatta e la crema viene buonissima (l'ho provata). Gli ingredienti che ho riportato più sopra sono gli stessi, identici, consigliati da Zuanne. Ho solo incrementato un po' le quantità, posto che la sua ricetta è per quattro persone, mentre la mia è per sei.