piadina romagnola

Romagna che vai, piadina che trovi

Angela Caporale

Orgoglio di ogni romagnolo, la piadina è sicuramente una tra le pietanze della tradizione più amate in tutta Italia e non soltanto. Sarà forse la versatilità che ce la fa apprezzare farcita con salumi, formaggi o verdure, sarà forse il sapore stesso della piada appena fatta e calda. Non siamo qui per svelare il mistero del successo della piadina, ma per darvi una notizia scioccante: se non siete stati in Romagna, probabilmente non avete mai mangiato una piadina “vera”. Non che la piadina che acquistiamo in tutti i supermercati non sia buona, ma le manca quel quid che solo l’essere romagnolo sa dare, come del resto abbiamo discusso dandovi alcuni preziosi consigli per invitare un riminese a cena. Non tutti sanno, poi, che anche nella stessa Romagna la piadeina cambia, quindi per fugare tutti i dubbi e rendervi edotti su questa delizia abbiamo deciso di provare a illustrare le differenze per aiutarvi a destreggiarvi meglio durante una vacanza in Riviera, oppure la prossima volta che ospiterete un romagnolo a cena.

La tradizione della piadina

piadina bertinoro

Ogni ricetta tradizionale che si rispetti viene custodita gelosamente in ogni casa, ma siamo tutti d’accordo nel dire che la “vera” piadina si cuoce rigorosamente sul testo, una specie di piatto di terracotta diffuso in varie regioni del Centro Italia. Certo, oggi è difficile trovarlo nei baracchini sparsi nelle città e cittadine di mare, ma a ben cercare non sarà difficile una piadina cotta come la tradizione comanda e, ancor meglio, accompagnata da prosciutto crudo, squacquerone e rucola. Infatti, proprio questo è il modo più classico, e più amato, per sbafarsi un’ottima piadina. Per chi vuole variare, senza però allontanarsi dal costume culinario della zona, si può sperimentare con cassoni o crescioni: pasta di piadina farcita a piacimento, molto spesso con erbette oppure salsiccia e patate.

Romagna che vai piadina che trovi, dicevamo, infatti dall’entroterra alla riviera non cambia tanto lo spirito di convivialità che è sempre associato alla piada, ma la ricetta. Avete capito bene, non esiste un’unica ricetta della piadina, ma ne esistono (almeno) due versioni: Piadina Terre di Romagna e la Piadina Sfogliata di Rimini. Vediamo quali sono le differenze!

Piadina romagnola: le due ricette

Piadina Terre di Romagna

piadina bertinoro

Questa versione della piadina è quella più diffusa nell’entroterra, infatti, spesso viene presentata come “piadina Bertinoro” facendo riferimento al borgo medievale in provincia di Forlì-Cesena. Le dimensioni standard, secondo quanto riportato da alcune associazioni che hanno promosso il riconoscimento la certificazione IPG per entrambe le varianti, prevedono che lo spessore sia compreso da i 4 e i 10 mm e il diametro compreso tra 15 e 30 cm.

Lo strutto, in questa ricetta, non può mancare e il risultato è una piadina più spessa e morbida, anche se leggermente più piccola rispetto alla versione riminese.

Riminese: la classica è sfogliata

Mano a mano che scendiamo dal nord al sud della Riviera e che si spostiamo dagli Appennini alla costa adriatica, la piada si assottiglia. Lo spessore, in questo caso, non dovrebbe mai superare i 3 mm e il diametro, invece, dovrebbe superare sempre i 23 cm raggiungendo anche i 30 in alcuni casi. Il risultato è una pasta più larga e più sottile, da farcire sempre secondo i nostri gusti.

piadina sfogliata

Spesso nel riminese e nel pesarese, la piadina è sfogliata perché viene messo dello strutto tra un sottilissimo strato di pasta e l’altro. Una vera delizia che, diciamolo, ci viene l’acquolina in bocca solamente a pensarci.

Ora che sappiamo come distinguere le due versioni di piadina riconosciute, non ci resta che farne una scorpacciata e, per farlo, non dobbiamo cadere in inganno. Bologna o Ferrara non sono i posti giusti, molto meglio dirigersi verso la costa, dove abbiamo fatto un giro qualche tempo fa per potervi consigliare cinque posti dove mangiare la piadina a Rimini. Qual è, dunque, la vostra piadina preferita?

 

Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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