Le merendine anni 70 che non abbiamo mai scordato

Angela Caporale
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    Gli anni Settanta si aprirono con “Let it be” dei Beatles, con “Immigrant song” dei Led Zeppelin, con l’album “Emozioni” di Lucio Battisti e con la “Storia di due innamorati” di Albano e Romina Power. Iniziava un decennio il cui stile, inconfondibile, raccoglie proseliti ancora oggi. Questo mood nostalgico non ci serve per parlare di musica, ma di cibo, per cui siamo pronti al colpo finale. Basta scrivere una parola: girella. Ebbene sì, facciamo un tuffo nel passato per una carrellata delle merendine anni 70 che ci sono rimaste nel cuore.

    Merendine anni 70: la nostra top 10

    Questi sono gli anni durante i quali le merendine a base di pan di spagna, farcito a piacimento, diventano un vero e proprio must di ieri (e di oggi). Deve molto ai pasticceri di quel decennio il bambino che è in noi e che, molto probabilmente, ha mangiato almeno una volta uno dei prodotti che abbiamo tirato fuori dallo scatolone dei ricordi. Partiamo, dunque, in questo viaggio tra i dolcetti vintage mai veramente dimenticati.

    Girella

    girella motta spot

    Fonte: www.youtube.com/channel/UCSKigDumTohCCYG37npQ-7g

    Partiamo da un vero e proprio caposaldo della merenda anni 70: la Girella Motta. Questo semplice impasto di pan di spagna e cioccolato è stato capace, con la sua semplicità, di conquistare lo stomaco di intere generazioni di scolari, tant’è che per molti, non abbiamo dubbi, ancora oggi la Girella è sinonimo di ricreazione. Come se non bastasse, l’amore per questa merendina era tale da arrivare tra le pagine di Topolino dove bambini e grandi potevano seguire le avventure della tribù di Toro Farcito. Più status symbol di così..!

    Ciocc-ovo

    Una barretta di ovomaltina ricoperta di goloso cioccolato, ecco il Ciocc-ovo, snack amatissimo e ora caduto nel dimenticatoio, ma allora diffusissimo perché, si sa, l’ovomaltina fa bene. C’è chi è pronto a giurare che un solo morso può risvegliare ricordi spensierati e chissà se in qualche soffitta non ci siano  ancora gli album con le figurine degli animali in via d’estinzione regalati con la merendina.

    Brioss

    Se molti in Italia hanno a lungo dubitato dello spelling corretto della parola “brioche” è indiscutibilmente perché il cuore, e il palato, sono ancora legati a questo caposaldo delle merendine anni 70: la Brioss di Ferrero. Archetipo dello snack semplice e sano, si trattava di pan di spagna farcito con crema al latte. A rendere memorabile la Brioss, però, ci ha pensato il marketing: chi si ricorda del concorso “Una giornata con il tuo calciatore preferito” oppure della casetta Cicocca?

    Urrà

    urra saiwa

    Gli Urrà Saiwa

    Nella top 10 delle merendine vintage anni 70 non possono mancare gli Urrà Saiwa e i fratelli Super Wafer Maggiora. È il classico wafer che si fa più trendy per conquistare i palati di bambini e adolescenti, riuscendoci alla grande se consideriamo che, oggi, è tra i dessert più rimpianti.

    Bel Bon

    Ebbene sì, è difficile a credersi ma esistevano i biscotti secchi anche prima della diffusione capillare della Mulino Bianco. C’è chi, ripensando ai Bel Bon, si cala immediatamente nell’ambiente casalingo e caloroso della casa della nonna dove non potevano proprio mancare. Soprattutto se i nonni vivevano in campagna, e la suggestione – ripresa anche dalla pubblicità – era quella per cui i dolcetti fossero effettivamente preparati in casa con gli ingredienti genuini della terra.

    Ciocorì e biancorì

    “Compagni roditori, fatico a pedalare, mi devo sgranocchiare un dolce ciocorì”, come dimenticare anche i jingle pubblicitari. Chissà quante volte sono stati ripetuti a mamme e papà per convincerli a comprare queste merendine a base di riso soffiato e cioccolato, sia nella versione bianca che in quella nera!

    Brio

    Prima che arrivasse nei nostri stomaci il Kinder classico, la tavoletta di cioccolato ripiena di cioccolato al latte era solo ed esclusivamente Brio. Anche in questo caso, i più canterini tra i lettori ricorderanno la réclame pubblicitaria che ricalcava le note di un successone dell’epoca: “Fammi mandare dalla mamma, a prendere il Brio…”.

    Tortina Ciù Ciù

    Ciù Ciù non è solo lo, stilizzato, “verso” del treno, ma anche il nome di un tortino iconico degli anni Settanta. Costava solo 150 lire e il poster pubblicitario assicurava regali sicuri per tutti, oltre allo stomaco pieno. Oggi non esiste più, forse perché il sapore era troppo simile a quello di un’altra merendina che negli stessi anni muoveva i primi passi e che ha accompagnato i bambini fino ad oggi?

    Fiesta

    Stiamo parlando proprio della Fiesta. Simile per sapore alla Ciù Ciù, è nata negli anni Sessanta, ma è proprio nel nostro decennio che conquista il grande pubblico, anche grazie ai Ricchi e Poveri e Jo’ Condor, protagonisti dei caroselli a tema. Anche lo slogan “non ci vedo più dalla fame” è originale degli anni Settanta. Poco da aggiungere di fronte ad una merendina che ha segnato un’epoca e che resiste al passare del tempo.

    Buondì

    buondì spot anni 70

    Spot Buondì Motta 1979

    Concludiamo il nostro viaggio attraverso le merendine anni 70 proprio con il Buondì, a lungo fuori produzione e rilanciato di recente dalla Motta, accompagnato da una pubblicità che ha scatenato non poche discussioni in rete. Al tempo era promossa come la miglior alternativa al cornetto da bar, tant’è che l’abbinamento perfetto era con il cappuccino.

    Ricordate queste merendine anni 70? Raccontateci le vostre preferite, assaporando insieme il sapore, questa volta dolce, della nostalgia.

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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