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Cosa mangiano a scuola i bambini italiani? Intervista a una maestra della provincia di Udine

Angela Caporale
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    Non solo l’appetito, anche la salute vien mangiando. E alimentarsi in maniera sana è meno complicato di quel che può sembrare: l’importante, come abbiamo avuto modo di evidenziare più volte durante i mesi dedicati alla campagnaCrescere a tavola”, è iniziare fin da bambini. Da un lato è fondamentale il ruolo delle famiglie e la condivisione dei pasti, dall’altro anche la scuola ha delle preziose carte da giocare. Ma cosa possono fare concretamente insegnanti e maestre? Per scoprirlo abbiamo intervistato tre docenti della scuola elementare in tre aree diverse d’Italia: siamo partiti dal Nord, dall’Istituto “Tina Modotti” di Moimacco, Premariacco e Remanzacco e, in particolare, della sede di Moimacco, comune in provincia di Udine. Proprio questa piccola realtà si è distinta per sensibilità al tema e aver accolto molti progetti trasformatisi in vere e proprie best practice.

    Merenda a scuola nel Nord Italia: le soluzioni anti spreco

    frutta nelle scuole

    Africa Studio/shutterstock.com

    Tra le aule la sensibilità ai temi del mangiare sano e della lotta contro lo spreco alimentare è tanta. Da anni ormai le maestre hanno scelto di coinvolgere gli alunni direttamente in tante piccole e grandi iniziative di formazione ed educazione. Si sono accorte, infatti, che ogni giorno a mensa avanzava della frutta o del pane, e hanno proposto allora ai bambini, a turno, di raccogliere ciò che non veniva mangiato per riporlo in una stanza apposita. Lì, a fine giornata, i bambini possono tornare per attingere a ciò che preferiscono e mangiare subito, o portare a casa, una merenda sana e gustosa.

    “Non in tutte le scuole si può replicare – spiegano le maestre – ma ci siamo resi conto, nel corso degli anni, che questo tipo di attività è servita molto sia a responsabilizzare i bambini rispetto al tema dello spreco alimentare e alla necessità di non buttare gli avanzi, sia ad abituarli a mangiare la frutta come spuntino.” Ricordiamo, infatti, che una dieta sana per bambini non può essere povera di questi alimenti, così ricchi di vitamine e sostanze nutritive, per cui è un bene agevolarne il consumo.

    Le maestre di Moimacco spiegano, poi, come a scuola siano fortemente sconsigliate anche merendine, patatine e bibite gassate: “consapevoli che questo tipo di alimenti comporta rischi in termini di sovrappeso e obesità infantile, lo sforzo è quello di disincentivarne l’uso come spuntini. Certo, non è semplice, perché la scelta spetta comunque al genitore, ma nel complesso ci siamo accorte che sono rari i casi in cui non c’è collaborazione.”

    Frutta a merenda tre volte alla settimana

    La scuola ha accolto e introdotto il progetto “Frutta nelle scuole”, finanziato dall’Unione Europea proprio con l’obiettivo di sensibilizzare gli alunni a una sana alimentazione. Il funzionamento è molto semplice: per tre volte alla settimana la merenda dei bambini è a base di frutta o verdura, consegnata direttamente in aula dalle maestre, uguale per tutti. Uniche eccezioni ammesse quelle giustificate da un certificato medico.

    “Viene comunicato ai genitori qualche giorno prima quale sarà il frutto della merenda – aggiunge l’insegnante – per permettere alle famiglie di valutare se accettare la proposta, oppure fornire autonomamente al bambino un’alternativa che, però, dev’essere altrettanto sana: un altro frutto oppure, al massimo, un pacchetto di crackers.” Così, per un anno intero, i bambini hanno mangiato mele, pere, pesche, ma anche carote, finocchi, sedano e, in alcuni casi, spremuta d’arancia fatta al momento o succo di mela. Sono rari i casi, in questi anni, di capricci o rivoluzioni: anche tra i genitori è cresciuta la consapevolezza dell’importanza di una corretta alimentazione e, anzi, sono generalmente soddisfatti del fatto che, a scuola, i bambini abbiano almeno assaggiato cibi che, fino a quel momento, erano soliti rifiutare.

    bambini e frutta

    Irina Wilhauk/shutterstock.com

    Lo sforzo è anche quello di presentare la frutta agli alunni in maniera accattivante: tagliata a pezzetti, già sbucciata, o anche abbinata allo yogurt. Queste soluzioni, come abbiamo visto anche parlando di come convincere i bambini a mangiare frutta e verdura, risultano molto efficaci e possono offrire spunti per replicare la stessa strategia anche una volta tornati a casa.

    Nel mese di maggio 2018, la scuola ha scelto di accogliere anche un secondo progetto finalizzato alla promozione di un’alimentazione sana: “Latte nelle scuole”. In questo caso, come spiegano le insegnanti, ai bambini venivano proposte merende a base di latte, yogurt e derivati dell’azienda Lattebusche di Feltre. “Spesso i prodotti caseari erano abbinati con la frutta fresca, altre volte con quella secca. E anche in questo caso, abbiamo osservato come i bambini abbiano accolto la novità con entusiasmo e curiosità, avvicinandosi a questi cibi, anche in virtù della proposta di ottima qualità.”

    La scuola, dunque, come luogo di educazione e di crescita anche dal punto di vista alimentare dove i bambini, se ben supportati e guidati, possono scoprire nuovi sapori e avvicinarsi concretamente ad un’alimentazione sana e salutare. Quello raccontato dalle maestre di Moimacco è, naturalmente, un esempio, raccontateci nei commenti qual è la vostra esperienza con la merenda scolastica e quali sono le pratiche virtuose che avete avuto modo di sperimentare!

    Immagine di Copertina: Lopolo/shutterstock.com

    Angela, con passaporto friulano e cuore bolognese, vive a Udine e si occupa di giornalismo e comunicazione in ambito culturale e sociale. Ha pubblicato due libri e dal 2016 collabora con Il Giornale del Cibo, dove scrive di sostenibilità, sociale e food innovation. Il suo comfort food sono i tortelloni burro e salvia, per i quali ha imparato a fare la sfoglia, condividendoli ogni volta che ne sente il bisogno.

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