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Patrizio Bianchi su riapertura della scuola: “Deve essere l’Anno costituente della Nuova Scuola, un luogo pensato per i nativi nel nuovo secolo”

Angela Caporale
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    Una scuola nuova, innovativa e capace di ripensarsi e non una semplice ripresa delle attività. Sono d’accordo Anna Ascani, Viceministra all’Istruzione, e Patrizio Bianchi, Cattedra Unesco Educazione, Crescita ed Eguaglianza Università di Ferrara, già coordinatore del Comitato degli esperti istituito presso il Ministero dell’Istruzione per la ripartenza, intervenuti. Insieme a Raffaella Curioni, Assessora a Educazione, Conoscenza, Città universitaria e Sport del comune di Reggio Emilia, e Giordano Curti,  Managing Executive Director di CIRFOOD, lo scorso 16 luglio, al webinar che ha concluso la Settimana del Cibo, iniziativa promossa da CIRFOOD, Università di scienze gastronomiche di Pollenzo e Officina Educativa, servizio del Comune di Reggio Emilia nell’ambito del progetto Nutriamo la Scuola. L’incontro, che chiudeva la sperimentazione svoltasi nella città emiliana, è stato anche occasione di dialogo e dibattito sui cambiamenti che caratterizzano la “nuova scuola”, in maniera tale che l’emergenza sia occasione di innovazione.

    “Dobbiamo lavorare perché a settembre si torni a scuola in presenza” ha sottolineato la Viceministra. “L’emergenza ci ha aiutato a comprendere le fragilità che aveva il sistema e a costruire quindi soluzioni in grado di superarle per ripartire con un nuovo anno zero. La scuola deve fondarsi su un modello partecipativo lontano da una didattica nozionistica e in grado di aiutare i giovani, già sensibili sul tema, a comprendere i temi cruciali per lo sviluppo del pianeta, dove la sostenibilità degli stili di vita assume un ruolo cruciale. Per questo sono importanti progetti come quelli portati avanti da CIRFOOD che promuovono un modello partecipativo non solo delle famiglie, ma anche dei bambini. La scuola è il luogo dove si forma il pensiero critico della comunità. Nella Legge di Bilancio dobbiamo prevedere investimenti strategici che vedano la scuola come guida per la costruzione di una società in cui le nuove generazioni vogliano abitare”.

    Una scuola “nuova” che formi bambini (già) sensibili

    Il principale aspetto emerso durante il webinar è che il rientro a scuola degli alunni e delle alunne, già a partire da settembre, sia un’assoluta priorità, ma anche che al semplice ritorno sui banchi si debba accompagnare un ripensamento della didattica. Ha sottolineato Ascani che “l’obiettivo non può essere ricominciare come prima, ma prendere atto di quelle fragilità che sono emerse e costruire per superarle.”

    Didattica a distanza

    Maria Symchych/shutterstock.com

    Dello stesso avviso anche il professor Patrizio Bianchi che, con il Comitato di esperti istituito presso il MIUR, ha redatto delle proposte concrete per sviluppare e progettare un anno scolastico che sia di sperimentazione. “In questi mesi, ci siamo occupati di progettare la scuola che riaprirà, quando sarà tempo, e la richiesta, da più parti, era che tutto ‘tornasse come prima’. Ma non dobbiamo farci ingannare perché, prima dell’emergenza, non andava tutto bene. Per esempio, ci sono alcune aree del Sud dove si registra un tasso di dispersione scolastica che tocca il 30%.”

    Il rientro post lockdown e l’esigenza di mantenere il distanziamento sociale, dunque, si trasformano, nella visione del professor Bianchi, in una preziosa occasione per ripensare la didattica in senso innovativo. Una prospettiva ripresa anche dalla Viceministra Ascani che ha sottolineato come “la scuola debba essere un luogo dove si forma lo spirito critico. Solo attraverso una relazione costante con gli studenti, anche nello spazio, si può realizzare la formazione dei giovani. Allora è chiaro che abbiamo bisogno di un investimento strategico oggi mirato a riaprire a settembre, ma dopo che agisca per rimettere al centro il tema dell’educazione e dell’istruzione come vettori di sviluppo, e della scuola come luogo dove si forma la coscienza della società.”

    L’Anno Costituente della scuola italiana

    “A settembre”, immagina il professor Bianchi, “si aprirà l’Anno Costituente della Nuova Scuola, che deve essere il luogo pensato per i nati nel nuovo secolo, i cosiddetti digital-native, che non devono imparare a usare gli strumenti digitali, perché già lo sanno fare, ma devono imparare a usarli con responsabilità riuscendo a gestire i troppi stimoli che hanno. Il mestiere dei bambini è crescere e la scuola deve riuscire a dare gli elementi per trasformare i momenti della loro vita in occasione di crescita.”

    Strumenti digitali

    Ermolaev Alexander/shutterstock.com

    Per questo, dunque, la nuova scuola dovrà saper insegnare ai ragazzi a utilizzare gli strumenti digitali in maniera consapevole, a comprendere un mondo complicato e a fare comunità. Proprio su quest’ultimo punto il professor Bianchi pone l’accento, sottolineando quanto il cibo sia un elemento fondamentale. “il cibo rappresenta un elemento fondante perché strumento di uguaglianza. Mangiare insieme significa condividere lo stesso cibo. Non c’è niente che identifichi di più una comunità che il modo in cui si mangia. Il centro di innovazione di CIRFOOD sarà un luogo per insegnare ai bambini che il cibo è uno straordinario veicolo di vita comune.”

    Nutriamo la Scuola: da Reggio Emilia un modello per la “nuova scuola”?

    Durante il webinar è intervenuta anche Raffaella Curioni, Assessora a Educazione, Conoscenza, Città universitaria e Sport del comune di Reggio Emilia che ha sottolineato l’importanza che l’educazione alimentare ha su questo territorio, anche in virtù di una consolidata collaborazione con CIRFOOD. “La città di Reggio Emilia” ha confermato “ha sempre riconosciuto il valore della ristorazione, scolastica e non, come parte integrante del progetto educativo. Per questo è fondamentale garantire il diritto allo studio inteso non solo come insegnamento delle classiche materie didattiche, ma come luogo di connettività e come momento di ristorazione”.

    Ristorazione nuova scuola

    PJjaruwan/shutterstock.com

    Questo è, dunque, l’obiettivo condiviso della sperimentazione reggiana, conclusasi con soddisfazione, come ha sottolineato, sempre in occasione del webinar, Giordano Curti, Direttore generale di CIRFOOD ribadendo che: “Quanto emerso dalla Settimana del cibo ha due obiettivi principali. Il primo quello di dimostrare che la scuola in presenza è un diritto, per l’alto valore simbolico e sociale che rappresenta, così come è un diritto garantire un pasto sano ed equilibrato ai bambini, che devono vivere il cibo come momento educativo e conviviale. Il secondo è quello di immaginare il cibo del futuro attraverso una nuova lettura dello scenario di domani che dia ai bambini l’opportunità di ritrovare e vivere serenamente una relazione diretta con la natura, il cibo, il proprio corpo.”

    La sfida, secondo quanto emerso nella discussione del webinar, è uscire dal contesto dell’Emilia-Romagna, e di Reggio Emilia in particolare, per estendere la sperimentazione e l’approccio anche nelle parti d’Italia che sembrano più lontane. Il professor Bianchi conclude auspicando che “Reggio Emilia (e l’attività svolta sull’educazione al cibo di CIRFOOD, ndr) diventi come un servizio volto a tutto il Paese. […] Il cibo non è un pausa dentro la scuola, ma un pezzo di attività educativa e quindi non solo dev’essere coordinata e coerente con tutto il percorso, ma dev’essere anche un momento di partecipazione e condivisione.”

     

    Il cibo a scuola, dunque, riassume l’esigenza di rinnovamento, di innovazione e di sperimentazione e, soprattutto, di costruzione di una comunità nel presente, ma che guardi al futuro.

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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