il sale fa male

Quali sono le conseguenze di un uso eccessivo di sale?

Angela Caporale
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    Spesso si sente dire che il sale fa male, che copre l’autentico sapore dei cibi e che andrebbe evitato. Il rischio, però, è che queste affermazioni non vengano accompagnate da un vero e proprio approfondimento su quali sono le ragioni che le motivano: esistono, per esempio, tanti tipi di sale diversi, e alimenti naturalmente privi di questa sostanza, o meglio poveri di sodio, le carni fresche non lavorate oppure il pesce, come abbiamo visto in questa lista di alimenti “senza sale. Per rispondere, tuttavia, dal punto di vista nutrizionale e scientifico alla questione, abbiamo intervistato la dietista Claudia Cambria di Bologna che ci aiuta a fare chiarezza: il sale fa male sì o no?

    Il sale fa male? Il parere della dietista

    tipi di sale

    Il primo elemento da sottolineare quando si parla di sale e dieta è la quantità, ovvero il consumo giornaliero consigliato dagli esperti che si attesta attorno ai 5 grammi. Questa è la quantità che è possibile aggiungere ai cibi che cuciniamo e corrisponde a circa due cucchiaini. “Troviamo indicazioni anche più restrittive – aggiunge la dottoressa Cambria – per chi soffre di ipertensione, patologie renali, e malattie cardiovascolari.”

    Per tenere sotto controllo questo aspetto, l’ideale sarebbe acquistare e preparare in casa cibi freschi, evitando alimenti molto lavorati o industriali poiché in questi casi viene spesso utilizzato il sale per le proprietà conservative.

    Il problema è l’eccesso

    Se consumassimo la quantità di sale consigliata, non ci sarebbero probabilmente problemi. Tuttavia la criticità è rappresentata proprio dal fatto che, in generale, ne viene consumato molto di più, addirittura il doppio in media, secondo quanto ci spiega l’intervistata. “L’Organizzazione Mondiale della Sanità proprio su questo ha lanciato un allarme e si è posta come obiettivo quello di ridurre del 30% il consumo di sale da parte della  popolazione entro il 2025 su scala globale.

    La preoccupazione è, dunque, che troppo sale comporti dei danni per la salute e per l’organismo; ma quali sono?

    eccesso sale

    Danni e conseguenze di un eccessivo consumo di sale

    “Eccedere costantemente con il consumo di sale – spiega la dietista – ci predispone maggiormente all’insorgenza di malattie cardio-cerebrovascolari, patologie renali, osteoporosi ed alcuni tumori.” Questi danni all’organismo sono correlati ad un abuso di cloruro di sodio, sostanza che, se eccessiva, può portare ad ipertensione arteriosa.

    Le possibili conseguenze negative non finiscono qui: “Inoltre, vi è una correlazione tra consumo eccessivo di sale e i meccanismi patogenetici dell’ateriosclerosi – aggiunge la dottoressa Cambria – poiché tende a danneggiare le pareti delle arterie.”

    Inoltre è bene ricordare che viene assolutamente sconsigliata l’aggiunta di sale nelle preparazioni per i bambini durante lo svezzamento, un’abitudine da prolungare più a lungo possibile.

    Quali alternative?

    Visti i rischi connessi ad un consumo eccessivo di sale e la necessità di ridurne la quantità che impieghiamo tutti i giorni, diventa fondamentale capire quali alternative possiamo adoperare per insaporire i cibi. La tendenza verso il salato è, infatti, innata: “siamo spinti in questa direzione – precisa l’intervistata – perché è fonte di sali minerali, fondamentali per la sopravvivenza.”

    Il punto è che, nella situazione odierna, non ci troviamo in carenza di questi elementi, tutt’altro. Quindi il primo passo da compiere è ridurre gradualmente l’aggiunta di sale, abituando di fatto il nostro gusto al nuovo sapore, più “autentico” e naturale, dei cibi.

    “Per rendere i piatti comunque saporiti e gustosi ci sono tante possibilità, come sfruttare erbe aromatiche e spezie in primis, ma anche aceto e limone.” La dietista, inoltre, consiglia di utilizzare un mix per cucinare che si possono anche preparare in casa frullando gli ingredienti con un pizzico di aglio essiccato.

    sale erbe

    Un’alternativa che sta prendendo piede anche in Italia è quella del gomasio, ovvero un prodotto a base di semi di sesamo tostati e frullati con il sale a cui vengono aggiunte delle alghe essiccate. “In questo modo, si riduce sicuramente l’integrazione di sale nelle preparazioni avvicinandosi, di conseguenza, al limite dei 5 grammi al giorno.”

    Al contrario, la dietista suggerisce di evitare i sali a base di potassio che, in particolare, vengono consigliati a chi soffre di patologie cardiovascolari. Mentre, in generale, è fondamentale porre attenzione agli alimenti che sono già ricchi di sale di per sé come:

    • piatti industriali pronti
    • pizza
    • salumi ed affettati
    • patatine
    • grissini
    • crackers
    • olive
    • acciughe sott’olio
    • formaggi stagionati
    • capperi
    • dado da brodo
    • salsa di soia.

    Sale iodato: cos’è e perché dovrebbe essere preferito?

    sale insalata

    È importante sottolineare che eliminare del tutto il sale dalla dieta non è una scelta salutare perché da questa sostanza dipende, almeno in parte, l’apporto di iodio. Per questa ragione in molti consigliano di consumare sale iodato, ovvero sale marino a cui è stato addizionato dello iodio.

    “Gli effetti di una carenza di iodio – spiega la dottoressa Cambria – possono essere anche particolarmente gravi: nell’adulto la conseguenza maggiore è la comparsa del gozzo ipotiroideo, ovvero un ingrossamento della tiroide che, in mancanza di iodio, non riesce a mantenere una corretta funzionalità.” È fondamentale  che il fabbisogno giornaliero di iodio, fissato dalle Linee guida internazionali a 150 microgrammi al giorno, venga rispettato durante la gravidanza e nei primi anni di vita del bambino poiché una carenza può causare aborto, deficit nella crescita e gravi danni nello sviluppo del sistema nervoso centrale.”

    Lo iodio non si trova soltanto nel sale iodato, ma anche in pesce, mirtilli, carne, uova, formaggio, frutta secca, yogurt e alghe, per fare alcuni esempi. “Tuttavia solo con questi alimenti non riusciamo a raggiungere la quantità che serve al nostro organismo, per questo il Ministero della Salute ha promosso una legge, la 55 del 2005, che prevede la diffusione in tutti i supermercati di sale iodato e l’impiego nella ristorazione collettiva.”

    La dottoressa Cambria, infine, rassicura il consumatore: “assumere 5 grammi di sale iodato al giorno è sufficiente per mantenerci in salute scongiurando i danni determinati dall’eccesso di sale, e fornendoci la quantità necessaria di iodio.”

    Conoscete i rischi legati al consumo eccessivo di sale? Nella vostra dieta, cercate di fare attenzione a non abusarne?

    Questo articolo, è importante ricordarlo, non sostituisce comunque il parere di un medico che può intervenire su alcuni casi specifici.

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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