Il coperto, una tassa medioevale difficile da spiegare

Adriana Angelieri

Perchè continuare a farci criticare dal resto del mondo per pochi spiccioli? Noi italiani siamo gli unici tollerare la voce ‘coperto’ sul menu, i nostri ristoratori gli unici a infliggerla. Non è difficile spiegare agli stranieri cosa sia mai questo coperto: è l’assurdo prezzo che si paga per l’apparecchiatura della tavola. Nacque nel medioevo quando molti avventori viandanti entravano nelle osterie nei giorni di brutto tempo già con le loro provviste per poterle consumare in un luogo appunto ‘coperto’. L’oste faceva quindi pagare l’uso delle stoviglie e la possibilità di mangiare al riparo della pioggia. Arduo spiegare il perchè della sopravvivenza di questa gabella oggi, quando nessuno si sogna di accomodarsi in un ristorante con una bisaccia piena di cibo portato da casa. Spiegarlo agli stranieri è difficile, ma per noi italiani che paghiamo la benzina con il prezzo gonfiato dalle tasse più bizzare, compresa quella della guerra d’Abissinia, in fondo, è una cosa normale.

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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