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Il microbiscottificio sociale di Osimo presenta il FrollaBus, il bar-pasticceria itinerante gestito da ragazzi e ragazze con disabilità

Alessia Rossi
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    La pandemia ha messo a dura prova tutti quanti, specialmente il settore dei pubblici esercizi che ha visto chiudere ristoranti, bar e locali. Al tempo stesso, ha costretto le persone a reinventarsi, e ci sono quindi realtà che hanno colto questa situazione di crisi per trovare soluzioni innovative per andare avanti. Chi non si è mai fermato in questi mesi difficili sono sicuramente Jacopo Corona e Gianluca di Lorenzo, pasticcere il primo e operatore sociale il secondo, che hanno avviato il progetto del FrollaBus, un food truck che porterà in giro per le strade e le piazze delle Marche (e si spera anche oltre) i prodotti sfornati dalle mani dei ragazzi e delle ragazze con disabilità fisiche, motorie e del neurosviluppo che lavorano per il microbiscottificio solidale Frolla, a Osimo.

    Perché il pulmino itinerante è infatti solo la “punta dell’iceberg” di un progetto ben più ampio e che ha visto la luce nel 2018 e che proprio in questi giorni si è aggiudicato il Premio del Cittadino europeo 2021 per la volontà di offrire opportunità di inclusione sociale e lavorativa ai disabili, perché, come scrivono sul sito, “per i nostri ragazzi, con diverse disabilità, il lavoro è futuro, è indipendenza. E loro, per noi, sono risorse insostituibili”. A raccontarci di Frolla, delle persone che ne fanno parte e dell’ultimissima novità è proprio Jacopo.

    Frolla, il microbiscottificio sociale di Osimo

    Jacopo Corona e Gianluca di Lorenzo sono i primi ideatori del progetto Frolla. Come mi racconta, a separarli c’è una bella differenza d’età, ma a unirli una sincera amicizia e, soprattutto, la volontà di provare a mettere insieme i due mondi – solo apparentemente – distanti: quello del cibo e quello del sociale. Purtroppo, sono ancora troppi i ragazzi e le ragazze con disabilità fisica, motoria o del neurosviluppo che non hanno accesso al settore lavorativo, ottenendo quindi quell’indipendenza e quella dignità di cui tutti hanno diritto. A rimetterci non sono solo loro, ma anche tutto un settore che vede disperse capacità e abilità importanti di cui queste persone invece dispongono.

    FrollaLab/facebook.com

    Così, grazie anche all’incontro con Silvia Spegne, mamma di un ragazzo disabile, nasce Frolla, che ha l’obiettivo di produrre biscotti artigianali con l’inserimento lavorativo di ragazzi e ragazze con disabilità. Hanno iniziato a testare l’idea prima su Facebook e Instagram, poi grazie a una campagna di raccolta fondi, che è stata un successo incredibile. “Il primo mezzo che abbiamo utilizzato per autofinanziarci è stato il crowdfunding, grazie al quale abbiamo coperto i costi di gran parte del laboratorio. Il vero ritorno della campagna, tuttavia, è stato il senso di community che si è creato fin da subito. Dall’inizio del percorso abbiamo cercato un’apertura, e infatti diciamo sempre ‘da Frolla non trovi le porte aperte, perché non le trovi per niente’”. Tutto questo è stato senz’altro aiutato dal fatto che il laboratorio è nato a Osimo, in un “contesto contesto familiare, perché viviamo in paesi piccoli dove ci conosciamo tutti. Questo concetto di comunità da noi esiste ancora, e anche chi sta lontano dice che si sente parte della famiglia, perché noi abbiamo un forte senso di accoglienza che è fondamentale in un progetto come il nostro”.

    Da una scommessa nata sui social alla nascita di un laboratorio di San Paterniano di Osimo e due sedi del Diversamente bar, a Osimo e Castelfidardo. Il lavoro quindi diventa un modo per impiegare i ragazzi e le ragazze con disabilità di qualunque genere e dar loro l’opportunità di inserirsi davvero nella vita del paese. “Anche tutto il lavoro che facciamo on line, grazie al sito e ai nostri canali social, va proprio in questa direzione. Mandiamo sempre avanti i ragazzi facendo comparire i loro volti, e in questo modo sono diventati delle persone che, nel paese, vengono riconosciute. Fa piacere perché la gente li chiama finalmente per nome. Per un ragazzo che passa da una situazione casa-scuola-scuola-casa in cui non ha una vita sociale attiva al di fuori perché è sempre stato emarginato, trovarsi ad avere una sua identità sociale, a vivere anche il paese, a essere riconosciuto dalle persone è incredibile”.

    Il biscotto “semplice ma non banale” (e buono) come simbolo di inclusione sociale

    Frolla quindi è un microbiscottificio, e la scelta di questo prodotto è tutt’altro che casuale. “Volevamo qualcosa di semplice ma al tempo stesso gourmet, che potesse entrare nelle case di tutti per raccontare la nostra storia” racconta Jacopo. Ma non solo, perché hanno cercato un prodotto che valorizzasse tutte le abilità e le competenze dei ragazzi e delle ragazze con ogni tipologia di fragilità, perché, come spiega, è fondamentale includere tutti e tutte. “Il biscotto è uno dei cibi più semplici ma non banali, come recita il nostro slogan. Sappiamo benissimo che il nostro è un bel progetto, ma non vogliamo correre il rischio di scadere nella banalità, e cioè quel qualcosa che non ti porta a crescere, ma al contrario ti fa rimanere stabile. Noi vogliamo crescere e includere sempre di più”.

    frolla biscotti

    FrollaLab/facebook.com

    Le difficoltà non mancano, ovviamente, e Jacopo e Giancarlo devono farci i conti tutti i giorni. “Abbiamo avuto difficoltà di produzione. Riceviamo sempre tante richieste e capita a volte di non riuscire a starci dietro. Fortunatamente, nel tempo abbiamo avviato progetti per abbattere sempre di più le barriere architettoniche e agevolarci con alcuni passaggi. Ad esempio, abbiamo vinto un bando che ci ha permesso di realizzare una stampante 3D alimentare che fa i biscotti. Ci lavora un ragazzo in carrozzina e per lavorare gli basta un computer: noi carichiamo l’impasto nella macchina e lui stampa i biscotti. La tecnologia ci aiuta tantissimo, e ci ha aiutato molto a inserire ragazzi che erano impossibilitati ad alcune attività lavorative. E questa secondo me è la vera inclusione, perché bisogna fare una categorizzazione tra le diverse forme di disabilità. Se dobbiamo accogliere, dobbiamo accogliere tutti, non possiamo fare una distinzione”.

    Ma un punto fondamentale su cui insiste è quello della qualità. “L’obiettivo era creare un format che vendesse per la qualità e non per il semplice fatto che fosse fatto da un ragazzo disabile”. Per questo, cercano di sostenere progetti di filiera cortissima e legata al territorio: le materie prime sono spesso a km0, come la farina che proviene poco distante da Osimo, per produrre i classici cookies o quelli “sbagliati” e biscotti al gusto di cioccolato e pere, cacao e menta, pistacchio e mandorle e altri ancora.

    Dalla crisi nascono nuove soluzioni: l’e-commerce e il FrollaBus

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    FrollaLab/faceook.com

    Se la pandemia ha messo a dura prova ristoranti, bar e locali, per una realtà come quella di Frolla, che necessita della continuità è ancora più dura. Ma come racconta Jacopo, non si sono fermati. “Frolla conta della parte del bar, quella del laboratorio e poi tutta la parte di distribuzione che con la pandemia e la chiusura dei locali e dei negozi si è annullata del tutto. Tra l’altro, la Pasqua era relativamente vicina e noi avevamo i magazzini pieni. Quindi, abbiamo deciso di stravolgere completamente la nostra attività: per prima cosa, abbiamo deciso di aprire un e-commerce, agganciato al nostro sito e alla pagina social”.

    Loro che la difficoltà la vivono tutti i giorni hanno compreso che non potevano fermarsi in alcun modo, ma dovevano raccogliere il positivo e andare avanti. Scelta che li ha premiati in maniera incredibile, dal momento che sono stati sommersi di richieste e, come racconta Jacopo ridendo, sono passati da avere troppo prodotto in magazzino a non averne per nulla ed essere in difficoltà con le spedizioni. “In quel momento ci siamo resi conto di quanto non fossimo più un progetto comunale, ma avevamo le carte in regola per diventare nazionali”. Se con la parte del laboratorio e della distribuzione, grazie ai canali di vendita on line, sono riusciti a sopravvivere in questi lunghi mesi, il proseguimento delle chiusure dei pubblici esercizi li ha messi in difficoltà. “Abbiamo deciso di pensare a un piano B per quello che riguardava il bar, unendo la parte del Diversamente bar a quella comunicativa del progetto, con l’idea quindi di portare Frolla in giro e farla conoscere a più persone possibili”.

    Tutti a bordo del FrollaBus, il food truck itinerante

    Parte così un’altra campagna di crowdfunding su Produzione dal Basso – che scadrà a ottobre – per finanziare e sostenere il progetto del FrollaBus, ossia un furgoncino che viaggerà on the road per far in modo che i prodotti di Frolla arrivino a più persone possibili. Garantire la continuità del progetto è il primo obiettivo, un po’ come accaduto con il PizzAutobus di PizzAut, un food truck che ha permesso ai ragazzi con autismo di continuare a cucinare in un momento così difficile. Per chi volesse sostenere il FrollaBus può farlo aderendo alla campagna di raccolta fondi. Tra le ricompense, i biscotti in edizione limitata che trovano ispirazione proprio dal furgoncino, ossia i Bus-cotti, e perfino la possibilità di… mettersi alla guida!

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    FrollaLab/facebook.com

    “Ad oggi contiamo di 21 ragazzi e il FrollaBus ci permette di inserirne altri. C’è un operatore che si occupa di portare in giro il furgone e poi due o tre ragazzi, che possono variare. Noi infatti cerchiamo di farli girare tra laboratorio, bar e adesso anche il FrollaBus. È vero che c’è chi è più bravo a fare una cosa piuttosto che l’altra, ma ci piace a volte far cambiare loro mansioni. Tutti noi se facciamo la stessa cosa ci stanchiamo, quindi vogliamo che tutti lavorino su tutto, e il FrollaBus è un mezzo in più”.

    Il FrollaBus ha ufficialmente “preso la strada” in questi giorni, permettendo ai fortunati che lo incontreranno di godersi cappuccini, brioche e, ovviamente, gli immancabili biscotti. Per il momento, quindi, l’obiettivo è rimanere concentrati su questi nuovi progetti, migliorando e includendo sempre di più, e chissà che il prestigioso premio europeo appena vinto non apra altre strade, riconoscendo il valore di una realtà come quella di Frolla. Ma come ci tiene a specificare Jacopo, “quello che facciamo noi non è niente di straordinario, è semplicemente qualcosa di giusto a livello societario. Non dovrebbe essere visto come qualcosa di incredibile, ma come una cosa normale”. Per fortuna, stanno nascendo sempre più realtà che hanno compreso che la diversità è parte integrante della società, come il Tortellante, realtà modenese fortemente voluta da Massimo Bottura, o la Locanda Dal Barba in Trentino, e che andrebbe inclusa sempre di più.

    Intanto, in attesa che più progetti come questi diventino una “cosa da tutti i giorni”, tutti a bordo del FrollaBus e… #followthecookie!

    È nata vicino a Bologna, ma dopo l'università si è trasferita a Torino per due anni, dove ha frequentato la Scuola Holden. Adesso è tornata a casa e lavora come ghost e web writer. Non ha molta pazienza in cucina, a parte per i dolci, che adora preparare insieme alla madre: ciambelle, plumcake e torte della nonna non hanno segreti per lei. Sta imparando a tirare la sfoglia come una vera azdora (o almeno, ci prova).

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