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Cotti in Fragranza: l’integrazione sociale attraverso il cibo

Angela Caporale
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    Una cucina può essere spazio di incontro, di convivialità, ma anche di riscatto. Lo sanno bene i ragazzi Istituto Penale Minorile Malaspina di Palermo che, insieme ad alcuni giovani migranti, negli ultimi quattro anni hanno trovato un’opportunità di crescita personale e professionale all’interno di Cotti in Fragranza. Nel laboratorio per la produzione di biscotti e prodotti da forno hanno imparato non soltanto le ricette, ma anche a gestire un’impresa sociale che, oggi, distribuisce i suoi prodotti in tutta Italia e anche all’estero. “Siamo cresciuti insieme – spiega Nadia Lodato che insieme a Lucia Lauro coordina il progetto – fino ad aprire anche uno spazio nel cuore della città che fornisce il C.A.S. (centro di accoglienza straordinaria per migranti) e, da pochissimo, un bistrot che abbiamo chiamato Al Fresco, dove fare colazione o pranzare con i nostri prodotti”.

    Cotti in Fragranza, i biscotti dell’Istituto penitenziario minorile di Palermo

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    L’esigenza che ha portato alla creazione del laboratorio Cotti in Fragranza era quella di realizzare un’impresa sociale dentro all’Istituto penitenziario minorile Malaspina di Palermo per dare un’opportunità ai ragazzi detenuti. Formazione professionale e partecipazione ad un progetto che li vede protagonisti in prima persona sono le fondamenta di questo progetto. Non è la prima volta che nel contesto del carcere vengono promosse iniziative che promuovono l’integrazione sociale attraverso il cibo, pensiamo alla Brigata del Pratello, il nuovo ristorante a Bologna, oppure ai laboratori che propongono panettoni e altri dolci per le feste. “Sin dall’inizio – spiega però Nadia Lodato – abbiamo adottato un approccio originale: il gruppo di persone che collabora alla produzione dei biscotti, dalla cucina al packaging, si muove come fosse un’unica intelligenza collettiva. Ci siamo formati insieme, insieme prendiamo tutte le decisioni e sviluppiamo la nostra attività”.

    Un esempio è “Buonicuore”, il nome dei primi biscotti prodotti, scelto proprio da uno dei ragazzi coinvolti. Ne è prova anche il fatto che i mandarini utilizzati per produrlo vengono raccolti dai ragazzi stessi in alcuni territori confiscati alla mafia. “Ricordiamo che si tratta di un progetto con una finalità educativa oltre che di produzione”, sottolinea la coordinatrice che spiega come tutti gli ingredienti selezionati siano frutto di una ricerca approfondita e mirata alla qualità.

    Da Malaspina a Casa San Francesco: non solo biscotti

    Inizialmente il progetto è stato sostenuto da alcune istituzioni come la Fondazione San Zeno, l’Istituto Don Calabria e l’Associazione nazionale magistrati, tuttavia obiettivo sin da subito è stato assicurare la sostenibilità economica al laboratorio. Così, oltre ai biscotti, il gruppo di Cotti in Fragranza ha iniziato a proporre servizi di catering e altri prodotti da forno: “siamo riusciti, ormai un anno fa, ad aprire un secondo centro nel cuore di Palermo, nella struttura storica di un ex monastero benedettino, la Casa San Francesco”.

    Sia a  Malaspina che a Casa San Francesco possono trovare occupazione anche i giovani che sono stati parte del progetto e oggi sono usciti dal carcere. “Questo è un aspetto fondamentale – sottolinea Nadia Lodato – perché è importante proporre percorsi di formazione che diano competenze e dignità ai ragazzi che si trovano nell’istituto penitenziario, ma è altrettanto fondamentale trovare un modo per permettere loro di continuare a lavorare, una volta scontata la pena”.

    A Casa San Francesco si trova una cucina dove i ragazzi preparano e vendono cibo fresco su commissione e servono i cibi al C.A.S., centro di accoglienza straordinaria per migranti, che si trova nella stessa struttura, e per alcune persone senza fissa dimora con la collaborazione del Comune di Palermo.

    “Cotti in Fragranza – continua l’intervistata – è prezioso anche perché genera un incontro tra realtà ed etnie diverse. L’apertura verso l’altro è già un segno di riscatto. Sin dall’inizio, proponendo attività di giustizia riparativa, abbiamo stimolato i ragazzi a dedicare parte del loro tempo ad attività benefiche, dalla produzione di biscotti per ragazzi che si trovano in comunità fino alla formazione interna con i nuovi ragazzi detenuti. È un ulteriore tassello di un percorso di crescita, riscatto e restituzione di dignità per delle persone che hanno commesso degli errori, ma non sono ovviamente malvagie”.

    “Al Fresco”, un bistrot nel giardino e il sogno di un albergo

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    Dal laboratorio alla cucina fino ad arrivare al bistrot: è stato inaugurato nel mese di settembre “Al Fresco”, il bistrot gestito dai ragazzi di Cotti in Fragranza all’interno del giardino di Casa San Francesco. Un passo ulteriore verso la sostenibilità del progetto che vuole diventare punto di riferimento e occasione di lavoro per sempre più persone. “In totale sono stati 26 i ragazzi coinvolti in quattro anni, attualmente due sono assunti con contratto a tempo indeterminato, due a tempo determinato, tre stanno svolgendo un tirocinio, ma il sogno è coinvolgerne ancora di più”. Come? Nadia Lodato non ha dubbi: “stiamo lavorando per far sì che parte dell’ex monastero possa essere utilizzato come struttura ricettiva di accoglienza turistica”.

    La strada è ancora lunga, ma al gruppo di Cotti in Fragranza la determinazione non manca. Secondo la coordinatrice, il segreto è nell’unità del gruppo, che mette ciascuno dei partecipanti al centro del processo decisionale, ribaltando la prospettiva rispetto a quanto avviene nel carcere, ma anche nella prospettiva dell’impresa sociale. “È vero che abbiamo avviato un lavoro, – conclude Nadia Lodato – ma anche un nuovo progetto di vita per tutti”.

     

    Avete mai assaggiato i biscotti di Cotti in Fragranza?

     

    Foto credits: Luca Savettiere

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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