La Festa della vendemmia di Montmartre: l’evento più caratteristico dell’autunno parigino

Giulia Ubaldi
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    C’è un evento che a Parigi attira sempre più persone e segna anche un po’ l’inizio dell’autunno. È la festa della vendemmia (Fête des Vendanges de Montmartre), che dal 1934 si celebra ogni anno il secondo weekend di ottobre nel quartiere di Montmartre, dove si trova l’ultima vigna rimasta in città. Ebbene sì, perché a Parigi si produce ancora vino, anche se nel tempo questa produzione è cambiata (e diminuita) notevolmente. Oggi vi parleremo proprio di questo: dei vigneti parigini di ieri e di oggi, e della Fête des Vendanges, ovvero la festa della vendemmia.

    Festa della vendemmia di Montmartre: l’origine dei vigneti a Parigi 

    La produzione di vino a Parigi è talmente antica che ci sono tracce già a partire dal 360 a.C. In seguito, come è ovvio con il passare del tempo e degli anni e con i processi di urbanizzazione, la città ha preso sempre più terra e spazio alla campagna. Non da meno il duro colpo dato successivamente dalla fillossera che ha causato l’estinzione dei vitigni alla fine del XIX secolo. Ma per i cent’anni prima quella di Parigi e dintorni è stata una delle più grandi produzioni vitivinicole, di cui vi avevamo già parlato a proposito delle guinguettes

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    Fu intorno al XII secolo che le monache benedettine dell’abbazia di Montmartre piantarono le prime viti e diffusero la produzione di vino nel quartiere. Questa raggiunse la sua massima espansione nel corso del 1500, tant’è che la collina di Montmartre, chiamata la Butte de Montmartre, era ricoperta per tre quarti di viti ed era famosa ovunque per i suoi vigneti e per i suoi locali dove si andava a bere. Si saliva apposta da Parigi a divertirsi in collina, nei locali da ballo dove il vino costava poco, perché, non era soggetto al dazio cittadino. Oggi l’unica sopravvissuta di queste balere è Le Moulin de la Galette, quella che troviamo anche nel famoso quadro di Renoir che si chiama proprio “Bal du moulin de la Gallette”. 

    Il declino ha avuto inizio durante la Rivoluzione francese perché la posizione strategica della collina di Montmartre ha fatto sì che molti filari perissero in battaglia insieme ai cittadini parigini. In seguito, l’annessione di Montmartre al Comune di Parigi ha dato il colpo definitivo, insieme alla concorrenza dei vini di Borgogna e Bordeaux, che nel tempo hanno avuto la meglio sui vitigni parigini.  

    La rivincita di Montmartre

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    Fu nel 1933, su iniziativa della società Vieux Montmartre e del municipio dell’arrondissement 18, che venne ripresa una vigna di Gamay Beaujolais e Pinot Noir, con lo scopo di impedire un progetto immobiliare e preservare il terreno situato all’angolo tra rue des Saules e rue Saint-Vincent. Oggi quella vigna, il Clos Montmartre, rappresenta un prezioso spazio preservato dalla speculazione edilizia, di fianco al Museo di Montmartre e di fronte al cabaret Lapin Agile, entrambi da visitare assolutamente.

    I giardinieri di Parigi si prendono cura del Clos Montmartre con il Comité des Fêtes et d’Actions Sociales du 18e – COFAS – che si occupa della vinificazione, l’imbottigliamento nelle cantine del municipio dell’arrondissement e la commercializzazione della “Cuvée du Clos Montmartre”. Ogni anno vengono prodotte circa mille bottiglie di un rosato, il cui ricavato viene devoluto all’Associazione del 18° arrondissement che si occupa di varie opere sociali nel quartiere. 

     

    Il punto da cui si possono ammirare meglio questi vigneti è il Museo di Montmartre, al numero 12 della Rue Cortot. Fu allestito nel 1960 in uno dei palazzi più belli e più antichi del quartiere, gli stessi che ospitarono artisti come Auguste Renoir, Maurice Utrillo o la grandissima pittrice Suzanne Valadon, di cui qui potete visitare sia la casa che il vecchio atelier. Tutto il museo è dedicato alla storia della Butte e di Montmartre, con una collezione unica di quadri e locandine di Toulouse-Lautrec, Modigliani, Kupka, Steinlen, che vi trasporteranno in altri tempi, tra l’effervescenza artistica degli atelier e l’ambiente festivo dei cabarets, come il Moulin Rouge o il Lapin Agile, che vi troverete di fronte proprio all’uscita del museo. 

    Il favoloso mondo della Fête des vendanges: spirito bohémien e artisti di strada in un percorso del gusto

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    Dal 1934 –  quindi da ormai quasi novant’anni – si festeggia la presenza delle vigne nel quartiere con la Festa della vendemmia di Montmartre, possibile grazie alla mobilitazione di alcune personalità come Pierre Labric, sindaco del Libero Comune di Montmartre, o di Jean-Louis Forain, Francisque Poulbot e Adolphe Willette, fondatori della Repubblica di Montmartre, o di Victor Perrot, presidente della Société d’Histoire and Archeology “Le Vieux Montmartre”. 

    Nel 2023 la Fête des vendanges sarà dall’11 al 15 ottobre. Dopo la Nuit Blanche e Paris Plage, è diventata il terzo evento parigino in termini di presenze: secondo il comune di Parigi sono tra le 400mila e le 500mila le persone che vi partecipano ogni anno, e il numero non fa che aumentare con il tempo. 

    Nel 18° arrondissement sono tutti coinvolti: scuole, centri ricreativi, associazioni, commercianti, artigiani… Insomma, ognuno dà il suo contributo per rendere ogni anno questa festa unica e indimenticabile. Durante l’evento, vengono organizzate visite alle vigne e al museo, bande musicali, sfilate folkloristiche, balli popolari, spettacoli con artisti di strada e fuochi d’artificio, ma soprattutto è l’occasione per conoscere numerosi produttori di vino

    Infatti, all’arrivo si è soliti prendere un bicchiere vuoto da un banchetto all’ingresso, con cui è possibile poi a prezzi scontati fare un giro di degustazione e assaggiare i vini delle tantissime cantine presenti. Non da meno, le bancarelle che propongono cibo, anche perché dopo un po’ di bicchieri di vino bisognerà pur mettere qualcosa sotto i denti! Qui potrete trovare  davvero di tutto: taglieri di salumi e formaggi francesi, la maggior parte dall’Auvergne; pentoloni enormi di truffade, aligot, tartiflette e raclette; classici della cucina francese come la boeuf bourguignon o gli angoli dedicati alle crepes. Ma non solo: ci sono anche piatti da tutto il mondo, come la paella o il cous cous, che ormai è il più francese di tutti. 

    Vino e cibo non sono gli unici protagonisti della festa, tra gli appuntamenti in calendario ce n’è uno davvero curioso che vogliamo raccontarvi: il rito dei non-matrimoni.  Celebrato ancora oggi, prevede che  le coppie che lo desiderano si scambino la promessa di rimanere fidanzati per sempre, senza mai sposarsi. È anche un omaggio alla canzone di Georges Brassens che si chiama “La non-demande en mariage” dedicata alla sua compagna con cui infatti è stato non sposato per tutta la vita. 

    Non vi resta altro da fare che prendere un biglietto per Parigi e godervi la prossima edizione di questa splendida festa. 


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    Antropologa del cibo, è nata a Milano, dove vive e scrive per varie testate, tra cui La Cucina Italiana, Scatti di Gusto, Vanity Fair e le Guide Espresso. Il suo piatto preferito sono gli spaghetti alle vongole, perché per lei sono diventati un'idea platonica: "qualsiasi loro manifestazione nella realtà sarà sempre una pallida copia di quella nell'iperuranio". Nella sua cucina non mancano mai pistilli di zafferano, che prima coltivava!"

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