Fenomenologia di Benedetta Parodi

Adriana Angelieri

di Martino RagusaChi ripete che Benedetta Parodi è una cuoca mediocre, dimentica che Benedetta non è una cuoca ma un fenomeno social – mediatico – economico. Bersaglio delle invidie di quanti scrivono libri di cucina con un mutuo da pagare e devono mandare giù le 800.000 copie vendute di ‘Cotto e Mangiato’, si è mostrata professionista soprattutto nel saper reggere e sfruttare la popolarità che si è conquistata. Cosa volete che gliene freghi se continuiamo a storcere il muso davanti alle sue ricette, critichiamo la sua manualità, evidenziamo le zoppie della sua cultura gastronomica? E anche noi, criticando le ovvietà non approderemo mai a risposte inutili a spiegarcene il successo. Molto più utile analizzare il fenomeno mediatico che, al contrario, ci dice quanto Benedetta sia un prodotto editorial-televisivo di incredibile efficacia per la sua capacità di rassicurare una moltitudine di spettatrici-lettrici, almeno 800.000, incapaci di cucinare e perciò in seria difficoltà in un momento storico che ha promosso la cucina a valore. La Parodi è bellina ma con il sex appeal azzerato da un’aria di eterna adolescente. E questo piace alle sue telespettatrici. è una borghese ricca ma non lo fa pesare, parla continuamente di sè, ma con toni minimalisti. Parla della sua settimana bianca, ma non va proprio a Cortina, va a mare ma non proprio sulla Costa Smeralda, ha le cameriere ma poche, ha i brillanti ma di qualche carato sotto la soglia dell’invidia irreversibile. è molto innamorata di un marito non bello (e quindi impossibile da invidiare) ed è anche madre di tre figli. La partenza è ottima. Benedetta si rivolge alla ‘donna che corre tutto il giorno’, desiderosa di imparare a preparare in poco tempo un vero pranzo diverso dalla fettina e dai bastoncini di pesce. Altro colpo di genio, usa i surgelati, i dadi da brodo e i cibi in scatola, tutti strumenti di assoluzione per le donne che lo fanno e si sentono in colpa. E poi ha una manualità goffa, usa pericolosamente i coltelli, rovescia la frittata mentre la gira e si scotta volentieri. Infine, il lessico-base e le chiacchiere da pianerottolo con tanti tranquillizzanti luoghi comuni. E poi le paroline. Se per esempio, mostra come si fa una minestrina per bambini, lei ci mette il ‘prezzemolino’ e il ‘parmigianino’. Minimalismo, cucina mediocre, un po’ di imbranataggine, moltissime ricette, nessuna cultura gastronomica, tanta melassa, famigliola idealizzata, riprese nella cucina di casa sua anche questa dimessa e a prova di invidia, sfoglie pronte e surgelati. Questo, in sintesi, il probabile identikit di una superstar dei fornelli secondo la tv italiana.

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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