Dove mangiare a Grottammare, il “paese dell’Arancio”

Giulia Ubaldi
3 minuti

     

    Di tutte le cittadine della costa marchigiana, ce n’è una che ci piace particolarmente perché ha conservato una bellissima parte storica arroccata in alto. È Grottammare, lo splendido borgo in provincia di Ascoli Piceno, noto per essere il paese dell’arancio perché questo frutto è diffusissimo e molto amato. Oggi vi parleremo della sua cucina, dei suoi piatti e di alcuni posti dove mangiare. 

    Benvenuti a Grottammare, paese dell’arancio biondo del Piceno

    Credits @Giulia Ubaldi Cossutta

    Grottammare è una città dalle origini antichissime, di cui ci sono tracce già nel Neolitico. Come abbiamo anticipato, è conosciuto per essere il paese dell’arancio – che infatti è presente nello stemma comunale, così come c’è il Teatro Dell’Arancio in onore della pianta posta al centro della piazza antistante. Le coltivazioni di questo frutto, in particolare della varietà Bionda del Piceno, risalgono al XIV secolo, quando furono i marinai siciliani a portarlo qui per la prima volta. Per un periodo la produzione di arance (o di mel’aranci, altro suo appellativo) non ha fatto che fiorire, complice il clima perfetto che ha trovato. Ma in seguito i frutti hanno iniziato a diminuire fino a restarne pochi esemplari, principalmente per due motivi: la diffusione di arance siciliane e calabresi a buon mercato, e le troppe gelate invernali che hanno ucciso gli alberi da Massignano a San Benedetto. 

    Oggi grazie ad alcune associazioni, i melaranci stanno tornando a popolare il litorale piceno, per altro senza fare nessuna concorrenza a quelli siciliani o calabresi. Pur essendo originari della Sicilia, infatti, questi aranci “risentono” degli anni passati nel Piceno dove, essendoci meno sole e meno caldo, danno frutti più aspri, apprezzati dall’industria alimentare per il più alto contenuto di vitamina C rispetto a quelli più dolci del sud. L’ideale da accostare ad altri gusti e preparazioni, come ad esempio le marinature – che peraltro sono molto frequenti nella cucina locale.

    Le “quattro parti” di Grottammare 

    Possiamo dire che oggi Grottammare risulta divisa in quattro parti, tant’è che anche i locali di cui vi parleremo sono sparsi tra queste quattro zone: 

    • il borgo antico, cioè il centro storico arroccato su in alto dove le mura fortificate risalgono al XVI secolo. Non sono più in molti ad abitare più in questa parte della città, poiché la maggior parte della gente preferisce stare nella parte nuova e bassa, ritenuta più “comoda”.  
    • C’è poi l’entroterra di Grottammare, le sue campagne, dove si trova anche il convento dei frati (con un meraviglioso giardino pieno di aranci e ulivi), in questo momento in ristrutturazione. Qui, tra campi di lavanda, anice e mais, gli uliveti di Oliva Ascolana del Piceno DOP (vi ricordate il nostro viaggio tra le varietà di cultivar di Olio extravergine di oliva italiano?) e i vigneti di Pecorino e Passerina, dominano più che altro gli agriturismi, come i due di cui vi parleremo. 
    • Scendiamo verso il mare, dove si trova la parte bassa e più nuova della cittadina, il suo centro propulsore, dove avviene la maggior parte della vita sociale, dove abitano quasi tutti i grottammaresi e dove si trovano molti negozi e locali, in particolare nelle vie che si diramano dalla piazza centrale, secondo un impianto urbanistico in stile romano. L’espansione verso la zona costiera iniziò nel XVIII secolo, e raggiunse il suo culmine nelle strutture sulla costa. 
    • La costa di Grottammare fa parte di quella che viene chiamata la Riviera delle Palme, che va da Cupra Marittima alla foce del Tronto, a San Benedetto. Tutta la riviera è costeggiata dalla Ciclovia Adriatica, un itinerario cicloturistico a picco sul mare, che parte da Trieste e arriva fino in Puglia, attraversando ben 7 regioni, per una lunghezza totale di 1300 km. Qui dominano gli chalet, così come si chiamano i bagni, che si susseguono infiniti uno dopo l’altro, dando a questa zona una classica atmosfera da vacanza italiana, per un vero tuffo negli anni Settanta. 

    Ma che cosa si mangia qui? 

    Che cosa si mangia a Grottammare  

    Prima di svelarvi quali sono i locali che abbiamo preferito a Grottammare, sarà bene presentarvi un po’ le specialità da provare, tenendo presente che si tratta per lo più di una cucina di mare, a base del pescato locale e del giorno. Ad esempio, a non mancare mai sono gli spaghetti alle vongole, le poveracce dell’Adriatico, ma vediamo un po’ più nello specifico i piatti da provare. 

    Credits @Giulia Ubaldi Cossutta

    1. Siamo pur sempre nella patria delle olive ascolane, di cui vi avevamo già spiegato come si prepara il ripieno di carne. A Grottammare le troviamo nella versione marittima, ovvero le olive di pesce, con un ripieno ogni volta variabile a seconda delle disponibilità. Nell’entroterra rabbrividiscono all’idea di questa declinazione… Ma noi vi consigliamo comunque di provarle!
    2. Grottammare si trova molto vicino ad un altro paese delizioso, Campofilone, patria dei Maccheroncini. Si tratta di una pasta all’uovo lunga, come quasi sempre in tutte le Marche, che si caratterizza per essere estremamente fine (la sfoglia va dagli 0,3 millimetri ai 7 e il taglio da 0,8 a 1,2 mm). Sono da provare con vari sughi, non solo di carne ma anche di pesce! 
    3. Altra istituzione di cui vi avevamo abbondantemente parlato è il brodetto marchigiano, che si trova in versioni differenti da un paese all’altro, come la presenza dei pesci, dell’aceto, dei pomodorini, dei peperoni, della salsa di pomodoro, dello zafferano e così via. Divertitevi a provarne il più possibile e a trovare le differenze!  
    4. A non mancare davvero mai, anche se siamo sul mare, sono taglieri di formaggi, prosciutti e salumi. Dal noto ciauscolo, orgoglio marchigiano, fino a tutti i prodotti caseari che vengono fatti proprio nelle campagne intorno a Grottammare. 
    5. Nelle Marche non si mangia senza vino! In particolare d’estate vi consigliamo i due bianchi per eccellenza del territorio: il Pecorino e la Passerina. Purtroppo, sulla costa vengono ancora proposte le cantine più grandi e commerciali; per questo nella nostra selezione di locali abbiamo privilegiato chi ha fatto un po’ di ricerca su cantine più piccole, che lavorano molto bene, come ad esempio Clara Marcelli o Pantaleone.  

    Le nostra selezione di 10 locali dove mangiare a Grottammare

    Veniamo ora dunque alla nostra piccola guida, una selezione che vi presenteremo seguendo le quattro parti in cui è divisa Grottammare, in modo che in qualsiasi zona vi troverete, sappiate dove andare a mangiare. 

    Osteria dell’Arancio

    Iniziamo dal centro storico, in particolare dalla piazza centrale dove si trova anche il Teatro Dell’Arancio. Forse non c’è posizione più bella di questa osteria, che ha mantenuto le insegne storiche e i vecchi tavolini di legno sparsi per tutta la piazza. La cucina è estremamente attenta alla scelta delle materie prime: vitellone solo marchigiano, maialino della Marca, anice locale, verdure dei campi, patate rosse di Colfiorito e così i taglieri di salumi e formaggi. Le olive ascolane sono presenti sia nella versione di mare che di terra, ma il piatto che vi consigliamo in assoluto di assaggiare sono i Maccheroncini di Campofilone con il ragù bianco e liquore Varnelli, preparati secondo un’antica ricetta. Una delizia indimenticabile! 

    Borgo Antico

    Sotto la piazza centrale, c’è una terrazza a picco sul mare dove si trova questo ristorante. L’ambiente è chic, i prezzi anche e la cucina è innovativa e rivisitata, tant’è che è diventato il luogo dove i grottammaresi vengono per le occasioni speciali. C’è ancora un po’ di lavoro da fare sulla ricerca dei vini, ma sicuramente vale la pena soprattutto per i primi, i dolci… e la vista! In particolare abbiamo amato il pacchero verde con fave, carciofi, piselli e pancetta.  

    Kalamari

    Credits @Giulia Ubaldi Cossutta

    All’ingresso del centro storico, si incontra questo splendido ristorante che vi accoglie con una porta circondata di fiori. Qui si fa principalmente cucina di pesce, non solo locale (trovate infatti anche le ostriche), con un tocco sempre raffinato. Ad esempio il brodetto non è presentato nel grande pentolone tradizionale, ma proposto in una versione più piccola ed elegante, anche monoporzione. Il resto dei piatti sono uno più buono dell’altro, dall’insalata di mare all’orzo con sugo di pesce o al polpo con verdure.

    Il Topicco – Ristorante Agricolo 

    Non troppo lontano dal paese e dal mare (che infatti da qui si scorge), all’inizio della strada verso la campagna, ecco un agriturismo meraviglioso, aperto da qualche anno da due milanesi. L’appellativo di “ristorante agricolo”, deriva dal fatto che la maggior parte delle materie prime utilizzate vengono coltivate o prodotte da loro, come ad esempio i formaggi. I piatti partono quindi sì dal locale, ma hanno un’impronta sempre originale, come gli spaghetti con cavolo nero e dashi di muggine; il pho (tipico brodo vietnamita) alla marchigiana; o ancora, la calamarata con il loro pecorino e la trippa di rane pescatrice, in una commistione continua tra terra e mare. Nel periodo estivo sono aperti solo da mercoledì a domenica e il menù è sempre fisso e alla cieca… Dunque non vi resta che fidarvi e lasciarvi stupire!  

    Cantina Sant’Agustino 

    Attenzione perché questa è una vera e propria chiesa! La Cantina di Sant’Agustino, infatti, è stata attiva come convento fino al 1691: dal 2019 è diventata un’osteria, e 12 anni fa è nata l’Associazione Culturale Cantine di Sant’Agustino con lo scopo di riprendere e ridare vita ad alcuni locali storici del territorio. 

    Credits @Giulia Ubaldi Cossutta

    Il nome deriva da un affresco del 1500 che è stato ritrovato su una parete del locale, che insieme ad altre due chiese di Grottammare, San Pio e Santa Lucia, fa parte della stessa struttura parrocchiale. In particolare è stato don Giorgio, il parroco, a ideare il progetto di recupero dei locali e a farsi promotore delle varie attività tra cui la cucina, anche se oggi sono una decina di soci a gestire l’osteria. La cucina prevede sempre un menù fisso nel rispetto della stagionalità, tanto della terra, quanto del mare: in particolare tengono molto all’utilizzo dei pesci meno noti, ritenuti erroneamente poveri e poco consumati, come ad esempio la minestra di buatti e di busbane, due pesci bianchi di scoglio molto diffusi nell’Adriatico. Lo stesso vale per il brodetto, dove qui ne troviamo una delle versioni migliori e più autentiche in assoluto: con pesci variabili a seconda della disponibilità, tanto aceto di vino bianco, pomodori verdi e peperoni del loro orto che si trova nel giardino dell’osteria.

    Agriturismo a Casa da Angelo

    Splendida struttura in piena campagna, a 6 chilometri dal centro storico, nella contrada San Giacomo, dove vale assolutamente la pena andare. Aperto da 25 anni, continua ad essere il punto di riferimento per chi cerca una cucina tradizionale (e un po’ di pace dalla folla sulla costa), con i classici marchigiani e un menù degustazione che cambia ogni stagione, ma che prevede sempre una lunga serie di antipasti, pasta fresca fatta in casa da loro e un secondo di carne. Qui si può anche dormire, cosa che vi consigliamo vivamente per godere dell’immensa bellezza del Piceno, che si esprime soprattutto nel suo entroterra. 

    Mirtillo Viola

    Scendiamo verso la parte bassa di Grottammare dove, tra i vari locali e negozi, merita in assoluto una tappa questa bottega con cucina. Qui Luca, il proprietario, vende principalmente prodotti biologici e organizza gli “Aperibio” con vini del Piceno. Sempre presente è quello della cantina San Filippo, insieme a piatti del giorno preparati da lui, sia di carne che vegani. Non da meno è l’arredamento: tavoli e mobili di antiquariato, quadri, libri e colori ovunque lo rendono davvero inconfondibile e unico, con un tocco vintage! 

    Osteria Infinito

    L’osteria si differenzia dalla trattoria perché mentre la prima nasce come luogo in cui si dà più importanza al vino rispetto al cibo, nella seconda avviene il contrario. Ecco: Emidio, il proprietario, è un vero e proprio oste nel senso più vero e antico della parola. Nella sua osteria al centro della piazza di Grottammare bassa, si parte sempre dalla scelta del vino, di cui propone una vastissima cantina locale con tutto il meglio che il Piceno ha da offrire; anzi, spesso molti scoprono nuovi vini proprio grazie a lui. Ma non c’è solo territorio: l’Osteria Infinito è anche il luogo dove assaggiare etichette che vengono dal Friuli così come dalla Francia. Insomma, se siete degli amanti del buon bere, questo è il posto che fa per voi. Lo stesso lavoro di ricerca, però, Emidio lo fa anche per i prodotti che propone in abbinamento alle bevande e per gli sfizi in cucina che, se deciderete di affidarvi al suo percorso gastronomico, continuano ad arrivare per l’intera serata. Insomma, un’altra tappa immancabile del vostro viaggio a Grottammare! 

    L’ancora 

    Credits @L’Ancora

    Arriviamo infine in riva al mare dove, come anticipato, la costa è un susseguirsi di un’infinità di chalet, per cui scegliere è davvero difficile. Proveremo a citarvene alcuni tra quelli che abbiamo scoperto, certi di tralasciarne molti altri. L’Ancora è uno di quelli che merita assolutamente una visita: un elegante ristorante con una cucina di mare veramente ben fatta, a partire da una materia prima eccezionale. Perfetti gli spaghettoni alle vongole, ma qualsiasi altra scelta non vi deluderà.

    Locanda di Anna

    Concludiamo con questo chalet, che ci ha particolarmente colpito per aver mantenuto una struttura tradizionale in legno e una cucina di mare estremamente fresca e casalinga. Ci sono calamari ripieni, parmigiana di pesce, pasta e grigliate col pescato del giorno. Il tutto in un ambiente estremamente piacevole e familiare; e se volete restare in famiglia, hanno anche un b&b su a Grottammare alta, la Torretta sul borgo. Sarà l’occasione per visitare il centro storico, che purtroppo ancora spesso molti dimenticano una volta arrivati in vacanza sulla costa.  

    Allora, vi abbiamo fatto venire voglia di andare alla scoperta di Grottammare, e della sua cucina? 


    Immagine in evidenza di: FilippoPH/shutterstock.com

     

    Antropologa del cibo, è nata a Milano, dove vive e scrive per varie testate, tra cui La Cucina Italiana, Scatti di Gusto, Vanity Fair e le Guide Espresso. Il suo piatto preferito sono gli spaghetti alle vongole, perché per lei sono diventati un'idea platonica: "qualsiasi loro manifestazione nella realtà sarà sempre una pallida copia di quella nell'iperuranio". Nella sua cucina non mancano mai pistilli di zafferano, che prima coltivava!"

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