Si parla tanto di biodiversità della terra, ma ancora troppo poco di quella del mare. Così, della varietà che mari e oceani ci offrono, si tende ancora a mangiare troppo spesso gli stessi pesci, quali orate e branzini, e a lasciare “sommerso” tutto un altro mondo di pesci poco noti, che vengono persino ributtati in mare perché invenduti. Spesso, infatti, non li mangiamo solo perché non li conosciamo, o perché magari hanno troppe lische e, quindi, essendo più difficili da pulire, nel tempo sono stati dimenticati; ma non hanno nulla in meno di altri, anzi!
Proprio l’8 giugno si festeggia il World Oceans Day, per riflettere sul futuro degli oceani e promuovere la pesca sostenibile e stagionale. Per questo è importante il lavoro che alcuni chef stanno facendo su questo fronte, cercando di proporre nei loro ristoranti piatti con pesci diversi dal solito. Questo lavoro di ricerca è stato fatto anche con la collaborazione di alcuni ragazzi dell’area cuochi di una scuola di Grumello del Monte, in provincia di Bergamo, in particolare delle classi seconde e terze, per cercare di sensibilizzare i più giovani su questo tema di primaria importanza.
In questo articolo, allora, abbiamo pensato di portarvi alla scoperta di 50 pesci sconosciuti che probabilmente non avete mai sentito (e mangiato). Buona lettura!
Crostacei, molluschi e pesci sconosciuti: 50 tra le specie “povere” da riscoprire
Per agevolare la conoscenza di ogni pesce, verrà citato anche il nome latino che lo rende così inconfondibile e distinguibile dagli altri, visto che come saprete spesso lo stesso pesce viene chiamato in modo diverso. Tra questi, sono presenti anche crostacei e molluschi (e altro!), per cui abbia deciso di inserirli semplicemente sotto la categoria più generica di “prodotti ittici”.
1. Agone (Alosa agone)
L’Agone è un pesce d’acqua dolce, molto diffuso nei laghi lombardi. Sul lago di Como sono noti come Missoltini: vengono pescati, salati ed essiccati al sole e per questo procedimento oggi sono anche Presidio Slow Food. Simile è quello che succede anche sul Lago d’Iseo, dove l’Agone prende il nome di Sardina essiccata tradizionale del lago d’Iseo, altro Presidio Slow Food; ve ne avevamo già parlato a proposito dell’unico pescatore rimasto sulla sponda bergamasca. In ogni caso, l’abbinamento con la polenta è ottimo!
2. Aguglia (Belone Belone)
L’Aguglia si trova nel Mediterraneo e nell’oceano Atlantico orientale. È un pesce dalla forma allungata ricoperta di scaglie, molto rapido negli spostamenti, pescato a pochi metri dalla riva durante tutto l’anno. Pur costando poco ed essendo presente in abbondanza nelle nostre acque, non si trova tanto in giro perché il gusto molto forte di questo pesce non piace a tutti, tant’è che spesso, purtroppo, dopo essere stato pescato viene rigettato in mare. È ottimo come antipasto, o in un sugo per la pasta.
3. Alletterato (Euthynnus alletteratus)
Come suggerisce il nome d’origine, appartiene alla famiglia delle Scombridae e dei tonni, ma si distingue per i tratti caratteristici sul dorso e per il metro di lunghezza (e i 15 kg di peso). Si trova nel Mar Mediterraneo ma anche nell’oceano Atlantico (dal Brasile al Golfo di Guascogna in Africa), dove si nutre soprattutto di pesci e cefalopodi (i suoi preferiti); la sua riproduzione avviene tra primavera e inizio estate. È importante sapere che non si può commercializzare come tonno ma come palamita. In cucina è perfetto crudo, al forno, o scottato in padella con scorza di limone oppure, olive verdi, pomodori e capperi, un classico siciliano.
4. Boga (Boops boops)
La Boga è un pesce osseo, molto diffuso nell’Atlantico orientale (in particolare nel golfo di Biscaglia), nel Mar Mediterraneo e nel Mar Nero. Si tratta di una specie ermafrodita, cioè gli individui giovani sono femmine, ma invecchiando diventano maschi (anche se non tutti gli esemplari di questa specie lo fanno). Essendo un pesce dal sapore molto delicato, va preparato in ricette semplici, come ad esempio al forno con olio e limone, o grigliato, in carpione, marinato, fritto. Insomma, altro che pesce povero!
5. Bottatrice (Lota lota)
La Bottatrice è un pesce che solitamente vive in laghi a grandi profondità, ma si spinge anche in fiumi a quote elevate (1900 metri). Essendo un’amante delle acque fredde, durante il periodo invernale è più attivo rispetto al resto dell’anno. Si trova spesso nei laghi lombardi, ma non altrettanto a tavola: secondo voi perché?
6. Carpione (Salmo Carpio)
Da non confondere con la tecnica di marinatura, Carpione (Salmo Carpio) è anche un pesce, che fa parte della famiglia dei Salmonidi. Il suo habitat è il Lago di Garda, dove si trova nei fondali a circa 250/300 metri di profondità e si ciba di plancton, invertebrati e piccoli pesci. L’aspetto ricorda quello della trota ma più panciuto, con un dorso grigio argentato o bruno, sfumature verdi e piccole macchie nere sui fianchi. È poco diffuso, ma la sua carne è squisita, anche semplicemente con basilico, olio e limone; meglio se accompagnato da polenta fritta.
7. Centrolofo (Schedophilus ovalis)
Se oggi è questo pesce è ancora tra noi in cucina, è soprattutto grazie a grandissimi chef Luca Pappalardo, della Trattoria Pane e Panelle di Bologna, nonché autore di quel capolavoro di libro che è Pesci diversi, un testo audace, coraggioso, irriverente. Luca, che cerca sempre di far scoprire ai suoi clienti l’importanza di portare a tavola pesci sottovalutati o sconosciuti, lo propone accompagnato da una salsa di peperoni rossi e usa la sua testa per preparare il brodo. Questo, infatti, è un altro aspetto fondamentale: cercare di utilizzare tutto il pesce, riducendo al massimo gli scarti. Il centrolofo si trova a grandi profondità nel mare Mediterraneo e nel mar Atlantico, tra Portogallo e Sudafrica, dove è poco richiesto molto probabilmente a causa del suo aspetto poco invitante. Peccato, perché è davvero squisito!
8. Cicerello (Gymnammodytes cicerelus)
Il Cicerello vive nel mar Mediterraneo e nel Mar Nero, dove predilige i fondali sabbiosi a bassa profondità. Ha un corpo allungato e un colore brunastro sul dorso, argentato ai fianchi e bianco sul ventre. Si pesca da novembre a marzo, con reti a strascico e in cucina viene utilizzato quasi unicamente per le fritture, ma è ottimo anche marinato.
9. Costardella (Scomberesox Saurus)
Questo pesce azzurro si trova dall’Atlantico alla Manica, fino al Mediterraneo, dove è molto diffuso, soprattutto nello stretto di Messina. Anche la Costardella raggiunge l’apice del piacere fritta.
10. Eglefino (Melanogrammus aeglefinus)
Molto simile al merluzzo (per questo molto magro e dietetico), ha un corpo più alto, occhi più grandi e un colore argentato, tendente all’olivastro sul dorso. Diffuso nell’Atlantico settentrionale, lungo le coste del Canada e dei Paesi vicini, si mangia tutto l’anno, perfetto disteso su una julienne di verdure.
11. Fanfano o Pesce Pilota (Naucretes Ductor)
Prende il nome dal fatto che questo pesce ha l’abitudine di precedere pesci grossi come lo squalo e di accompagnare le navi: infatti, anche in latino vuol dire “conduttore di imbarcazioni o navi”. Si pesca da giugno a settembre praticamente ovunque e si trova spesso nella cucina siciliana: c’è un piatto che si chiama il pilota ubriaco, lo conoscete?
12. Fasolaro (Callista chione)
Per uno spaghetto alle vongole ad hoc, provate a utilizzare i fasolari, che sono simili molluschi bivalve, ma più grosse, più lisce e pure più buone. Hanno un colore marrone rosato, si trovano nei fondali sabbiosi delle isole britanniche e nel Mediterraneo durante tutto l’anno.
13. Figatello o lattume (o meglio, sperma di tonno)
Non si tratta di un pesce, ma ebbene sì, avete letto bene: si tratta dello sperma del tonno, che si ottiene lavorando la sacca del liquido seminale dei maschi di tonno o di ricciola. È un alimento tipico siciliano, ed è l’equivalente maschile della bottarga. Infatti, come questa, è perfetto per condire la pasta: tagliato a cubetti, con un soffritto di aglio, olio, peperoncino e vino bianco. Ancora una volta è lo chef Luca Pappalardo a farsi suo portavoce in cucina. Come figatello, è stato ufficialmente riconosciuto e inserito nella lista P.A.T. (prodotti agroalimentari tradizionali italiani).
14. Garusoli (Bolinus brandaris) o lumache di mare
Anche i garusoli, ormai noti come lumache di mare, sono molluschi che si trovano durante tutto l’anno quasi ovunque, soprattutto in Veneto. Si tratta di conchiglie di 7 centimetri, con prolungamenti spinosi e una forma rigonfia da una parte, mentre nell’altra lunga e dritta. Il guscio è ruvido e con piccole spirali irregolari, con una colorazione esterna che varia dal giallo al bruno. Sono perfetti anche semplici, solo con aglio olio e prezzemolo.
15. Ghiozzo paganello o buatto (Gobius paganellus)
Il ghiozzo paganello è un piccolo pesce molto diffuso nei nostri mari, conosciuto anche come buatto. Ritenuto un pesce povero, compare raramente nelle pescherie e per lo più finisce nelle fritture miste di paranza. Sorprendente è invece il suo utilizzo nel poco noto brodo di buatti, un piatto della tradizione locale marchigiana e abruzzese, ormai rintracciabile solo in qualche vecchio ricettario. Solo in quel luogo magico che è la Cantina di Sant’Agustino di Grottammare a volte lo ripropongono – in linea con la passione per il territorio e in accordanza con la sua stagionalità di fine maggio – in questa minestra con pallottine di pesce: un piatto leggero, gustoso e semplice e di certo non banale!
16. Grongo (Conger conger)
Il Grongo si trova in vari posti: dalla Norvegia al Senegal, fino al Mar Nero occidentale e al Mediterraneo, dove si pesca ad agosto. Il corpo è simile all’anguilla, mentre il comportamento è quello di una murena. Provatelo in umido!
17. Lampuga (Coryphana hippurus)
Sulla Lampuga lasciamo la parola a un altro grandissimo chef come Fabio Tammaro dell’Officina dei Sapori di Verona, specializzato nei pesci, soprattutto in quelli poco noti. “La Lampuga è un pesce azzurro di superficie, di origini tropicali, giunto nel Mediterraneo solo nell’ultimo secolo. La stagionalità del pesce cambia a seconda dei mari; viene pescata ricreando delle zone d’ombra spesso con foglie di palma, sotto le quali si ripara. Questo pesce è privo di squame, e ha una carne delicata indicata per lavorazioni crude, quali cartocci, tartare, sashimi o cotture veloci (che lascino morbido il cuore); è ideale con abbinamento a base acida quali pomodoro, agrumi, lemongrass e uva acerba. Infine, la carne sopra la testa è la sua particolarità è la carne sopra la testa”.
18. Lanzardo (Scomber collias)
Altro pesce azzurro degli Sgombridi, si cattura di notte con reti e un raduno di luci proiettate dalle barche sulla superficie del mare, principalmente in primavera ed estate. Ottimo alla griglia in abbinamento con qualche verdura.
19. Latterino (Atherina boyeri)
Piccolo pesce sia d’acqua dolce che marina della famiglia Atherinidae, si nutre di plancton, piccoli crostacei, vermi e molluschi. Si pesca canna fissa e in cucina è perfetto fritto! Esiste anche un parente simile, il latterino sardaro.
20. Leccia (Latinolichia amia)
La Leccia è presente in tutto il Mediterraneo, dove si pesca tra primavera e estate, quando si avvicina alle coste per riprodursi. Una delle ricette più comuni è al cartoccio con carciofi.
21. Merlano (Merlaglus)
Il Merlano è un pesce fantastico, che purtroppo però mi è capitato spesso che mi abbiano regalato al mercato perché rimasti invenduto. Presente quasi tutto l’anno dall’Oceano Atlantico all’Adriatico, di solito viene cotto al forno con patate, carote, pomodorini, ma è ottimo anche in un sugo per la pasta.
22. Molo (Merlangius merlangus)
Lo si riconosce per quella sua macchia nera alla base di ogni pinna. Vive in fondali sabbiosi e fangosi, dove può stare fino a 100 metri di profondità, e si ciba di gamberetti e piccoli pesci. La carne è bianca e saporita, simile a quella del nasello. Per questo si presta a tre cotture: alla brace, al forno, o impanato e fritto, con altri pesci quali triglie, sardoncini e zanchetti.
23. Molva (Molva molva)
Diffuso più nell’Oceano e nei mari del Nord, in profondità e lontano dalle coste, è raro trovarlo nel Mediterraneo. Ha una forma allungata, che può arrivare fino a due metri, con un peso di 45 kg. Vive al massimo 25 anni, è un carnivoro e si nutre di pesci piatti, crostacei e stelle marine. Da provare al forno, al sale, o “alla polacca” con patate e verdure.
24. Murena (Murena helena)
Presente nei mari tropicali e temperati caldi, in bassa profondità, ha una forma simile a quella di un serpente, che può raggiungere anche i tre metri, con denti lunghi e appuntiti come un cane. Si mangia fritta, ma anche piccante.
25. Mormora (Lithognathus mormyrus)
È un pesce che vive fino a 12 anni: quando è giovane tende a formare piccoli branchi, mentre da adulto si isola. È comune nei mari italiani, nelle isole dell’oceano Atlantico orientale, nel Mar Nero, nell’oceano Indiano occidentale e nel Mar Rosso. Come l’orata è un “ermafrodita proterandrico”: nasce maschio per poi subire un’inversione di sesso trasformarsi quindi in femmina. Avendo una carne eccellente, è particolarmente indicata la semplice cottura alla griglia, in modo sentire al massimo il suo sapore.
26. Mostella (Phycis phycis)
Poco presente sul mercato, è simile al merluzzo, con carni delicate ma saporite. È un cacciatore notturno, si ciba di altri piccoli pesci e crostacei, vive sul fondale sabbioso e roccioso in profondità tra i 100 m scrivi 200 m. La sua dimensione di circa 60 cm. Si pesca nel Mediterraneo e nell’Atlantico, ad amo o con rete. La mostella è ottima al forno, con una nota dolce e acida di cipolle e pomodori.
27. Muggine (Cephalus)
Conosciuta per la produzione di bottarga a partire dalle sue uova, in pochi sanno che della muggine si possono consumare anche le sue carni (deliziose!). Pesce dal corpo allungato, ricoperto di squame, con una testa larga e piatta, ama il caldo e viene pescato con canna e lenza. Nei ristoranti si trova quasi sempre all’acqua pazza o all’arancia.
28. Percebes (Pollicipes pollicipes)
I Percebes sono più difficili da mangiare che da conoscere! Crostacei dall’aspetto strano e poco invitante, sono in realtà una vera e propria delizia, che inizia a farsi strada soprattutto nell’alta ristorazione (visto il prezzo, intorno a cento euro al chilo). In Italia, dove non si trovano, vengono chiamati Peduncolati, e si pescano nell’oceano Atlantico, in particolare in Galizia, Portogallo e Marocco. Il percebeiro, pescatore di Percebes, si cala con una fune nelle correnti e con un coltello li stacca dallo scoglio uno a uno. Si mangiano poi sbollentati per pochi secondi e generalmente serviti con una fetta di limone.
29. Occhiata (Oblada melanura)
L’Occhiata forse è uno dei pesci più conosciuti. Molto diffuso sia nel Mediterraneo che nell’Atlantico, essendo molto saporito, si presta a moltissime ricette: alla griglia, al forno, al sale o anche per sughi.
30. Padella (Mytilus Galloprpvincialis)
La Padella è un mollusco molto raro, che si trova più nell’Oceano Pacifico e nel Mar Nero. Per questo, uno dei giovani cuochi David Cavaliere, originario di Amalfi ci racconta: “nella mia terra d’origine, Amalfi, c’è un luogo chiamato Santa Croce, dove la raccolta di questi molluschi è vietata per proteggerli, non danneggiare la loro vita ed evitare l’estinzione”. In cucina, si usano spesso per preparare paste al pomodoro o ai frutti di mare.
31. Pesce castagna (Brama brama)
Il pesce castagna, di origine norvegese, nel tempo è stato utilizzato sempre meno, forse a causa della presenza di numerose spine. Chi però avrà la pazienza di pulirlo, sarà ripagato a tavola, che sia alla griglia, al forno o al sugo.
32. Pesce lucertola (Synodus saurus)
Il nome deriva dalla sua forma, che ricorda appunto quella della lucertola. Si trova soprattutto durante l’estate, nel Mediterraneo e nell’Atlantico, ma essendo poco conosciuto raramente compare in tavola. Provatelo fritto o in un sugo di pomodoro!
33. Pesce re (Lampris Guttatus) o Opah
Molto bello da vedere per i suoi colori e molto buono da mangiare per i suoi sapori, questo pesce si trova ovunque, anche se nel Mediterraneo è più raro (per questo anche tutelato). Viene ricercato poco in cucina solo perchè non si conosce, ma una volta provato non si torna più indietro. Pregiato e saporito, è perfetto al forno con pomodorini, pinoli e olive.
34. Pesce temolo (Thymallus Thymallus)
Vive nei fiumi freddi, da Russia, Scozia e Scandinavia a Francia, Spagna e Italia. Anche il Temolo è un pesce pregiato e sempre più difficile da trovare a causa dell’inquinamento che ne ha lasciati pochi esemplari. Avendo un sapore più delicato, il consiglio è di valorizzarlo in una ricetta semplice con sale, pepe, olio e limone e scottato in padella.
35. Pigo (Rutilus pigus)
Questo pesce si trova in fiumi e laghi lombardi, soprattutto nella Pianura Padana. Nel tempo il Pigo, che quando si prova piace praticamente a tutti, è caduto nel dimenticatoio a causa della presenza di molte lische, come abbiamo visto anche per tanti altri pesci. Andate un giorno sul Lago di Como e provate la pizzuola, il piatto tipico a base di questi pesci essiccati e salati.
36. Potassolo o melù (Micromesistius poutassou)
Il potassolo o melù è un pesce molto comune sulle coste italiane. A Porto Ercole, sull’Argentario, in Toscana, dove viene chiamato “fica maschia”, c’è una festa in suo onore, dove viene cucinato in umido con molte spezie. Simile al nasello ma con una lunghezza massima di 50 cm, viene utilizzato anche per la produzione di farina di pesce.
37. Razza (Raja clavata)
Uno dei pesci più sottovalutati che ci sia è la razza, e Franca Feola, esperta cuoca cilentana di cui vi avevamo già parlato a proposito di dove mangiare in Cilento, è una di quelle che più di tutti l’ha rivalutato. “Appena lo trovo, lo preparo alla mia locanda di Casal Velino, per quel suo gusto un po’ dolce, unico e particolare; poi non ha neanche le spine essendo un pesce cartilagineo; ci sono tantissime varietà diverse di razza in Italia, soprattutto al Sud”.
38. Salpa (Sarpa salpa)
La Salpa, pesce erbivoro che si nutre solo di alghe, è presente sia nel Mediterraneo, che nell’Atlantico, di solito in superficie e vicino alle coste. In cucina non è molto usato poiché le sue carni godono erroneamente di cattiva fama: non sono ritenute molto pregiate, hanno molte lische e vengono classificate sempre come “pesce povero”. In realtà, sono tutt’altro che poveri, soprattutto di gusto: provateli, ad esempio cotto al vapore, al forno, al cartoccio o con varie spezie.
39. Sciarrano (Serranus Scriba) o…
Mai pesce ha avuto più nomi di questo, chiamato anche Serrano, Perchia, Boraggia, Donzela, Boccaccia, Barchetta e così via, a seconda del luogo. Di solito si trova fritto in agliata, cioè con sugo di pomodori, capperi e olive, ma anche da solo sta bene, visto che è molto saporito.
40. Serra (Pomatomus Saltatrix)
Il pesce Serra è uno dei pesci più buoni che ci sia. Lo sanno bene in paesi come la Turchia o la Grecia, dove è molto più richiesto di orate e branzini. Si pesca nel Mediterraneo, ma anche nel Mar Nero e nell’Oceano Atlantico, in particolare d’estate, quando è fresco e pronto per tantissime ricette.
41. Smeriglio (Lamna nasus)
Lo smeriglio è uno dei pesci meno grandi della famiglia degli squali. Vive in tutti i mari mediamente freddi, dove viene pescato tramite palangari. È un ottimo sostituto del pesce spada, che lo ricorda per le sue carni, da fare al vapore o marinate: magre, povere di calorie, ricche di proteine. Inoltre, ovviamente, è anche molto più economico.
42. Sparaglione (Diplodus annularis)
Piccolo pesce molto presente nel Mediterraneo, il suo essere poco saporito l’ha reso meno richiesto sul mercato, in quanto ritenuto di poco valore; infatti, è uno dei pesci più sottovalutati che ci sia. Ma in realtà, forse in pochi sanno che è lui invece l’ingrediente principale di tantissime zuppe di pesce del Mediterraneo. Quindi, forse meno invadente di altri, la sua presenza è comunque fondamentale, silenziosa, ma immancabile.
43. Spatola, Sciabola o pesce bandiera (Lepidopus caudatus)
Si trova praticamente ovunque, pescato con reti a strascico e palangari durante tutto l’anno, ma soprattutto in estate, quando si avvicina alla riva. Se ne pesca tanto nello Stretto di Messina, dove viene chiamato “a signurina du mari”. Ecco perché è molto presente nella cucina siciliana e calabrese in tantissimi modi, come ad esempio gratinato, a beccafico, fritto e in agrodolce o negli involtini alla scillota, piatto tipico di Scilla con melanzane, capperi e basilico. E poi è uno dei pesci più magri che ci sia!
44. Spratto o Papalina (Sprattus sprattus)
Un pesce azzurro a bassissimo costo, molto presente nel mar Adriatico, dove viene chiamato anche saraghina, altrove invece gianchetti. È simile all’acciuga ma più panciuto, può ricordare la sarda ma ha un colore diverso. Insomma, è inconfondibile in realtà, soprattutto in cucina per la sua carne tenera che si presta benissimo alla frittura.
45. Sugarello (Trachurus trachurus)
Un altro pesce azzurro, che si pesca soprattutto d’estate nei mari italiani. Costa pochissimo (ma ormai non è più una novità) e ha un gusto straordinario (anche questo non dovrebbe più stupirvi); inoltre, a differenza di altri, è facilissimo da pulire. Inutile consigliarvi come cucinarlo, tanto è sempre buono: fritto, nel sugo, all’acquapazza, alla griglia.
46. Tanuta o Cantaro (Spondyliosoma cantharus)
Simile di aspetto alla salpa, il sapore ricorda quello del sarago. Pensate che in Liguria si dice “la tanuta non è buona né cotta né cruda”, ennesima conferma di come anche i detti e i proverbi popolari abbiano contribuito con la trasmissione orale a diffondere un pregiudizio su alcuni pesci, andando così a favore di altri, sempre gli stessi. Per fortuna, ci sono alcuni pescatori che stanno rivalutando queste specie e che quando le trovano, lungi dal ributtarle in mare, cercano di venderle ai clienti, facendo loro capire l’importanza di comprare tutti i pesci, ma soprattutto di iniziare a conoscerli. Uno di questi è sicuramente Stefano Roascio, della pescheria L’Orizzonte di Albenga, sia pescatore che rivenditore.
47. Tombarello (Axuis)
Il tombarello è un pesce azzurro della famiglia dei tonni, che si pesca tra aprile e giugno. Ha una carne deliziosa, molto saporita, di carattere, proprio come la palamita, soprattutto alla piastra o al sugo.
48. Tracina o pesce ragno (Trachinus Araneus)
Quant’è buono il pesce ragno! Eppure, compare sempre tra i pesci poveri, venduto a pochissimo prezzo (spesso regalato), per fare brodi o zuppe. Le sue carni delicate sono ideali da sole, in bianco, così sentirete che gusto! Ci sono nove specie, gran parte diffuse nel Mediterraneo, ma attenzione se li trovate, perché hanno degli aculei velenosi sul dorso con cui pungono per difendersi.
49. Zanchetta (Arnoglossus laterna) o Suacia
La zanchetta è un pesce senza ritorno: quando la provi, non smetti più di cercarla o di mangiarla. Nel tempo è sparita dalle tavole (ma per fortuna non dai nostri mari) sempre per lo stesso motivo: tante spine, poca voglia di pulirlo. E non sapete cosa vi perdete! Provate a mangiarlo nella frittura mista di Alalunga, una barca nel porto di Savona, dove tre ragazzi preparano street food con pesci poveri e diversi dal solito, proprio quelli che per anni hanno visto ributtare in mare per mancato utilizzo!
50. Zerro (Spicara Smaris o Centracanthus cirrus)
Concludiamo con lo zerro, uno di quei pesci che, come ci raccontano alcuni pescatori, troppo spesso vengono ributtati in mare perché non richiesti dal mercato. Così vengono ritenuti poveri, quando in realtà stiamo parlando di pesci che hanno un valore nutrizionale altissimo e un bassissimo contenuto calorico, che pochi altri, seppur più conosciuti, possono vantare.
Allora, vi abbiamo convinto a prendere di pesci diversi la prossima volta che andrete in pescheria?