Metroquadro intervista bombardi

Educare al cibo e al distanziamento sociale attraverso il gioco: scopriamo il METROQUADRO

Angela Caporale
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    Sappiamo bene quanto la chiusura delle scuole a causa dell’emergenza Covid-19 abbia pesato e pesi ancora sulle famiglie in tutta Italia che sono, tuttavia, anche preoccupate dalla necessità di garantire un rientro negli spazi scolastici in sicurezza. Proprio questo tema è al centro di “Nutriamo la Scuola”, il progetto di CIRFOOD e Comune di Reggio Emilia che vi stiamo raccontando su Il Giornale del Cibo.

    Tra le molte iniziative sperimentate con i bambini di tre centri estivi della città, c’è anche quella del METROQUADRO, un modo alternativo, educativo e innovativo di coniugare outdoor learning e distanziamento sociale. Ne abbiamo parlato con l’Architetto Francesco Bombardi, ideatore del progetto, che ci spiega in cosa consiste e perché potrebbe trasformarsi in uno strumento prezioso per l’educazione alimentare nelle scuole.

    METROQUADRO, uno spazio dove imparare a conoscere e immaginare il cibo

    Il METROQUADRO è un tappeto esperienziale progettato e realizzato da CIRFOOD, Officina Educativa (servizio del Comune di Reggio Emilia) e l’architetto Francesco Bombardi che favorisce il distanziamento tra i bambini e le bambine senza, però, imporlo. “In questo modo” ci spiega l’architetto, co-sviluppatore anche del Food Shuttle, “la distanza viene riempita di significato, attraverso delle piccole finestre sul mondo del cibo che stimolando l’apprendimento e la riflessione.”

    Il tappeto ha dimensione di poco più di 1 metro per 1 metro ed è diviso in nove caselle di uguali dimensioni. Il bambino si pone al centro e trova intorno a sè le caselle che fanno riferimento a quattro aree sensoriali connesse al cibo: food making, food tasting, food caring e food educating, gli stessi quattro cluster del CIRFOOD DISTRICT, il nuovo centro di ricerca e sperimentazione dedicato alla food innovation dell’azienda emiliana.

    Il tempo che alunni e alunne trascorrono sul METROQUADRO è attivo. Possono consumare una merenda salutare, utilizzare le informazioni contenute sul tappeto per ricercare nell’ambiente esterno erbe aromatiche e piante, disegnare e immaginare il “cibo del futuro”. È presente anche una mappa del gusto interattiva che serve ad aiutare i più piccoli a sviluppare una maggiore attenzione ai sapori, distinguendoli gli uni dagli altri. Stimoli colti con grande curiosità ed entusiasmo dai bambini che hanno partecipato alla sperimentazione durante la “Settimana del cibo”.

    Una forma nuova di outdoor education

    “Il progetto del METROQUADRO” ci racconta ancora l’architetto Bombardi, “nasce in un momento molto delicato per la scuola e dal bisogno di reinterpretare il tema della distanza tra le persone.” Immaginando il rientro a scuola, i promotori del progetto puntano l’attenzione sulle grandi opportunità degli spazi all’esterno e, in questo contesto, il METROQUADRO è uno strumento per abilitare un’esperienza all’aperto: “la nostra convinzione è che la natura sia un contesto educante e che possa esserlo, in particolare, in riferimento all’ambito del gusto.”

    Metroquadro tappeto

    Il METROQUADRO, dunque, diventa un ponte di unione tra gusto e natura, tra ciò che i bambini possono osservare attorno a sé e ciò che mangiano. “È una proiezione del corpo che li conduce in un viaggio esplorativo”, aggiunge l’architetto, che sottolinea come questo aspetto permetta di garantire il distanziamento sociale in maniera naturale.

    “È un metro quadrato pieno di contenuti e, durante le giornate di sperimentazione a Reggio Emilia, stiamo osservando come i bambini reagiscono e, di conseguenza, stiamo capendo come adattare questo strumento alle varie fasce di età e alle differenti esigenze di apprendimento”, commenta l’intervistato, che conclude ribadendo come si tratti di un “oggetto interpretato liberamente dai bambini che stimola una nuova strategia di outdoor education”. A dimostrazione del fatto che all’aperto è possibile non soltanto replicare le modalità di apprendimento tradizionali, ma anche sperimentarne di nuove che siano totalmente immerse nel contesto naturale e possano, così, dare ai bambini spunti nuovi e nuove risorse per conoscere sé stessi e il mondo che li circonda.

     

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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