cibi industriali fanno ingrassare

Cibi industriali: quali conseguenze sulla salute?

Angela Caporale
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    Lobesità è definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come l’epidemia del millennio, una patologia con conseguenze anche gravi sull’organismo e che colpisce sia gli adulti che i bambini. Secondo i dati più recenti dell’Italian Obesity Barometer, presentati ad aprile 2018, in Italia sono ben 25 milioni le persone in sovrappeso oppure che soffrono di obesità. Un’informazione preoccupante, poiché si tratta di soggetti che rischiano più degli altri di andare incontro a conseguenze come diabete, infarto, ictus e tumore.

    Comprenderne le cause non è semplice. È riconosciuta, in generale, l’importanza per l’organismo di una dieta equilibrata, ricca di frutta e verdura, e povera di zuccheri semplici: meglio evitare, dunque, di esagerare con le bibite gassate oppure con le merendine. Un recente studio del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases di Bethesda (Maryland), pubblicato sulla rivista Cell Metabolism, il primo nel suo genere, sembra suggerire che il consumo di cibi industriali ultra-processati faccia ingrassare e, di conseguenza, possa rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo dell’obesità. Abbiamo chiesto alla dottoressa Francesca Evangelisti, biologa nutrizionista, di aiutarci a commentare lo studio e le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori.

    merendine industriali

    ratmaner/shutterstock.com

    I cibi industriali fanno ingrassare? I risultati dello studio

    La ricerca, realizzata dal National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases di Bethesda (Maryland), dimostra, per la prima volta, che esiste un nesso tra il consumo di cibi industriali e l’obesità. In particolare,il legame ha a che fare con la tendenza a ingrassare. Lo studio ha scoperto, infatti, che una dieta ricca di alimenti ultra-processati come snack, dolciumi o bibite zuccherate, porti gli individui a mangiare di più e, quindi, ad aumentare di peso più facilmente.

    Il team, guidato da Kevin Hall, ha coinvolto 20 volontari, dieci donne e altrettanti uomini, che sono stati suddivisi in 2 gruppi a cui sono stati proposti regimi alimentari uguali per quantità di cibo, ma diversi per tipologia.

    Il primo ha seguito una dieta a base di alimenti ultra-processati, quindi: merendine, bibite zuccherate, etc…, il secondo ha consumato prodotti più semplici come frutta, verdura, cereali, seguendo di fatto un regime alimentare bilanciato e sano.

    A conclusione del mese di esperimento, i ricercatori hanno notato che il primo gruppo, quello che aveva mangiato prodotti industriali, aveva ingerito quantità di cibo maggiori, assunto un più calorie e, quindi, aumentato la massa grassa, nonché il peso corporeo. In totale, questo campione di persone ha assunto circa 500 calorie al giorno in più rispetto al gruppo che ha seguito la dieta “normale”.

    Questa prima evidenza scientifica, tuttavia, ancora non dimostra l’effettiva ragione per cui il consumo di cibi industriali faccia ingrassare. L’ipotesi dei ricercatori è che questo tipo di alimenti porti a mangiare troppo velocemente e, di conseguenza, a non accorgersi in tempo del senso di sazietà – che arriva al cervello solo dopo 20 minuti.

    Troppi additivi, zuccheri e sale nei cibi industriali

    La dottoressa Evangelisti sottolinea che lo studio è “un buon punto di partenza per poter comprendere quanto i cibi processati facciano male al metabolismo e alla salute.” D’altro canto, nella sua esperienza professionale già sconsiglia questo tipo di alimenti, per varie ragioni.

    “I cibi ultra processati – ci spiega – sono estremamente dannosi non solo perché determinano accumulo di grasso corporeo, ma anche e soprattutto perché questo grasso in eccesso porta nel tempo a problemi di vario genere, come per esempio l’insorgenza di malattie metaboliche, in primis il diabete.”

    cibi industriali

    beats1/shutterstock.com

    Si tratta di alimenti che contengono molti additivi e una elevatissima quantità di zuccheri, grassi e sale, elementi che li rendono incredibilmente appetibili. “Colpiscono infatti i nostri centri del piacere e determinano il rilascio di dopamina, neurotrasmettitore responsabile delle sensazioni di appagamento e dipendenza. Questo meccanismo porta il nostro organismo a non riconoscere in maniere corretta i vari stimoli e a confondere pertanto la fame fisiologica con quelle emotiva.”

    In alcuni casi, ci racconta ancora la nutrizionista, si ha una vera e propria alterazione del meccanismo di ricompensa, tanto che può esserci un impatto negativo sull’attività cerebrale e determinare comportamenti alimentari scorretti e disordinati come per esempio il craving o il binge eating. “I cibi processati, che spesso corrispondono a quelli che conosciamo come junk food, sono certamente i pasti preconfezionati, gli snack dolci, le merendine i succhi di frutta e le bibite zuccherate… vanno pertanto sostituiti con alimenti sani quali frutta, verdure, cereali integrali e fonti proteiche e di grassi sani.”

     

    Conoscevate i rischi per la salute derivanti dal consumo di questi alimenti?

     

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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