Cha no yu: tutto sulla cerimonia del tè giapponese

Mara D'Angeli
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    Esistono cibi e bevande che rappresentano molto di più di semplici alimenti in certe culture. Attorno ad essi si sviluppano tradizioni ricche di significato, che vanno ben oltre il mero consumo e che toccano gli aspetti più profondi della storia, delle credenze e dei valori di un determinato Paese. È quello che accade con il tè, per esempio, a partire dal quale in Giappone è nato, nel corso dei secoli, un rituale preciso e codificato, noto come la cerimonia del tè giapponese. Una pratica strettamente legata alla disciplina Zen, in cui ogni gesto ed elemento riveste un significato specifico. 

    Se siete appassionati di tè, di cultura giapponese o semplicemente volete sapere di più su usanze diverse dalle nostre, non vi resta che leggere questo articolo dedicato al cerimoniale del tè in Giappone: scopriamo insieme il suo significato, gli aspetti più caratteristici e i passaggi principali in cui si articola!

    Beykov Maksim/Shutterstock

    Cerimonia del tè giapponese: significato e origini

    La cerimonia del tè giapponese – chiamata cha no yu (che significa “acqua calda per il tè”), ma anche chadō o sadō (ossia la “via del tè) rappresenta un modalità con cui si prepara, serve e beve il tè seguendo un rito codificato da centinaia di anni. È un cerimoniale ancora praticato in Giappone, fortemente connesso alla pratica zen e considerato una forma d’arte per la sua eleganza e per tutti gli aspetti che coinvolge. 

    Non si tratta semplicemente di preparare e consumare il tè, infatti: la cerimonia prevede un galateo, una gestualità e accessori specifici, ma anche la presenza di determinati elementi di giardinaggio e architettura. Una procedura che richiede tanti anni per essere praticata nel modo giusto e che ha, tra i suoi principali obiettivi, quello di far sì che gli ospiti godano dell’ospitalità del padrone di casa in un ambiente completamente staccato dalla frenesia e dai pensieri della vita quotidiana. La cerimonia del tè che oggi conosciamo si basa sul concetto di wabi-cha, che si distingue per i principi di sobrietà e semplicità e che è intimamente collegato agli insegnamenti buddisti. 

    Le origini della cerimonia del tè in Giappone

    Ma come è nata e si è evoluta la cerimonia del tè in Giappone? Questa pratica, in realtà, affonda le proprie radici in Cina, dove sarebbe stata usata dai monaci buddisti a scopo medicinale, ma anche come stimolante durante le lunghe sessioni meditative, allontanando così sonnolenza e torpore. In Giappone il tè sarebbe stato introdotto dalla Cina nell’VIII secolo, ma per un ulteriore passo in avanti verso lo sviluppo del cerimoniale dobbiamo aspettare il XII secolo, quando il monaco giapponese Eisai, di ritorno dalla Cina, porta nel Paese del Sol Levante dei semi per coltivare il tè e un sistema per la preparazione del matcha, pregiata varietà di tè verde che vedremo essere utilizzata nella cerimonia del tè. Il monaco Eisai è anche considerato colui che ha portato in Giappone il buddismo zen. 

    Successivamente, nel periodo Muromachi (1338-1573), in particolare tra le classi benestanti il rito del tè diventa popolare sotto forma di feste durante le quali vengono tenuti giochi e gare. In questo periodo si sviluppa anche una modalità diversa di vivere e concepire il rituale, che lo riconnette alla spiritualità e alla semplicità tipici della disciplina zen. Ciò avviene grazie a tre maestri del tè, l’ultimo dei quali è il monaco buddista giapponese Sen no Rikyu (1522-1591), considerato colui che ha definitivamente codificato le linee guida del rituale che conosciamo oggi, che si basa su quattro principi fondamentali:

    • wa: armonia;
    • kei: rispetto;
    • sei: purezza;
    • jaku: tranquillità.

    Come si svolge la cerimonia del tè in Giappone: dal galateo ai passaggi principali

     

    Ma cosa succede durante una cerimonia del tè giapponese? Quali sono gli step da seguire e le norme comportamentali da tenere? Scopriamo insieme i principali passaggi e le caratteristiche più importanti di questa pratica affascinante e ricca di storia.

    Dove si tiene la cerimonia? Il ruolo della stanza del tè

    La cerimonia del tè giapponese si tiene tradizionalmente in una stanza specifica con pavimento in tatami, tipica pavimentazione giapponese costituita da pannelli rettangolari realizzati con paglia di riso. L’ingresso in genere è basso, in modo che gli ospiti debbano abbassarsi per entrare in segno di umiltà, mentre all’interno si trovano alcuni elementi precisi, tutti parte integrante del cerimoniale, in particolare un’alcova (chiamata tokonoma) in cui il padrone di casa sistema una pergamena o dei fiori di stagione

    La stanza è pensata per essere un luogo spirituale, in cui entrando ci si stacca momentaneamente dalla realtà, per questo ogni oggetto presente e ogni gesto compiuto hanno un significato specifico. Secondo la tradizione, inoltre, all’esterno dovrebbe esserci un giardino con un sentiero di pietre che porta all’ingresso, il cui aspetto in genere è semplice e tranquillo proprio per favorire la serenità spirituale. 

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    Le norme comportamentali del cerimoniale

    La cerimonia del tè giapponese prevede che i partecipanti seguano un galateo preciso, ad esempio: 

    • gli ospiti dovrebbero indossare un kimono oppure vestiti tradizionali;
    • è importante arrivare all’appuntamento con puntualità;
    • quando si entra nella stanza bisogna togliere le scarpe;
    • secondo la tradizione, c’è sempre un primo ospite (detto Shokyaku), che viene servito per primo;
    • gli argomenti di conversazione, solitamente, dovrebbero riguardare la cerimonia stessa.

    Ma quali sono i passaggi di questa pratica? Scopriamo insieme che cosa accade durante il cerimoniale e che cosa viene servito ai partecipanti.

    I principali passaggi del cerimoniale del tè

    La cerimonia del tè è un rituale complesso che comprende la preparazione della sala, del tè e dei dolci che saranno serviti. In particolare, esistono due tipi di cerimoniale: quello informale (detto chakai), che ha una durata inferiore, e quello formale (chaji) che invece può richiedere fino a quattro ore e prevede il consumo di kaiseki, un tipo di pasto tradizionale giapponese che consiste in più portate. 

    Sebbene i passaggi e le gestualità possano cambiare da una scuola all’altra (e anche a seconda di aspetti come, ad esempio, il periodo dell’anno), esistono diversi punti in comune tra le varie cerimonie. In genere, quando gli ospiti si siedono nella stanza del tè il padrone di casa inizia il cerimoniale pulendo con attenzione gli utensili che saranno usati, quindi prepara il tè davanti ai presenti, sempre con massima attenzione ai dettagli. Alcuni degli attrezzi utilizzati sono:

    • chasen, il frullino di bambù necessario per mescolare la polvere di tè matcha con acqua bollente;
    • chaki, il contenitore per il tè verde in polvere;
    • chawan, la tazza in cui si beve il tè;
    • kama, il bollitore che di solito poggia su un braciere;
    • fukusa, il fazzoletto con cui si ripulisce la tazza dopo aver bevuto.

    Di solito viene servito un dolce, che va consumato prima della bevanda, e successivamente il tè, da bere seguendo un protocollo preciso. Il padrone di casa posiziona la ciotola di tè sul tatami davanti all’ospite principale, il quale dovrebbe prenderla, ruotarla in modo che la parte anteriore sia rivolta verso colui che l’ha servita, bere il tè in pochi sorsi, pulire con un tovagliolo la parte in cui ha bevuto, quindi rimettere la ciotola sul tatami di fronte a sé. Il padrone di casa dovrà prendere la tazza, lavarla e fare la stessa cosa con gli altri presenti, fino a che tutti avranno bevuto.

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    Il matcha, il tè usato durante la cerimonia del tè giapponese

    Come abbiamo detto, nella cerimonia del tè giapponese viene utilizzata una particolare tipologia di tè verde: il matcha. Questo tè, impiegato anche nella preparazione di dolci, ha l’aspetto di una polvere molto fine dal colore verde brillante e ha un gusto intenso. Esistono due modalità per prepararlo, anche durante la cerimonia del tè:

    • tè sottile (usucha), una versione più leggera;
    • tè denso (koicha), dalla consistenza densa e vellutata, che solitamente viene servito durante la cerimonia formale.

    I dolci comunemente presenti invece sono i wagashi, i dolci tipici giapponesi, famosi per le loro forme particolari che li fanno apparire come dei piccoli gioielli. Spesso sono ripieni di marmellata di fagioli rossi, una farcitura che ritroviamo in diversi prodotti del Paese come i dorayaki, ad esempio; inoltre, tendono a cambiare in base alla stagione dell’anno.

    Siete rimasti affascinati dalla cerimonia del tè giapponese? Se vi trovate a fare un viaggio in Giappone e siete incuriositi da questo rituale, potreste valutare di parteciparvi come turisti presso case del tè o altri luoghi che offrono questa possibilità, ad esempio alcuni hotel o centri culturali. Avete già avuto occasione di prendere parte al cerimoniale? In tal caso potreste raccontarci la vostra esperienza nei commenti per dirci come si è svolta e che emozioni ha suscitato in voi.


    Immagine in evidenza di: Bee Bonnet/shutterstock.com 

    Nata a Rimini, ha trascorso gli anni universitari a Urbino dove, tra una lezione e l’altra, si è innamorata della mitica crescia: ora, quando le chiedono cosa preferisca tra crescia e piadina… be’, non sa proprio decidere! Da qualche anno vive a Riccione, vicino a Rimini, e lavora come web writer e revisore di contenuti. Il suo piatto preferito è la pasta asciutta, in tutte le forme e le salse, perché un buon piatto di pasta… ti cambia la giornata. In cucina per lei non può mancare una bella porzione di verdura di stagione, condita con olio d’oliva.

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