Tazza fumante di caffè turco

Tutto sul caffè turco: origini e preparazione del caffè patrimonio UNESCO

Mara D'Angeli
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    Se c’è qualcosa a cui noi italiani siamo particolarmente legati è sicuramente il caffè, specialmente il caffè espresso. Fedele compagno delle nostre giornate, rappresenta parte integrante della nostra cultura, anche perché non è solo una bevanda piacevole, che ci aiuta a svegliarci la mattina e a restare più concentrati, ma rappresenta anche un momento di pausa e di socialità. Ebbene, non siamo gli unici a considerare il caffè un componente così importante della tradizione. Oggi, infatti, vi porteremo alla scoperta del caffè turco, una preparazione antichissima, ricca di significato, in cui a farla da padroni sono i gesti lenti che la realizzazione di questa bevanda richiede. Scopriamo insieme, allora, cos’è il caffè turco, le sue origini e come si prepara.

    Caffè turco: cos’è e com’è fatto

    Con “caffè turco” si fa riferimento a una modalità di preparazione del caffè diffusa in particolare in Medio Oriente, molto diversa dall’espresso a cui siamo abituati in Italia. Si tratta infatti di un caffè non filtrato, realizzato usando uno strumento caratteristico chiamato cezve o ibrik, e chicchi di caffè Arabica macinati molto finemente. Il risultato è una bevanda dalla consistenza più densa del nostro espresso e dal sapore profondo e deciso. Ma oltre alle sue caratteristiche organolettiche, la peculiarità del caffè turco è quella di essere una pratica che riunisce in sé valori e tradizioni, giocando un ruolo importantissimo nella cultura turca. 

    Le origini del caffè turco, dall’impero ottomano all’UNSECO

    Caffè servito con i lokum, dolci tipici turchi

    Fascinadora/shutterstock

    Per scoprire le origini del caffè turco dobbiamo tornare al XVI secolo, per la precisione al regno del sultano dell’impero ottomano Solimano il Magnifico: fu allora che, secondo la leggenda, il caffè fu introdotto dallo Yemen nel palazzo del sultano da parte di un governatore che aveva viaggiato in questa regione. Dopo la nascita della prima caffetteria, che sarebbe sorta nel 1554 a Istanbul, il caffè si diffuse molto nell’impero ottomano, per poi propagarsi successivamente anche in Europa Occidentale, come abbiamo visto parlando della storia del caffè

     

    Il caffè turco rappresenta oggi uno dei metodi di preparazione del caffè più antichi. Simbolo di ospitalità, amicizia e convivialità, le conoscenze, le pratiche e le gestualità a esso legate vengono tramandate all’interno delle famiglie. Questa bevanda riveste un ruolo cruciale nelle occasioni sociali: in passato, ad esempio, in Anatolia veniva usata come strumento per porre fine alla dispute, mentre oggi ha ancora una funzione di rilievo in occasione dei riti nuziali. Quando la famiglia dello sposo va in visita alla casa della sposa prima del matrimonio, in genere è tradizione che la donna prepari un buon caffè, ma non solo: sarebbe usanza, infatti, che la futura moglie metta del sale nel caffè del futuro marito che poi dovrebbe berlo senza battere ciglio! 

     

    Un’ulteriore testimonianza della funzione che il caffè esercita nella cultura turca è il fatto che, nel 2013, questa preparazione è stata inserita nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO

    Caffè turco: come si prepara?

    pentolino di rame per il caffè turco

    Dima Sobko/shutterstock

    Come anticipato, il caffè turco si prepara all’interno del cezve, detto anche ibrik, ossia una sorta di “pentolino” tradizionalmente di rame o ottone, dotato di beccuccio e di manico lungo. Qualora ci si volesse cimentare nella realizzazione di questo caffè ma non si avesse a disposizione lo strumento specifico, è possibile provare con un pentolino di piccole dimensioni ad esempio. 

     

    Ma veniamo ai passaggi necessari per ottenere un buon caffè turco, ricordando che è fondamentale utilizzare del caffè macinato finemente (molto di più di quanto richiesto per un espresso):

    1. Versate l’acqua e il caffè nel cezve (per quanto riguarda i quantitativi, generalmente viene suggerito di usare una proporzione di 1:10, ossia 1 grammo di caffè per 10 grammi di acqua). Per il momento non mescolate.
    2. Mettete il cezve sul fornello a fiamma bassa e, quando la miscela si sarà leggermente scaldata, mescolate lentamente.
    3. Non appena il caffè raggiungerà il punto di bollore, togliete l’ibrik dal fuoco. 
    4. Usando un cucchiaio, prelevate un po’ della schiuma che si sarà formata e versatela nella tazzina in cui servirete il caffè.
    5. A questo punto, dovete mettere il pentolino ancora sul fornello per portare il caffè di nuovo a ebollizione. Quando raggiungerà il punto di bollore, basterà toglierlo dal fuoco e versarlo nella tazza.
    6. Una volta in tazza, bisognerà aspettare un po’ prima di berlo per dare tempo alla polvere di caffè di depositarsi sul fondo. 

    Il caffè turco preparato sulla sabbia

    Anche se oggi in genere si prepara sui fornelli, tradizionalmente il caffè turco veniva realizzato sulla sabbia: questo sistema prevede di tenere l’ibrik su una piastra coperta di sabbia rovente, metodo che permetterebbe di controllare meglio la temperatura e di riscaldare in modo graduale il pentolino. 

    Come si beve e si serve il caffè turco

    Caffè turco servito con i lokum, dolci tipici

    sedir/shutterstock

    Ma come si serve e si beve questa bevanda? Di solito, il caffè viene servito in tazze un po’ più grandi di quelle che usiamo per l’espresso e accompagnato da dolcetti tipici della tradizione turca, chiamati lokum. Anche se nel procedimento non lo abbiamo menzionato, inoltre, la bevanda può essere arricchita con zucchero e spezie, in particolare cardamomo e cannella. Lo zucchero di solito viene aggiunto prima di mettere il pentolino sul fornello. Un altro aspetto interessante legato al momento in cui si beve il caffé: sapevate che i fondi vengono usati tradizionalmente per leggere il futuro attraverso la caffeomanzia?

    Se questo viaggio vi ha incuriosito e siete dei veri coffee lovers, perché non scoprite alcune curiosità sul caffè oppure non vi tuffate nel mondo degli speciality coffee?

     


    Immagine in evidenza di: Yakup YENER/shutterstock

     

    Nata a Rimini, ha trascorso gli anni universitari a Urbino dove, tra una lezione e l’altra, si è innamorata della mitica crescia: ora, quando le chiedono cosa preferisca tra crescia e piadina… be’, non sa proprio decidere! Da qualche anno vive a Riccione, vicino a Rimini, e lavora come web writer e revisore di contenuti. Il suo piatto preferito è la pasta asciutta, in tutte le forme e le salse, perché un buon piatto di pasta… ti cambia la giornata. In cucina per lei non può mancare una bella porzione di verdura di stagione, condita con olio d’oliva.

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