aspartame

Aspartame

Adriana Angelieri

Quasi dopo un secolo dalla scoperta della saccarina, fece la sua comparsa un altro dolcificante artificiale, l’aspartame. Fu scoperto nel 1965 da un chimico americano che stava cercando di sintetizzare un farmaco antiulcera e che per puro caso ne scoprì le proprietà dolcificanti leccandosi le dita. L’aspartame ha più o meno le stesse calorie del comune zucchero da tavola, ma ha un potere dolcificante 200 volte superiore.
Sin dall’inizio della sua commercializzazione ci furono molti sospetti sulla sua tossicità. Secondo alcuni studi esso aveva proprietà cancerogene ma fu successivamente “assolto” da importanti istituti di ricerca a difesa dei consumatori. Ancora oggi, tuttavia, permane qualche dubbio e prudenzialmente se ne consiglia un uso limitato. In effetti nell’organismo l’aspartame rilascia metanolo, un prodotto tossico (chi non ricorda la vicenda del vino al metanolo?) che a sua volta si trasforma in acido formico e formaldeide, altri due composti certamente pericolosi per la salute. Come sempre è una questione di dosaggio (anche lemele comuni, infatti, rilasciano metanolo) e di buon senso. Più difficile è purtroppo controllare l’assunzione giornaliera di questa sostanza, in quanto è contenuta in moltissime preparazioni alimentari “sugar free”, come bevande senza zucchero o le comunissime caramelle senza zucchero cosicché alla fine della giornata potremmo averne assunto molto più di quanto crediamo.
L’aspartame, a differenza della saccarina, non è stabile al calore né in ambienti acidi, e così non può essere impiegato per prodotti cotti o destinati a una lunga conservazione. Questo, almeno in parte, ne limita la presenza nella roba che si mangia abitualmente.

di Gianluigi

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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